Valve: azione legale per l'impossibilità di rivendere il software su Steam

Valve: azione legale per l'impossibilità di rivendere il software su Steam

Un gruppo di difesa dei consumatori tedeschi minaccia di portare Valve in tribunale.

di pubblicata il , alle 13:31 nel canale Videogames
Steam
 
56 Commenti
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stuz8723 Luglio 2013, 16:18 #21
la questione è ben più spinosa che il mercato dell'usato retail.
Valve non può sapere quanto tu abbia pagato una versione scatolata dei giochi che poi puoi legare alla piattaforma. Allora o si fa in modo che si può rivendere il gioco solo se acquistato direttamente dalla piattaforma o altrimenti la gente potrebbe benissimo crearsi un business rivendendo a prezzo maggiorato giochi che in realtà ha pagato molto meno.

Quindi in definitiva io farei in modo che i giochi solo "attivati" su Steam non siano rivendibili. Mentre quelli acquistati da piattaforma siano rimessi in vendita alla metà del prezzo minimo mai raggiunto storicamente sulla piattaforma. Così almeno l'altra metà torna a Valve e alla gente, salvo casi particolari, passa la voglia di lliberarsi dei giochi che non usa più.

edit.
no, mi sa che ho detto una mezza castroneria :P
cata8123 Luglio 2013, 16:23 #22
rendere legale la rivendita di tutto l'account non sarebbe male
Dave8323 Luglio 2013, 16:24 #23
Originariamente inviato da: mirkonorroz
Poiche' con i DRM ne hanno fatte di tutti i colori potrebbero implementare un sistema di invecchiamento del SW.

Si tengono online le registrazioni ed un numero fisso di vendite della licenza.
Man mano che aumenta il contatore delle vendite il motore cala gli FPS, poi magari aumenta lo stuttering, flasha qualche texture, un po' di pop up qua e la' fino a renderlo ingiocabile. Il problema e' che gia' da nuovi molti titoli sono ingiocabili.


Giachi623 Luglio 2013, 16:29 #24
Originariamente inviato da: demon77
Eh attenzione, bisogna tenere conto di un fattore fondamentale:
nel mondo FISICO se compro un auto nuova la pago 100.. poi te la vendo a 30 perchè è più vecchia ma soprattutto USURATA.
Alla fine tu non riuscirai a venderla ma solo a rottamarla, e chi viene dopo di te dovrà comprarla nuova.


A meno che non me la tenga per 50 anni e la rivenda come auto d'epoca al quadruplo di quanto l'hai pagata da nuova .

Scherzi a parte, io non ho mica messo in dubbio il fatto inoppugnabile che un gioco o altro software digitale può solo invecchiare ma non usurarsi ne rovinarsi, è ovvio che sia così; quello che ho voluto farti notare è il punto debole della tuo ragionamento. La discussione qui verte sul diritto del consumatore di rivendere ciò che compra (anche se viste le premesse mi chiedo se il termine "consumatore" sia appropriato, visto che non si consuma nulla), quindi introdurre un numero massimo di rivendite va a ledere nuovamente i diritti dei consumatori, si sposta solo un po' più in alto l'asticella, ma alla fine se il diritto di rivenderlo l'avevano gli altri perché l'ultimo non lo dovrebbe avere?
La verità è che la rivendita di giochi digitali "usati" è inapplicabile proprio perché è impossibile distinguere un gioco nuovo da uno usato e tra questi ultimi è impossibile distinguere uno utilizzato da una sola persona per 3 ore da uno usato da 50 persone diverse per 1000 ore a testa. Certo, si potrebbero sempre applicare dei malus arbitrari per rendere meno appetibili quelli usati rispetto a quelli nuovi ma a quel punto si ritornerebbe alla presunta violazione dei diritti dei consumatori visto che quando tu vendi un bene fisico nessuno ti applica malus arbitrari, è il mercato a decidere quanto vale il prodotto che cerchi di vendere.
Insomma, il problema qui è che si cerca di applicare un modo di pensare materiale ad un ambito astratto; quando compriamo un gioco, che sia fisico o digitale in realtà compriamo la licenza per utilizzarlo, non il gioco vero e proprio, non siamo consumatori ma utilizzatori, quindi più che parlare di vendita di un gioco usato sarebbe più corretto parlare di vendita di un diritto d'utilizzo e come giustamente ha fatto notare un altro utente, in questo campo ci sono moltissimi esempi di non-trasferibilità, sta al fornitore della licenza decidere se essa sia trasferibile da persona a persona o meno e in questo non ci vedo nulla di male, se uno non è disposto a sottostare a queste regole semplicemente non acquista la suddetta licenza. Dal mio punto di vista le associazioni in difesa dei consumatori in questi casi dovrebbero solo controllare che agli utenti vengano comunicate tutte le regole e le eventuali limitazioni a cui saranno sottoposti, la scelta poi spetta a loro. Steam ti informa chiaramente che i giochi che compri non sono trasferibili ad altre persone, se non ti va bene non li compri.

