La dipendenza da videogiochi è ufficialmente un disturbo mentale
La dipendenza da videogiochi è adesso fra i disturbi mentali presenti nella classificazione ICD (International Classification of Diseases)
di Nino Grasso pubblicata il 29 Maggio 2019, alle 14:01 nel canale VideogamesI genitori dei più tenaci giocatori di titoli come Fortnite, World of Wacraft e League of Legends, solo per citarne alcuni, lo dicono da tempo e adesso sono stati accontentati. La World Health Organization ha aggiunto la dipendenza da videogiochi nella classificazione ICD (International Classification of Diseases). In altre parole è una malattia, alla stregua di altri disturbi genericamente considerati pericolosi. Il nuovo disturbo è caratterizzato da "un pattern di comportamenti persistenti e ricorrenti legati al gioco, che hanno priorità rispetto ad altri interessi della vita di tutti i giorni".
La WHO sostiene che molti "casual gamer" siano probabilmente al sicuro, con il disturbo che può essere preso in considerazione come tale solo nelle sue forme più estreme. La dipendenza da videogiochi può essere considerata un disturbo solo per i giocatori che, ad esempio, saltano il sonno, i pasti, non vanno al lavoro o a scuola per la classica "ultima partita", o per chi genericamente dà priorità ai giochi piuttosto che ad altre attività giornaliere. I videogiochi non sono così diversi dalle droghe, visto che sono capaci di stimolare i nostri centri del piacere.
Durante sessioni di gaming all'apparenza innocenti, infatti, si celano attività capaci di coinvolgere le stesse aree del cervello che controllano rabbia, sete e desiderio sessuale: "Quando questi percorsi cerebrali si sovraeccitano e vengono dirottati da una droga o da una dipendenza comportamentale, si perde il controllo e non si ha più la consapevolezza su ciò che è sano e ciò che non lo è", ha dichiarato Petros Levounis, professore di psichiatria presso la Rutgers University, all'interno di un'intervista con The Post.
I giocatori più assidui possono rinunciare, secondo la WHO, a pasti o altre attività, mettere in secondo piano l'igiene personale e accampare scuse con partner e parenti solo per spendere più tempo davanti al monitor. Del resto i videogiochi moderni sono progettati per stimolare le aree giuste del cervello al fine di coinvolgere il giocatore in maniera scientifica: "Siamo abbastanza convinti che un sacco di queste compagnie assoldino psicologi, in maniera non troppo diversa da come le compagnie di tabacco ingaggino esperti in chimica per trovare combinazioni che sviluppano dipendenza nei fumatori".
La classificazione ICD è utilizzata da professionisti di tutto il mondo come strumento di riferimento per disturbi e malattie, per infortuni e per analizzare le più diffuse cause di morte. L'ultima versione, la ICD-II, sarà presentata ai membri della WHO durante la conferenza annuale World Health Assembly. Siamo convinti, però, che i videogiochi ben sfruttati possano migliorare le nostre capacità cerebrali: abbiamo approfondito l'argomento con tre diversi psicologi nell'articolo "Videogiochi, quale impatto sul cervello?"
12 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoConosco tanta gente che va in palestra 7 volte a settimana (compreso natale), gente che lavora 13 ore al giorno (per scelta non obbligo) e cosi via.
La malattia non è il videogioco, ce l'hai in testa se sei rincoglionito e non capisci che devi piazzare un confine.
La malattia non è il videogioco, ce l'hai in testa se sei rincoglionito e non capisci che devi piazzare un confine.
Mi vien da aggiungere, atteggiamenti tipo "La malattia non è il videogioco, ce l'hai in testa se sei rincoglionito e non capisci che devi piazzare un confine" sono ignoranti e irrispettosi di chi invece si trova in una situazione realmente patologica, in quanto atti a colpevolizzarli e a liquidare la cosa come una mancanza di schiena dritta, attribuendo valutazioni morali alla situazione.
