Stadia e xCloud su App Store? Apple apre (uno spiraglio), Microsoft non risparmia critiche
Apple ha aggiornato le sue linee guida dell'App Store aprendo formalmente ai servizi in streaming come Google Stadia e Microsoft xCloud. La casa di Cupertino ha però fissato alcune regole davvero stringenti, imponendo la presenza di ogni gioco del catalogo dei servizi su App Store affinché possa revisionarlo.
di Manolo De Agostini pubblicata il 12 Settembre 2020, alle 12:01 nel canale VideogamesAppleStadiaiOSiPadOSMicrosoftGoogleNVIDIAGeForce
Nel pieno della diatriba legale con Epic Games, Apple ha pubblicato alcune revisioni alle linee guida che gli sviluppatori devono seguire per vedere approvate le loro app sull'App Store di iOS e iPadOS. L'azienda modifica di tanto in tanto queste linee per adeguarsi ai mutamenti del mercato, e di fatti in questa tornata c'è una novità, ossia la possibilità di offrire agli utenti servizi di gaming in streaming.
Fino a oggi i servizi come Google Stadia, Microsoft xCloud e Nvidia GeForce Now non erano disponibili su piattaforma iOS/iPadOS perché le linee guida non lo consentivano in alcun modo: Apple disse che ciò era dovuto al fatto che non avrebbe potuto approvare i giochi offerti su tali piattaforme. Ora l'azienda ha fatto un'apertura, ma potremmo definirla una "falsa apertura" o "un'apertura a metà" (ad essere buoni!).
Le nuove regole impongono infatti che ogni gioco proposto da questi servizi cloud sia presente individualmente sull'App Store, in modo che Apple possa analizzarlo per approvarlo. Di conseguenza Google, Microsoft e Nvidia potranno pubblicare formalmente i loro servizi sull'App Store, ma dovranno far sì che i giochi disponibili siano presenti anche su App Store come singole app. Inoltre, dovranno permettere agli utenti di autenticarsi al servizio dall'app, il che significa che Apple incamererà il 30% degli abbonamenti. Richiesto, inoltre, il supporto a "Sign in with Apple" (Accedi con Apple).
La novità difficilmente porterà Stadia, GeForce Now o xCloud su App Store (a meno che le rispettive aziende non siano pronte a farsi andare bene i compromessi), in quanto i paletti appaiono troppo rigidi e difficilmente aggirabili, tanto che Microsoft non ha perso tempo per criticare aspramente la nuova politica di Apple. "Questa rimane una cattiva esperienza per i clienti. I giocatori vogliono entrare direttamente in un gioco dal loro catalogo personalizzato all'interno di un'app come fanno per i film o per le canzoni, e non essere forzati a scaricare oltre 100 app per giocare singoli titoli dal cloud. Siamo impegnati a mettere i giocatori al centro di tutto ciò che facciamo, e fornire una grande esperienza è il cuore di questa missione".
La casa di Redmond non ha commentato il resto dei paletti, ma chiaramente anche le altre imposizioni probabilmente non le andranno a genio, dato che nella querelle tra Apple ed Epic Games l'azienda ha dato sostegno alla software house di Fornite.
15 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoFinché nessuno dei 3 provider cede , il problema non esiste e possono dare la colpa a Apple per lo scarso supporto e la pessima politica di commissioni.
Se ho capito bene Apple vorrebbe intascare il 30% di abbonamenti di streaming a giochi accessibili su qualsiasi piattaforma (che sia PC,console, etc), che non girano sui server Apple e non girano nemmeno sui device Apple visto che la logica è tutta server side.
Cioè si prende il 30% per fare cosa?
Come è stato giustamente scritto il prossimo passo sarà di pretendere il controllo sullo streaming video e audio?
Io lo vedo come un grosso passo falso di Apple che corrobora la posizione di Epic.
Cioè si prende il 30% per fare cosa?
...
Apple vende i proprio utenti non la potenza dei propri server o dispositivi. Così come fanno gli influencer che sono pagati dagli sponsor per quanti followers hanno.
Think different... but also worse.
Se ho capito bene Apple vorrebbe intascare il 30% di abbonamenti di streaming a giochi accessibili su qualsiasi piattaforma (che sia PC,console, etc), che non girano sui server Apple e non girano nemmeno sui device Apple visto che la logica è tutta server side.
Cioè si prende il 30% per fare cosa?
Penso sia inutile cercare di razionalizzare la cosa, lo fanno perchè lo possono fare, l'idea di Apple sarebbe di giustificare la cosa col fatto che gli sviluppatori godono di una vetrina con milioni di clienti che prospera per i loro sforzi di mantenerla sicura e con contenuti di qualità, secondo me se proprio volessimo fare il bilancio di costi e benefici dovremmo calcolare che se chiudesse l'app store gli sviluppatori avrebbero qualche riduzione del fatturato perchè per gli utenti sarebbe più difficile procurarsi le app (almeno finchè non emerge uno store alternativo), ma se gli sviluppatori smettessero di sviluppare le app per iOS sarebbe apple a dover chiudere baracca, però gli sviluppatori sono polverizzati e non hanno peso contrattuale, basterebbe che gli sviluppatori delle app più importanti le ritirassero per un po' dallo store e penso che apple abbasserebbe la cresta in fretta
Perché lo scemo ragionamento di Apple "devi darmi il 30% del tuo fatturato perché la tua visibilità ai miei clienti è data dalla essere sul mio store" potrebbe farlo anche Google: "devi darmi il 30% del tuo fatturato perché la tua visibilità è data dal risultare nel mio motore di ricerca, se no ti elimino"
Per me possono fare quello che gli pare nel loro store, ma solo se consentono e non ostacolano la nascita di store alternativi
Perché lo scemo ragionamento di Apple "devi darmi il 30% del tuo fatturato perché la tua visibilità ai miei clienti è data dalla essere sul mio store" potrebbe farlo anche Google: "devi darmi il 30% del tuo fatturato perché la tua visibilità è data dal risultare nel mio motore di ricerca, se no ti elimino"
Lo sai vero che Google, Steam e molti altri prendono anche loro il 30% vero?
Secondo me l'unico problema , ma purtroppo insormontabile è avere i singoli giochi come singole app, spero che su questo si ricredano, che poi possono comunque magari mettere il veto su alcuni giochi troppo violenti o simili, ecc verificando il catalogo insieme a chi pubblica l'app
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