Originariamente inviato da: mirkonorroz
Poiche' con i DRM ne hanno fatte di tutti i colori potrebbero implementare un sistema di invecchiamento del SW.

Si tengono online le registrazioni ed un numero fisso di vendite della licenza.
Man mano che aumenta il contatore delle vendite il motore cala gli FPS, poi magari aumenta lo stuttering, flasha qualche texture, un po' di pop up qua e la' fino a renderlo ingiocabile. Il problema e' che gia' da nuovi molti titoli sono ingiocabili.


Francamente mi stupisco che tu abbia avuto il coraggio di postare 'sta genialata, io mi sarei sentito in imbarazzo anche solo a pensarla una stronz*ata del genere
demon7723 Luglio 2013, 17:57 #25
Originariamente inviato da: Giachi6
Scherzi a parte, io non ho mica messo in dubbio il fatto inoppugnabile che un gioco o altro software digitale può solo invecchiare ma non usurarsi ne rovinarsi, è ovvio che sia così; quello che ho voluto farti notare è il punto debole della tuo ragionamento. La discussione qui verte sul diritto del consumatore di rivendere ciò che compra (anche se viste le premesse mi chiedo se il termine "consumatore" sia appropriato, visto che non si consuma nulla), quindi introdurre un numero massimo di rivendite va a ledere nuovamente i diritti dei consumatori, si sposta solo un po' più in alto l'asticella, ma alla fine se il diritto di rivenderlo l'avevano gli altri perché l'ultimo non lo dovrebbe avere?
La verità è che la rivendita di giochi digitali "usati" è inapplicabile proprio perché è impossibile distinguere un gioco nuovo da uno usato e tra questi ultimi è impossibile distinguere uno utilizzato da una sola persona per 3 ore da uno usato da 50 persone diverse per 1000 ore a testa. Certo, si potrebbero sempre applicare dei malus arbitrari per rendere meno appetibili quelli usati rispetto a quelli nuovi ma a quel punto si ritornerebbe alla presunta violazione dei diritti dei consumatori visto che quando tu vendi un bene fisico nessuno ti applica malus arbitrari, è il mercato a decidere quanto vale il prodotto che cerchi di vendere.
Insomma, il problema qui è che si cerca di applicare un modo di pensare materiale ad un ambito astratto; quando compriamo un gioco, che sia fisico o digitale in realtà compriamo la licenza per utilizzarlo, non il gioco vero e proprio, non siamo consumatori ma utilizzatori, quindi più che parlare di vendita di un gioco usato sarebbe più corretto parlare di vendita di un diritto d'utilizzo e come giustamente ha fatto notare un altro utente, in questo campo ci sono moltissimi esempi di non-trasferibilità, sta al fornitore della licenza decidere se essa sia trasferibile da persona a persona o meno e in questo non ci vedo nulla di male, se uno non è disposto a sottostare a queste regole semplicemente non acquista la suddetta licenza. Dal mio punto di vista le associazioni in difesa dei consumatori in questi casi dovrebbero solo controllare che agli utenti vengano comunicate tutte le regole e le eventuali limitazioni a cui saranno sottoposti, la scelta poi spetta a loro. Steam ti informa chiaramente che i giochi che compri non sono trasferibili ad altre persone, se non ti va bene non li compri.


Mi sento di rispondere "diritti ma fino ad un certo punto"..
Ciò che volgio dire è che siamo in un campo "nuovo" dove andiamo a vendere una cosa "non reale" come un software che quindi non è soggetta a normali leggi fisiche (vale anche per la storia della licenza).
E' findamentale scrivere bne le regole dall'inizio per consentire a utenti e venditori di convivere senza che uno distrugga l'altro. I diritti di uno e dell'altro devono essere costruiti su queste basi..

Ti faccio un esempio liberamente tratto dal mondo dell'edilizia:
Se tui sei proprietario di un terreno la prima cosa che dici è che su li tu ci fai quel che ti pare e piace perchè è tuo e quindi è un tuo diritto.. il ragionamento non fa una grinza. E invece NO.
Tu sul tuo terreno fai CIO' che il Piano di Gestione del Territorio (PGT) ti consente.. perchè se tutti facessero davvero quel che vogliono avremmo città-giungla selvagge e invivibili con grattacieli uno addosso all'altro intervallate da industrie chimiche con scarichi nocivi nelle finestre del vicino.

