Riot Games chiude l'indagine sulle molestie sessuali: nessuna prova contro il CEO
Il comitato che indaga sulle presunte molestie sessuali del CEO Nicolo Laurent verso un'ex dipendente non ha trovato prove certe. Si chiude quindi l'indagine interna in Riot Games.
di Pasquale Fusco pubblicata il 17 Marzo 2021, alle 16:41 nel canale VideogamesLeague of Legends
Lo scorso febbraio vi avevamo parlato delle accuse contro Nicolo Laurent per presunte molestie sessuali. Il CEO di Riot Games era stato citato in giudizio da un'ex dipendente della compagnia, la quale sarebbe stata approcciata in modo spinto dal dirigente (in più occasioni).
Dopo aver condotto le dovute indagini, Riot afferma di non aver trovato alcuna prova che possa dimostrare i comportamenti inappropriati di Laurent, che, almeno per il momento, continuerà a ricoprire il ruolo di amministratore delegato presso la software house.
Nicolo Laurent continuerà a essere il CEO di Riot Games
Sharon O'Donnell, ex assistente esecutiva di Riot Games, ha dichiarato di essere stata molestata verbalmente da Nicolo Laurent sin dall'inizio del suo impiego. Dopo aver rifiutato le continue attenzioni del dirigente, la O'Donnell è stata infine licenziata. Quando è stata depositata la causa presso la Corte Superiore dello Stato della California, la donna ha aggiunto di non essere stata pagata per le ore di lavoro, straordinari inclusi, e di non aver ricevuto pause per mangiare.
Lo studio legale Seyfarth Shaw LLP è stato incaricato da Riot di esaminare tali accuse e raccogliere le eventuali prove mediante un'indagine imparziale. Un comitato speciale del consiglio d'amministrazione della società ha condiviso pubblicamente i risultati, tramite un comunicato pubblicato sul sito ufficiale di Riot Games.
"Dopo aver esaminato i risultati dell'indagine, non vi è alcuna prova che Nicolo Laurent abbia molestato, discriminato o fatto ritorsioni contro la signora O'Donnell. Il comitato speciale ha inoltre espresso la piena fiducia nella leadership di Nicolo, dichiarando che ogni azione (legale) è ingiustificata e che continuerà a operare come CEO".
Le indagini, come si legge nella nota di Riot, sono state supportate dalla piena collaborazione dello stesso Laurent. "Questa non è una raccomandazione che prendiamo alla leggera", dichiara la società. "Nei casi riguardanti i dirigenti di alto rango, ci rendiamo conto che le dinamiche di potere danno spesso origine a comportamenti e pregiudizi che infettano le esperienze degli altri all'interno dell'organizzazione". Il comitato ha poi concluso: "In questo caso, non siamo stati in grado di trovare alcuna prova che giustifichi una sanzione contro Laurent".
Chiudendo ufficialmente l'indagine, i membri del comitato hanno garantito che chiederanno la riapertura del caso se dovessero emergere nuove prove. L'avvocato di Sharon O'Donnell, nel frattempo, non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito alla decisione di Riot.
Sappiamo che quello di O'Donnell non è stato il primo caso di molestie legato a Riot Games: l'azienda è macchiata da una vera e propria cultura discriminatoria, criticata dagli stessi dipendenti che, nel 2019, si licenziarono come segno di protesta contro la società.
Curiosamente, nelle ultime ore si è diffuso un rumor che potrebbe essere ricollegato agli ultimi eventi riguardanti Riot. Sembra che Alienware abbia deciso di interrompere una partnership con gli sviluppatori di League of Legends, con largo anticipo sulla scadenza prevista per il gennaio 2022. La sussidiaria di Dell ha confermato che il proprio brand non è più uno sponsor di Riot Games, ma non ha voluto svelare i motivi di tale decisione né commentare ulteriormente.
11 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoForse è meglio aspettare l'indagine della polizia
Forse è meglio aspettare l'indagine della polizia
se c'è un reato vero si va dalla polizia se ci sono voci si fanno le indagini indipendenti .....
so di impiegate che hanno fatto protesta formale contro colleghi immigrati italiani per la questione delle mimose ( ambiente bancario/assicurativo .. donne con la cosa di legno non so se mi spiego.. ).
Mi pare che il tizio sia stato citato in giudizio, non credo che le "indagini indipendenti" possano sostituire un giudice
Hai qualche riferimento?? No, perchè saremmo veramente al top.
Mai arriveranno, però, a quanto sta dicendo la politica Margarita Borges in Spagna in questi giorni...
Le donne sono come gli uomini, basta togliergli:
razionalità e affidabilità (J. Nicholson) e io ci aggiungo anche la coerenza.
Se a portare la mimosa fosse stato un italiano, alto, occhi azzurri, palestrato e con una pacco da paura, avrebbero accettato di buon grado la mimosa col la bava alla fregna, ma se è una persona per cui non hanno minimamente interesse, fanno le offese e hanno pure il coraggio di dire di essere state molestate.
Di questi tempi è cosi, il vittimismo paga.
Come la gente di colore, che appena gli si dice qualcosa contro, ti appioppano l'etichetta del razzista così da metterti in cattiva luce e diventare tu il cattivo.
so di impiegate che hanno fatto protesta formale contro colleghi immigrati italiani per la questione delle mimose ( ambiente bancario/assicurativo .. donne con la cosa di legno non so se mi spiego.. ).
Ma le mimose per la giornata della donna è una consuetudine solo italiana, in altri paesi si è soliti donare altri fiori. Per cui se un italiano all'estero dona delle mimose ad una donna l'8 Marzo, è facile che sia frainteso.
Ora la calunniatrice deve pagare i danni d'immagine e morali a quel ragazzo.
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