Superlega, Agnelli: Fortnite e Call of Duty sono i veri concorrenti del calcio
Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, spiega il progetto - che per ora sembra naufragato - della Superlega di calcio: intercettare l'attenzione delle nuove generazioni, rapite dai vari Fortnite e Call of Duty, con un'esperienza in stile FIFA.
di Manolo De Agostini pubblicata il 21 Aprile 2021, alle 16:41 nel canale VideogamesFortniteCall of Duty
Il mondo del calcio sta vivendo giorni a dir poco concitati con l'annuncio del progetto della Superlega. Il tentativo di 12 club, tra cui tre italiani con la Juventus capofila, di creare una competizione d'élite con scontri infrasettimanali tra squadre di rango per creare un format più appetibile all'estero e alle nuove generazioni è naufragato dopo le proteste di tifosi, addetti ai lavori, federazioni e persino capi di Stato.
Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, è tuttavia convinto che sebbene congelata, la Superlega sia qualcosa di inevitabile: prima o poi diventerà realtà. In un'intervista con alcune testate, tra cui La Repubblica e il Corriere dello Sport, Agnelli ha ribadito un concetto che già espresse nel 2019, quando disse che bisognava guardare "alla Generazione Z e capire che gli avversari sono gli eSports e Fortnite. Saranno i veri competitor in futuro".
"Le generazioni più giovani che si stanno allontanando dal calcio", ha ribadito Agnelli a La Repubblica. "I più giovani vogliono vedere i grandi eventi e sono meno legati agli elementi di campanilismo che hanno segnato le generazioni precedenti, compresa la mia", prosegue.
"Un terzo dei tifosi mondiali segue due club che sono tra i fondatori della Superleague, il 10% segue i grandi giocatori e non i club, due terzi seguono il calcio più per il timore di perdere qualcosa che non per altro, e il dato più allarmante è che il 40% di coloro che hanno fra i 16 e 24 anni non ha interesse nel mondo del calcio" dice il presidente della Juventus snocciolando dati.
"Andare a creare una competizione che simuli ciò che fanno sulle piattaforme digitali - come Fifa - significa andargli incontro e fronteggiare la competizione di Fortnite o Call of Duty che sono i veri centri di attenzione dei ragazzi di oggi, che spenderanno domani. Il calcio sta vivendo una crisi enorme di appetibilità verso le nuove generazioni. Avere gli stadi chiusi da un anno per chi ha figli di 10-15 anni di età lo evidenzia: si interessano ad altro. È un processo accelerato dall'epidemia".
I 12 club fondatori di questa Superlega, fortemente indebitati e in cerca di fondi, sanno bene che dopo la pandemia resterà un altro problema, che è un po' quello che ha chiunque produce intrattenimento, ma se vogliamo anche informazione: catturare l'attenzione del pubblico per più tempo possibile.
Con l'arrivo delle piattaforme streaming come Netflix, di portali come YouTube, Twitch e i vari social, degli influencer e l'esplosione dei giochi online, chi prima attirava l'attenzione, come il calcio, sta perdendo presa, soprattutto sui giovani che passano rapidamente da un contenuto all'altro e che faticano a tenere l'attenzione su una partita per 90 minuti o, facendo un esempio che ci riguarda, leggere articoli anche più lunghi di pochi paragrafi.
La questione è quindi ben lungi dal definirsi conclusa, il calcio in qualche modo cambierà, presto o tardi: il fronte è spaccato e la frattura non si ricomporrà con una semplice elargizione di denaro da parte delle federazioni per coprire i buchi, colpevolmente creati da gestioni scellerate, nel breve termine.
41 Commenti
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non vogliono fare le riforme ed alcuni club accelerazionisti hanno provato a muovere il sistema.
noi tifosi le soluzioni le abbiamo già proposte, le federazioni non ci vogliono sentire..
ma mi pare eccessivo....tutto dovrebbe tornare a numeri normali così che anche la competizione ne tragga beneficio....io non lo sò non sono un esperto ma secondo me anche con un decimo dello stipendio un calciatore di serie A vive meglio dei 3/4 della popolazione italiana.
Agnelli è stato un pò pollo, un pò verme (a sentire quello che han detto di lui in questi giorni), ma sul fatto che il calcio si sta allontanando dai giovani e che i giovani preferiscono Fortnite al vedere una partita di calcio potrebbe non essere tanto lontano dalla verità.
Vedremo cosa riserverà il futuro, ma questa è stata una occasione mancata sia per colpa di chi ha proposto la formula, sia per colpa di chi ha fatto di tutto per boicottarla.
Onestamente vedendo quanto farà schifo la nuova champions league, forse forse era meglio la super league.
Ma magari! Ma é un sogno! Non ho mai capito il divertimenti nel vedere 22 "£$%$?=£" che corrono dietro a una sfera su di un prato.
Sono arrivati alla minaccia della Superlega com'era già avvenuto nel 1999.
I gusti cambiano e le nuove generazioni si interessano ad altro.
E' falso dire che giocano solo ai videogiochi, ma di sicuro non sono orientati solo ed esclusivamente al calcio (per fortuna IMHO).
Mi ricorda questo vecchio video ironico su youtube..
"If Quake was done today"
https://www.youtube.com/watch?v=W1ZtBCpo0eU
Peccato che la superlega non è affatto così
Loro volevano creare una lega stile NBA senza nessuna promozione/retrocessione in modo da avere il pieno controllo su chi gioca senza rischiare di non entrare in Champions o addirittura di finire in serie B, escludendo quindi tutti i pesci piccoli dalla torta.
E qui il discorso diventa complicato, si sta vivendo un cambiamento generazionale che sta mettendo in crisi i "vecchi" sport, il cambiamento è una legge di natura, e roba come il ciclismo, il calcio, la formula 1 che 30-50 anni fa muoveva le masse oggi interessa solo quelli che erano giovani 30 anni fa, quelli che sono giovani oggi sono molto meno interessati e non è certo mettendo in piedi un carnevale come questa superlega che si può ottenere interesse dai giovani.
La pay TV oltretutto sta erodendo in maniera significativa il bacino delle utenze degli sport, solo chi è già appassionato è disposto a pagare, ma per diventare appassionato uno dovrebbe vederle le gare, il passaggio sulla pay TV ha di fatto tolto ai giovani la possibilità di conoscere molti sport che fino agli anni '90 erano normalmente visibili alla TV.
Per il calcio, avendo un bacino di utenza enorme, la crisi sta arrivando solo adesso, ma ad esempio la formula 1 è decenni che ha gli ascolti in picchiata e le sponsorizzazioni in fuga.
Il problema è che l'unica soluzione è rinunciare a una parte di guadagni per investirli in visibilità e attrazione verso le nuove generazioni, ma come sempre in queste situazioni l' unica condizione a qualsiasi piano di rilancio è che i guadagni devono aumentare, il risultato è una accanita lotta per accaparrarsi un pubblico in diminuzione al quale è chiesto di versare sempre più soldi.
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