MMORPG e Il Signore degli Anelli, la parola a Turbine
Lo sviluppo de Il Signore degli Anelli Online: Le Ombre di Angmar è stato travagliato, passato attraverso diversi produttori ed una lunga fase di test. Adesso tutto sembra essere pronto. Scopriamo i pregi e i difetti di un prodotto solido, ma scarsamente innovativo.
di Rosario Grasso pubblicato il 11 Aprile 2007 nel canale VideogamesIntroduzione
Il progetto risulta certamente stravolto rispetto ai piani iniziali. Cambia anche il titolo, adesso Lord of the Rings Online: Shadows of Angmar e, in Italia, Il Signore degli Anelli Online: Le Ombre di Angmar, ma, per gli amici, semplicemente "Lotro". Si tratta di un MMORPG basato su un mondo interamente persistente, escluse le classiche istanze, e facente riferimento alla licenza de Il Signore degli Anelli, concessa da Tolkien Enterprise.
Diciamo subito che "Lotro" punta decisamente sul PvE (Player vs Environment), mentre il PvP (Player vs Player) è ridotto letteralmente all'osso. Turbine ha deciso di basare il proprio prodotto su meccanismi ampiamente collaudati, tralasciando di aggiungere delle vere e proprie innovazioni. Come vedremo meglio in seguito, tutto questo rende Il Signore degli Anelli Online un prodotto dedicato principalmente a coloro che si sono persi l'esperienza di gioco fornita da World of Warcraft et similia o, al limite, a coloro che non si sono ancora stancati di quel gameplay.
L'unica costante in tutto questo è rimasta Turbine. La software house con base nel Massachusetts è celebre per la serie Asheron's Call. Il primo episodio fu pubblicato nel 1999 e rimane indiscutibilmente quello più giocato e apprezzato dai fan. Asheron's Call 2, invece, fu rilasciato nel 2002, ma il progetto fu presto concluso, precisamente nel dicembre del 2005. Entrambi i MMORPG venivano prodotti e distribuiti da Microsoft.
Nel 2006, Turbine ha avuto la possibilità di produrre un gioco basato su Dungeons & Dragons, la licenza per eccellenza in campo di giochi di ruolo. Il gioco è prodotto da Atari, la quale organizzò una campagna pubblicitaria in grande stile. DDO impiega il set di regole 3.5 di D&D e si basa sulla campagna Eberron. Tuttavia, il successo non fu quello sperato: DDO è scevro di PvP, di qualsiasi procedura di "crafting" e per ogni personaggio è possibile fare esperienza solamente all'interno di 20 livelli (sono, comunque, presenti dei sottolivelli).