Valve perde il ricorso: giusta la multa da 1,6 milioni di euro decisa dall'UE sul geoblocking
Valve ha perso un ricorso presso il Tribunale dell'Unione europea contro la multa da 1,6 milioni di euro decisa nel 2021 per aver ostacolato la vendita di alcuni videogiochi per PC oltre i confini europei.
di Manolo De Agostini pubblicata il 27 Settembre 2023, alle 14:01 nel canale VideogamesValve
Il Tribunale dell'Unione europea ha confermato la sentenza contro Valve, proprietaria del negozio digitale Steam, insieme agli editori Bandai Namco, Capcom, Focus Home, Koch Media e ZeniMax emessa il 20 gennaio 2021. Le società erano state multate per un totale di 7,8 milioni di euro perché "beccate" a violare le norme antitrust. A Valve era stata comminata una multa di circa 1,6 milioni di euro.
Più precisamente, l'UE appurò che Valve e i publisher avevano limitato le vendite transfrontaliere di alcuni giochi PC in base alla posizione geografica degli utenti all'interno dello spazio economico europeo, mettendo in atto pratiche di "geo-blocking".
Il Tribunale, con sentenza di queste ore, ha confermato che "il geoblocco di chiavi di attivazione per la piattaforma Steam ha violato il diritto della concorrenza dell'Unione". La Valve si era appellata dinanzi al Tribunale per ottenere l'annullamento della decisione che la riguardava. Nella sentenza pronunciata in data odierna, il Tribunale ha respinto il ricorso.
Valve e i cinque editori hanno lavorato di concerto per implementare il blocco geografico "nel corso di diversi periodi tra il 2010 e il 2015, in particolare nei paesi Baltici nonché in alcuni paesi dell'Europa centrale ed orientale", si legge in una nota.
Il Tribunale ha constato che le prove raccolte dalla Commissione erano sufficienti a dimostrare l'esistenza di un accordo o di una pratica concordata tra Valve e ciascuno dei cinque editori mirante a limitare le importazioni parallele mediante il geoblocco delle chiavi.
Tale geoblocco voleva impedire che i videogiochi, distribuiti in alcuni paesi a prezzi bassi, fossero acquistati da distributori o da utenti situati in altri paesi in cui i prezzi erano molto più alti.
"Pertanto, il geoblocco di cui trattasi non perseguiva un obiettivo di tutela dei diritti d'autore degli editori dei videogiochi per PC, ma era utilizzato allo scopo di sopprimere le importazioni parallele di tali videogiochi e di tutelare il livello elevato dei diritti riscossi dagli editori, o addirittura dei margini percepiti dalla Valve".
Il Tribunale ha colto l'occasione anche per pronunciarsi sul rapporto tra il diritto della concorrenza dell'Unione e il diritto d'autore. "In particolare, esso ricorda che il diritto d'autore mira soltanto a garantire ai titolari dei diritti interessati la facoltà di sfruttare commercialmente la messa in circolazione o la messa a disposizione degli oggetti protetti, concedendo licenze a fronte del pagamento di un corrispettivo. Tuttavia, esso non garantisce loro la possibilità di reclamare il corrispettivo più elevato possibile, né di adottare un comportamento tale da determinare differenze di prezzo artificiose tra i mercati nazionali compartimentati. Infatti, una siffatta compartimentazione e la differenza artificiosa di prezzo che ne deriva sono inconciliabili con la realizzazione del mercato interno".
Valve può impegnare la decisione del Tribunale "entro due mesi e dieci giorni a decorrere dalla data della sua notifica", ma solo per le questioni di diritto.
3 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoValve dal canto suo aveva poca scelta, o così o pomì, l'alternativa era perdere i publisher. Interessante vedere cosa succederà ora. Le strade sono tre:
- Valve ed i publisher si mangiano la multa e proseguono con la stessa strategia (i milioni di multa sono poca cosa rapportata agli introiti cumulativi dal 2011 in poi)
- Accettano le direttive e permettono l'attivazione da regioni diverse (improbabile)
- Accettano le direttive e livellano i prezzi in tutta la EU allo stesso importo (non cambia niente a noi, che siamo in linea, cambia molto per chi risiede in regioni sfortunate)
Valve dal canto suo aveva poca scelta, o così o pomì, l'alternativa era perdere i publisher. Interessante vedere cosa succederà ora. Le strade sono tre:
- Valve ed i publisher si mangiano la multa e proseguono con la stessa strategia (i milioni di multa sono poca cosa rapportata agli introiti cumulativi dal 2011 in poi)
- Accettano le direttive e permettono l'attivazione da regioni diverse (improbabile)
- Accettano le direttive e livellano i prezzi in tutta la EU allo stesso importo (non cambia niente a noi, che siamo in linea, cambia molto per chi risiede in regioni sfortunate)
Secondo me la seconda che hai detto.
Ad ogni modo, se fossi un publisher, metterei sul market per i paesi baltici versioni di software unicamente in lingua locale a prezzo ribassato e multilingua a prezzo pieno.
Non ce lo vedo un tedesco a comprarsi un gioco scritto in lituano.
Potrebbe essere un modo per aggirare il problema
Ad ogni modo, se fossi un publisher, metterei sul market per i paesi baltici versioni di software unicamente in lingua locale a prezzo ribassato e multilingua a prezzo pieno.
Non ce lo vedo un tedesco a comprarsi un gioco scritto in lituano.
Potrebbe essere un modo per aggirare il problema
Non risolveresti nulla, perché nella maggior parte dei casi basterebbe sostituire e rinominare qualche file nelle cartelle di gioco per cambiare la lingua a piacimento.
Chi riesce a comprare i giochi da nazioni diverse, riesce anche a fare copia-incolla e rinomina.
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