Così come hanno fatto con l'urbanistica anche nel mondo dell'usato dei videogiochi servono regole che limitino l'effetto giungla.
Giachi623 Luglio 2013, 18:56 #26
Originariamente inviato da: demon77
Mi sento di rispondere "diritti ma fino ad un certo punto"..
Ciò che volgio dire è che siamo in un campo "nuovo" dove andiamo a vendere una cosa "non reale" come un software che quindi non è soggetta a normali leggi fisiche (vale anche per la storia della licenza).
E' findamentale scrivere bne le regole dall'inizio per consentire a utenti e venditori di convivere senza che uno distrugga l'altro. I diritti di uno e dell'altro devono essere costruiti su queste basi..

Ti faccio un esempio liberamente tratto dal mondo dell'edilizia:
Se tui sei proprietario di un terreno la prima cosa che dici è che su li tu ci fai quel che ti pare e piace perchè è tuo e quindi è un tuo diritto.. il ragionamento non fa una grinza. E invece NO.
Tu sul tuo terreno fai CIO' che il Piano di Gestione del Territorio (PGT) ti consente.. perchè se tutti facessero davvero quel che vogliono avremmo città-giungla selvagge e invivibili con grattacieli uno addosso all'altro intervallate da industrie chimiche con scarichi nocivi nelle finestre del vicino.

Così come hanno fatto con l'urbanistica anche nel mondo dell'usato dei videogiochi servono regole che limitino l'effetto giungla.


Io non trovo che sia così nuovo come terreno e concetto, nella forma probabilmente, ma nella sostanza di beni e servizi immateriali ne esistono già molti e come già detto tra questi molti non sono trasferibili da una persona ad un'altra, io non ci trovo nulla di nuovo e trovo che appunto l'usato possa essere tale solo se un bene o prodotto può realmente essere usato, non solo fruito, in questo secondo caso non ha senso parlare di usato.

ps: francamente non ho trovato la tua immaginaria città deregolamentata così diversa dalla realtà, purtroppo
yukon23 Luglio 2013, 19:09 #27
più che altro il problema per me è la non cedibilità dell'account steam.

è un vero peccato che alla mia morte i miei figli non possano ereditare il mio account con tutti i giochi che ho comprato...
PacK823 Luglio 2013, 19:26 #28
La cosa che mi lascia perplesso è questo accanimento solo nei confronti di Steam, o almeno da quello che leggo in giro la Verbraucherzentrale Bundesverband (uno scioglilingua?) pone sempre e solo loro in causa. Non mi risulta che Steam sia il solo ed unico DD esistente. E poi da quando il pubblico di consumatori tedeschi si è mai lamentato dell'usato software su PC? finora lo ha fatto unicamente per quello console (molto più caro) come lo si fa in tutti gli altri paesi.

Altro punto che mi lascia interdetto:
Il DD costringe a far abbassare i prezzi dei nuovi titoli nel medio/lungo periodo, curioso però è il fatto che nonostante i pubblisher (notoriamente famosi nel trovare continue scuse sui prezzi gonfiati) non se ne siano mai particolarmente interessati, mentre questi della VZBV sembrano praticamente sorvolare sulla questione quando per loro ruolo dovrebbero enfatizzarla ponendosi nella condizione di intermediaria tra le parti (pubblisher, Valve, legislatori): Valve non può decidere al posto dei pubblisher (non è proprietaria dei giochi), a loro modo i pubblisher non decidono senza un'accurata valutazione dei rischi economici e senza una normativa più chiara che salvaguardi anche i loro interessi (la tanto osannata normativa europea è quanto di più vago e generalizzato che avessero mai potuto inventarsi).

Forse sarò paranoico io e che si risolverà in breve a taralucci e vino, ma ho come l'impressione che il tutto sia un pastrocchio burocratico allucinante
Floris23 Luglio 2013, 20:30 #29
Indovinate un pò cosa succederà quando le software house non avranno più un guadagno netto sufficiente a causa della rivendita dell'usato su scala mondiale?
Tutti i giochi saranno:
- o free-to-play con pay-to-win esacerbato
- o ad abbonamento.
atomico8223 Luglio 2013, 22:19 #30
Speriamo vinca steam..anche il più stupido degli individui capisce che steam può fare quei saldi solo ed esclusivamente xchè non i giochi non si possono scambiare.

Invece una cosa fattibile sarebbe di rendere il gioco trasferibile se si compra a prezzo pieno.

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