Tripwire Interactive: il CEO si dimette dopo le dichiarazioni anti-aborto
Dopo essersi dichiarato a favore del controverso "Heartbeat Bill", John Gibson fa un passo indietro e lascia Tripwire Interactive. Il nuovo CEO della compagnia americana, sviluppatore e editore di videogiochi, sarà il co-fondatore Alan Wilson.
di Pasquale Fusco pubblicata il 07 Settembre 2021, alle 15:31 nel canale VideogamesLe recenti affermazioni di John Gibson, presidente di Tripwire Interactive, hanno suscitato non poche polemiche tra i videogiocatori e, in particolare, tra gli sviluppatori stessi. Gibson, ricordiamo, si era dichiarato a favore della controversa legge anti-aborto del Texas entrata in vigore la scorsa settimana, dopo il via libera della Corte Suprema.
In seguito alle aspre critiche giunte dagli sviluppatori e dagli stessi partner di Tripwire, poche ore fa lo sviluppatore e publisher statunitense ha comunicato le dimissioni del suo CEO: John Gibson farà un passo indietro e cederà il posto a Alan Wilson, co-fondatore dell'azienda.
John Gibson lascia Tripwire, al suo posto subentra Alan Wilson
"Orgoglioso che la Corte Suprema approvi la legge del Texas che vieta l'aborto per i bambini con un battito cardiaco", dichiarava John Gibson su Twitter pochi giorni fa. "Io mi occupo di intrattenimento e non di politica. Ma dato che così tanti colleghi si esprimono apertamente nel senso opposto, ho pensato che fosse importante farmi sentire in prima persona come sviluppatore (di videogiochi) pro-vita". Le parole del CEO di Tripwire sono state accolte tra le critiche della community, il che ha spinto molti giocatori a boicottare i titoli pubblicati dalla compagnia.
Non solo, ma studi di sviluppo come Torn Banner (Chivalry II) e Shipwright hanno immediatamente preso le distanze da Tripwire, editore con cui hanno collaborato per diversi anni. "Non possiamo in buona fede continuare a lavorare con Tripwire sotto l'attuale leadership. Procederemo alla cancellazione dei contratti preesistenti con effetto immediato", è con queste parole che il team di Shipwright ha cessato le comunicazioni con l'editore americano.
Onde evitare ulteriori danni collaterali, Tripwire Interactive ha annunciato le dimissioni di John Gibson. "I commenti di John Gibson riflettono la sua opinione e non quella di Tripwire Interactive come azienda. I suoi commenti non hanno rispettato i valori di tutto il nostro team, dei nostri partner e di gran parte della nostra comunità", si legge nel comunicato ufficiale.
"Con effetto immediato, John Gibson si è dimesso da CEO di Tripwire Interactive. Il co-fondatore e attuale vicepresidente Alan Wilson assumerà la carica di CEO ad interim".
Wilson fa parte della compagnia dal 2005, anno in cui l'azienda con sede a Roswell venne fondata da alcuni membri del team che creò Red Orchestra: Combined Arms, una delle mod più popolari di Unreal Tournament 2004. Il primo titolo sviluppato da Tripwire è infatti Red Orchestra: Ostfront 41-45, sparatutto in prima persona ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale.
38 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPerò siamo in democrazia e c'è la libertà di pensiero, eh!
Però siamo in democrazia e c'è la libertà di pensiero, eh!
Occhio che mai come in questi tempi la praola "LIBERTA'" viene usata a sproposito da un sacco di gente convinta che voglia dire "dico e faccio il caxxo che mi pare e guai a chi si azzarda a dire o fare qualcosa".
Notizia flash: NON FUNZIONA COSI'.
Prendi una posizione, ci sono delle conseguenze. Se poi sei un personaggio pubblico o importante il tutto si moltiplica.
Sbagliato? No, alla fine direi di no.
Una persona così deve necessariamente fare dei videogiochi dove una donna ha massimo 22 giorno per interrompere la gravidanza e non 90 come per legge.
Notizia flash: NON FUNZIONA COSI'.
Prendi una posizione, ci sono delle conseguenze. Se poi sei un personaggio pubblico o importante il tutto si moltiplica.
Sbagliato? No, alla fine direi di no.
In questo caso è una opinione personale, una visione su una tematica etica propria di un singolo individuo che, condivisibile o meno, non ha conseguenze su nessuno.
Ma evidentemente non piace al pubblico mainstream, quello che PAGA, e per questo l'hanno fatto fuori, molto semplice.
Puri interessi economici.
Non è la prima azienda e non sarà l'ultima a fare così.
Sarebbe interessante provare a immaginare cosa sarebbe successo se si fosse esposto ugualmente, ma con la tesi contraria, pro-aborto.
Secondo me non gli sarebbe successo niente, anzi, lo avrebbero applaudito.
Ma evidentemente non piace al pubblico mainstream, quello che PAGA, e per questo l'hanno fatto fuori, molto semplice.
Puri interessi economici.
Non è la prima azienda e non sarà l'ultima a fare così.
Sarebbe interessante provare a immaginare cosa sarebbe successo se si fosse esposto ugualmente, ma con la tesi contraria, pro-aborto.
Secondo me non gli sarebbe successo niente, anzi, lo avrebbero applaudito.
Non è questione di essere "mainstream" o meno, è questione di essere semplicemente sbagliata e butta nel ce...o lotte per i diritti umani.
I "pro-vita"/anti-aborto ledono ai diritti delle donne di poter scegliere liberamente lo LORO di vita.
