Videogiochi e dipendenza: in Cina coprifuoco per i minorenni
I giocatori di età inferiore ai 18 anni non potranno giocare online tra le 22:00 e le 08:00. Inoltre, non potranno giocare per più di 90 minuti nei giorni feriali e per più di tre ore nei fine settimana e nei giorni festivi
di Rosario Grasso pubblicata il 08 Novembre 2019, alle 18:01 nel canale VideogamesLa dipendenza da videogiochi è stata catalogata fra i disturbi mentali nella classificazione ICD (International Classification of Diseases) dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Il dibattito su questo argomento rimane acceso e le varie nazioni si stanno orientando in maniera diversa. Il più recente manuale dei disturbi mentali dell'American Psychiatry Association non riconosce ufficialmente la dipendenza da videogiochi come disturbo mentale, ma si riserva di realizzare ulteriori studi relativamente al gioco su internet. Allo stesso tempo, alcuni paesi hanno identificato il gioco eccessivo come un grave problema predisponendo cliniche private per curare questa condizione.
Fra questi la Cina, che negli ultimi giorni ha annunciato un provvedimento per evitare l'esposizione ai videogiochi per quanto riguarda i minori di 18 anni. Non potranno giocare online tra le 22:00 e le 08:00 e non potranno giocare per più di 90 minuti nei giorni feriali e per più di tre ore nei fine settimana e nei giorni festivi.
L'azione è l'ultima mossa delle istituzioni cinesi per frenare la dipendenza dai videogiochi, considerata dannosa per la salute dei bambini. La Cina è oggi uno dei principali mercati mondiali per i videogiochi. Il rapporto dei suoi cittadini con l'intrattenimento digitale assume connotati in certi aspetti molto differenti rispetto ai paesi occidentali. Il mobile gaming e gli eSport sono molto diffusi sul territorio, con i più giovani che riconoscono le principali personalità del mondo dei videogiochi come icone al pari o più dei protagonisti degli sport tradizionali.
Le linee guida ufficiali del governo, pubblicate nella giornata di martedì, prevedono inoltre limiti di spesa per i minori. I giocatori dagli 8 ai 16 anni possono spendere fino a 200 yuan (26 Euro) al mese, mentre i giocatori tra 16 e 18 anni possono spendere fino a 400 yuan (52 Euro) sui loro account di gioco. Il provvedimento prende di mira in particolare i giochi free-to-play per i dispositivi mobile, che hanno una diffusione capillare in Cina.
Secondo una recente statistica di Newzoo, recentemente la Cina ha perso il primato come più grande mercato al mondo per i videogiochi in favore degli Stati Uniti. Lo studio sostiene che ciò dipende proprio dalle regolamentazioni introdotte dal governo per il settore. Politiche di riduzione dell'esposizione dei più giovani ai videogiochi sono state adottate a più riprese sul territorio negli ultimi mesi, a livello del singolo produttore (come nel caso di Tencent) piuttosto che nazionale.
Lo scorso anno, inoltre, il governo ha istituito un organo regolatore per il settore dei videogiochi in reazione alla crescente dipendenza al media da parte dei più giovani riscontrata. Sono stati predisposti limiti al numero di nuovi giochi online rilasciati, ai pagamenti e all'età minima necessaria per poter giocare. Così come per i film, inoltre, c'è un numero massimo di videogiochi provenienti dall'estero che possono essere rilasciati in un anno in Cina, e limitazioni del genere sono state imposte anche ai produttori locali.
Lo scorso anno l'organo regolatore ha bloccato l'approvazione per l'ingresso sul territorio cinese di nuovi giochi per 9 mesi, limitando in maniera consistente le opportunità di guadagno per i produttori di videogiochi. I legislatori cinesi stanno, inoltre, lavorando con le forze dell'ordine per l'istituzione di un sistema di identificazione unificato per tutte le piattaforme di gioco che verifichi l'identità e l'età dei giocatori e le confronti con il database nazionale.
Altri dettagli a proposito dell'impatto che i videogiochi hanno sul cervello dell'essere umano.
10 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoGiusto per profilare ancora un po' la gente.
Con gli stati esteri come la mettiamo?
Se io decido di giocare ad un gioco dove il server è localizzato in Cina, come si comporterebbe? Profila pure me e mio figlio? Direi proprio che chiudere definitivamente con la cina non sarebbe proprio sbagliato, ma purtroppo è utopico.
È giusto trasformare la TV in un asilo infantile o in una scuola elementare solo perché i genitori sono troppo occupati oppure irresponsabili? La risposta è no ma l'hanno fatto.
In Cina stanno ripercorrendo quel modus operandi ma lo applicano ai video giochi.
Quindi cose già viste. Spero solo che lo Stato (italiano) non trasformi Internet in una nursury.
Con gli stati esteri come la mettiamo?
Se io decido di giocare ad un gioco dove il server è localizzato in Cina, come si comporterebbe? Profila pure me e mio figlio? Direi proprio che chiudere definitivamente con la cina non sarebbe proprio sbagliato, ma purtroppo è utopico.
non puoi accedere ad un server ufficiale per giocatori cinesi. qualsiasi mezzo con cui è possibile una comunicazione da e verso l'esterno è bloccato in Cina, per questo hanno i loro social e i loro server.
tradotto: neanche se bussi ti fanno entrare. altro che chiudere con la cina
Limitazioni
In linea di massima potrebbe sembrare giusto, ma è comunque una oppressione della libertà ed un appiattimento della società! Non sono d'accordo.Non giocare troppo e durante la notte dovrebbe essere normale, evidentemente sta' diventando un fenomeno troppi diffuso.
È giusto trasformare la TV in un asilo infantile o in una scuola elementare solo perché i genitori sono troppo occupati oppure irresponsabili? La risposta è no ma l'hanno fatto.
In Cina stanno ripercorrendo quel modus operandi ma lo applicano ai video giochi.
Quindi cose già viste. Spero solo che lo Stato (italiano) non trasformi Internet in una nursury.
Sono d'accordo che spesso i genitori delegano il loro ruolo ad altri strumenti tecnologici (tv, smartphone, computer, etc...) ed io per primo mi sento colpevole in parte per questa cosa, MA facciamo anche un'analisi concreta della società moderna.
Una volta nelle famiglie era normale che uno dei due rimanesse a casa (tipicamente la donna) per occuparsi delle faccende domestiche (intese nel senso lato del termine... non solo relative all'abitazione).
Da qualche decennio per ragioni economiche, questa situazione non è più possibile.
Ci troviamo quindi con genitori sempre meno presenti, tempo da poter dedicare alla famiglia (quindi specie nei primi anni il gioco, successivamente soprattutto l'ascolto) quasi inesistenti, uno stress continuo dovuto a ritmi più da robottini che da esseri umani (parlo del privato soprattutto... ).
Oltre ad accusare quindi i genitori (che hanno le loro responsabilità, penso che dovremmo ripensare un poco il nostro modello di vita.
Altrimenti si scende nell'ipocrisia di pensare che quando si diventa padri o madri, ci si trasforma in super-uomini (o super-donne... per par condicio ) che non sono soggetti a nessun problema fisico/psicologico e che tranquillamente si possa anche lavorare 10 ore, tornare a casa ed essere rilassati come se quel tempo si fosse dedicato al riposo.
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