Mi vien da aggiungere, atteggiamenti tipo "La malattia non è il videogioco, ce l'hai in testa se sei rincoglionito e non capisci che devi piazzare un confine" sono ignoranti e irrispettosi di chi invece si trova in una situazione realmente patologica, in quanto atti a colpevolizzarli e a liquidare la cosa come una mancanza di schiena dritta, attribuendo valutazioni morali alla situazione.
quoto e sono d'accordo con te, non al 100% ma al 10.000%.
Mi vien da aggiungere, atteggiamenti tipo "La malattia non è il videogioco, ce l'hai in testa se sei rincoglionito e non capisci che devi piazzare un confine" sono ignoranti e irrispettosi di chi invece si trova in una situazione realmente patologica, in quanto atti a colpevolizzarli e a liquidare la cosa come una mancanza di schiena dritta, attribuendo valutazioni morali alla situazione.
Corretto ma sai, se qui tocchi i videogiochi a qualcuno diventi il solito retrogrado nazifascio ignorante e si perde la capacità di contestualizzare e "guardare la luna invece che il dito", basterebbe avere in famiglia qualcuno con una grave dipendenza (cosa che fortunatamente mi manca) per poi vedere la cosa da tutt'altro punto di vista.
Mi vien da aggiungere, atteggiamenti tipo "La malattia non è il videogioco, ce l'hai in testa se sei rincoglionito e non capisci che devi piazzare un confine" sono ignoranti e irrispettosi di chi invece si trova in una situazione realmente patologica, in quanto atti a colpevolizzarli e a liquidare la cosa come una mancanza di schiena dritta, attribuendo valutazioni morali alla situazione.
quotone
Mi vien da aggiungere, atteggiamenti tipo "La malattia non è il videogioco, ce l'hai in testa se sei rincoglionito e non capisci che devi piazzare un confine" sono ignoranti e irrispettosi di chi invece si trova in una situazione realmente patologica, in quanto atti a colpevolizzarli e a liquidare la cosa come una mancanza di schiena dritta, attribuendo valutazioni morali alla situazione.
*
Nient'altro da aggiungere.
Mi vien da aggiungere, atteggiamenti tipo "La malattia non è il videogioco, ce l'hai in testa se sei rincoglionito e non capisci che devi piazzare un confine" sono ignoranti e irrispettosi di chi invece si trova in una situazione realmente patologica, in quanto atti a colpevolizzarli e a liquidare la cosa come una mancanza di schiena dritta, attribuendo valutazioni morali alla situazione.
Da ex-tossico di WoW (pulito da ameno 10 anni, yay), devo dissentire, la mancanza di schiena dritta e la pigrizia sono solitamente alla base dell'infognamento pesante nei videogiochi.
L'hanno aggiunto all'ICD perché i sintomi che occorrono nel distacco totale dalla vita reale a quella virtuale possono essere estremi (totale isolamento e depressione in cima) in certe culture e determinate situazioni.
Ma gratta gratta, alla base c'è sempre una totale responsabilità da parte del "paziente" per la situazione in cui si trova.
L'empatia la conservo per chi i problemi veri non se li va a cercare fino in fondo.
L'hanno aggiunto all'ICD perché i sintomi che occorrono nel distacco totale dalla vita reale a quella virtuale possono essere estremi (totale isolamento e depressione in cima) in certe culture e determinate situazioni.
Ma gratta gratta, alla base c'è sempre una totale responsabilità da parte del "paziente" per la situazione in cui si trova.
L'empatia la conservo per chi i problemi veri non se li va a cercare fino in fondo.
Mi vien da aggiungere, atteggiamenti tipo "La malattia non è il videogioco, ce l'hai in testa se sei rincoglionito e non capisci che devi piazzare un confine" sono ignoranti e irrispettosi di chi invece si trova in una situazione realmente patologica, in quanto atti a colpevolizzarli e a liquidare la cosa come una mancanza di schiena dritta, attribuendo valutazioni morali alla situazione.
+1
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".