Ti faccio un esempio (relativamente surreale, ma è per rendere l'idea): se ipoteticamente un governo facesse una legge per aumentare le nascite e questa legge praticamente obbliga te a sposarti ed a fare e crescere un figlio con una femmina che neanche ti piace, ti piacerebbe come cosa e l'accetteresti?
Ma evidentemente non piace al pubblico mainstream, quello che PAGA, e per questo l'hanno fatto fuori, molto semplice.
Puri interessi economici.
Non è la prima azienda e non sarà l'ultima a fare così.
Sarebbe interessante provare a immaginare cosa sarebbe successo se si fosse esposto ugualmente, ma con la tesi contraria, pro-aborto.
Secondo me non gli sarebbe successo niente, anzi, lo avrebbero applaudito.
Assolutamente d'accordo. E' tutta una questione di soldi. Grazie al cielo, per una volta, il pubblico mainstream ne azzecca una (ma non ho alcuna fiducia nel "pubblico"...é solo un caso che ci abbia zzeccato).
I "pro-vita"/anti-aborto ledono ai diritti delle donne di poter scegliere liberamente lo LORO di vita.
Ti faccio un esempio (relativamente surreale, ma è per rendere l'idea): se ipoteticamente un governo facesse una legge per aumentare le nascite e questa legge praticamente obbliga te a sposarti ed a fare e crescere un figlio con una femmina che neanche ti piace, ti piacerebbe come cosa e l'accetteresti?
Ma sono d'accordo con te, ma il mio punto non è nel merito della questione. Ma sul fatto che si sta parlando dell'opinione di una persona, che per quanto possa ricoprire un'alta carica, non ha alcun impatto pratico.
E' come se un politico credesse alla terra piatta (e scommetto che ce ne sono). Butta nel cesso centinaia di anni di progresso e ricerca scientifica, posso considerarlo uno scemo, ma alla fine, a me che me ne frega?
Può pensare quello che gli pare (siamo in democrazia, o no?), l'importante è che faccia bene il suo lavoro.
Mi sembra che nella nostra epoca ci si riempia la bocca di libertà di pensiero, ma ci va bene solo finchè la gente pensa le cose che piacciono anche a noi.
Ognuno deve poter pensare e dire quello che vuole, finchè ciò rientra in ciò che è permesso dalla legge.
Qualcuno pensa cretinate? Sicuramente, ma è il prezzo da pagare per questa libertà.
Ma evidentemente non piace al pubblico mainstream, quello che PAGA, e per questo l'hanno fatto fuori, molto semplice.
Puri interessi economici.
Non è la prima azienda e non sarà l'ultima a fare così.
Sarebbe interessante provare a immaginare cosa sarebbe successo se si fosse esposto ugualmente, ma con la tesi contraria, pro-aborto.
Secondo me non gli sarebbe successo niente, anzi, lo avrebbero applaudito.
Allora, definiamo qualche fondamentale:
SEI IL CEO di una azienda X, quindi si, sei pagato per amministrare l'azienda e farla crescere.
Quindi puoi essere pure delle SS ma il tuo lavoro è altro discorso. QUESTO IN PURA TEORIA.
Di fatto se sei il CEO sei pure il VOLTO dell'azienda.. e quello che fai o dichiari lo fai con la faccia dell'azienda.
Giusto? Sbagliato? Non saprei. Ma funziona così questo è sicuro.
Quindi se dici una cazzata, fai una caazzata o prendi una posizione netta su un argomento controverso a pagare è l'azienda.. A SUON DI MILIONI PER MANCATI GUADAGNI o PERDITE per via del danno d'immagine.
Quindi SI. Questione di soldi.. ma non mi sento di biasimare nessuno.
Ora, in linea di massima se sei un CEO o comunque presonaggio in vista che è volto di una grossa azienda la regola d'oro su questi argomenti (comunque la si pensi) è: FATTI LI CAZZI TUA.
Nessuna posizione, nessun problema.
Qui il ceo ha scelto di prendere una posizione pubblica molto netta su un argomento molto scottante. Pessima idea, indipendentemente dalla posizione.
IN PIU' tra le due fazioni a scelto di parteggiare per quella di minoranza, composta per lo più da esaltati, bigotti e luridi ciucciacristi.. Pessima pessima pessima idea.
La fregatura della democrazia è che vale anche per gli altri, non solo per chi dice castronerie.
Così come uno è libero di dire castronerie, qualcun altro è libero di reagire a queste castronerie nei limiti della legge.
Se io sono contrario a un pensiero e il CEO di un'azienda con cui faccio affari si schiera completamente a favore, democraticamente, sono libero di non voler più fare affari con lui. Così come sono libero di non votare un partito politico se vedo il suo rappresentante andare contro la scienza, il progresso e il buon senso.
Qui nessuno ha impedito al CEO di esprimere il suo pensiero, la sua libertà di parola è sacrosanta. Semplicemente la gente pensa che abbia sparato una castroneria talmente grossa da prendersene le distanze per evitare che qualcuno possa pensare che anche loro la pensino come lui.
Questa è democrazia.
Bisogna smettere di pensare che si sia liberi di poter aprire la bocca e dare fiato senza alcuna conseguenza, bisogna smettere di pensare che bisogna sempre dire la propria per plagiare il prossimo e bisogna smettere di pensare che siano tutti disposti a sentire ciò che diciamo senza obiettare. Bisogna smettere di ragionare come dei dittatori ed accettare questa democrazia che tanti invocano a sproposito.
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