Psn: Sony, un milione di dollari di assicurazione contro il furto di identità

In una lettera pubblicata sul blog PlayStation, il CEO di Sony Corp., sir Howard Stringer, chiede scusa agli utenti del Psn e promette un milione di dollari di assicurazione contro il furto di identità per ciascun utente.
di Rosario Grasso pubblicata il 06 Maggio 2011, alle 17:21 nel canale VideogamesSonyPlaystation
Il blog ufficiale PlayStation pubblica una lettera di sir Howard Stringer in cui il CEO di Sony Corp. chiede scusa per quanto avvenuto al PlayStation Network e annuncia l'avvio di un programma per gli utenti statunitensi di PlayStation Network e Qriocity che prevede un milione di dollari di assicurazione contro il furto di identità. Se il programma per il momento è valido solo per gli Usa, in un secondo momento Sony lo renderà attivo anche nelle altre nazioni. A tal proposito, sono imminenti nuovi annunci.
Il programma di assicurazione è possibile grazie a un accordo stipulato con la compagnia Debix. L'accordo consente di accedere gratuitamente a diversi servizi di Debix come il monitoraggio sul web e la costante sorveglianza dei dati personali, l'accesso prioritario a consulenze con investigatori privati esperti nel settore e specialisti nel recupero delle identià online, e fino a un milione di dollari per eventuali costi di recupero, spese legali e perdite finanziare dovute al furto di identità per un intero anno.
"Permettetemi di assicurarvi che tutte le risorse di questa azienda sono state interamente dedicate a indagare la vera natura e l’impatto dell’attacco cibernetico al quale siamo stati sottoposti e a risolvere i problemi che ne sono derivati. Siamo totalmente impegnati a ripristinare al più presto possibile un servizio completo e sicuro e a ricompensare adeguatamente la vostra pazienza. Non ci accontenteremo di niente di meno", scrive Stringer sul blog.
"Ad oggi non c’è alcuna prova confermata del fatto che siano state sottratte in modo fraudolento informazioni personali o relative alle carte di credito, e continuiamo a monitorare attentamente la situazione. Stiamo anche procedendo nel progetto di proteggere i nostri clienti in tutto il mondo dai furti d’identità".
"Mi scuso, personalmente e a nome dell’azienda, per tutti i disagi procurati agli utenti da questo attacco. Sotto la guida di Kazuo Hirai, abbiamo squadre di lavoro a tempo pieno in tutto il mondo per ripristinare l’accesso ai servizi con la massima rapidità e sicurezza possibili".
"So che qualcuno si è chiesto se non avremmo dovuto avvertire prima i nostri clienti. E’ una domanda giusta. Non appena abbiamo scoperto le dimensioni dei potenziali danni causati dall’intrusione, abbiamo disattivato PlayStation Network e Qriocity e ingaggiato alcuni dei migliori esperti del settore per determinare con esattezza cosa fosse accaduto. Vorrei poter aver ottenuto prima le risposte a tali quesiti, ma l’analisi forense è un processo complesso e richiede tempo. Gli hacker, dopo tutto, fanno del loro meglio per coprire le loro tracce, e ci è voluto tempo per i nostri esperti per trovare tali tracce e capire se e quali dati erano stati sottratti".
"Negli ultimi mesi, Sony ha dovuto affrontare un terribile terremoto e lo tsunami in Giappone. Ora ci troviamo di fronte invece ad un evento imprevisto causato dall’uomo (un attacco criminale contro di noi – e contro di voi) e stiamo lavorando con l’FBI e le forze dell’ordine di tutto il mondo al fine di arrestare i responsabili".
Ma chi è il responsabile dell'attacco al PlayStation Network? Nei giorni scorsi, Kazuo Hirai, presidente di Sony Computer Entertainment America, ha scritto e inviato al Congresso degli Stati Uniti una lettera in cui dettagliava i possibili rischi dell'attacco e sosteneva che i tecnici di Sony hanno trovato delle prove secondo le quali l'attacco al Psn sarebbe stato organizzato dal gruppo di hacker che si fa chiamare Anonymous. Queste prove, sembrerebbe un file di testo, potrebbero essere comunque state inserite per sviare le attenzioni dal vero responsabile.
Anonymous ha subito reso pubblico un comunicato in cui respinge le accuse di Sony, ribadendo la propria estraneità all'attacco. Secondo il comunicato, il furto di numeri di carta di credito non rientra nella filosofia di Anonymous, perché gli atti criminali che vanno a danneggiare le persone comuni e non i reali obiettivi dell’attacco non interessano al gruppo.
Tuttavia, sembrano possibili nuovi attacchi contro Sony. Secondo alcune fonti anonime, gli hacker hanno ancora gli strumenti per accedere ad alcuni dei server del gruppo giapponese. Pare che dopo PlayStation Network, Qriocity, Sony Online Entertainment, il prossimo bersaglio di chi attacca sarebbe il sito ufficiale di Sony.
Intanto, Stringer sostiene nella sua lettera che PlayStation Network sarà riaperto nei prossimi giorni. Chi ama il multiplayer attende impaziente.
22 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoChi ha letto la Trilogia millennium....
...ricorderà certamente la comunità di Hacker....vendetta di GeoHot....!?!?! ^-^walk on
sasadf
l'identita di una persona vale meno di 10 centesimi?
l'identita di una persona vale meno di 10 centesimi?
per il momento è solo per gli utenti statunitensi!
Del fatto che Sony sia perseguibile a termini di legge per non aver esercitato un'adeguata sorveglianza sui dati personali sembra non importare a nessuno!
l'identita di una persona vale meno di 10 centesimi?
E poi è solo un premio assicurativo: ciò vuol dire che sarà la compagnia assicurativa a farsi carico di tutte le spese in caso di furto di dati sensibili, siano essi pene pecuniarie imposte da un giudice o risarcimenti concordati con le parti.
l'identita di una persona vale meno di 10 centesimi?
E' un'assicurazione di 1 milione di dollari a persona
Ma vale solo per i residenti negli US, per l'Europa ci saranno notizie ad inizio settimana prossima (o almeno così dicono nel blog)
Veramente la legge , per quel che ne sò, stabilisce come "adeguato" il sistema che ne impedisca l' indebita appropriazione, tanto è vero che non stà al danneggiato dimostrare che i suoi dati non sono stati protetti, ma a chi li gestiva dimostrare che lo sono stati (e lo trovo alquanto difficile, visto che qualcuno se ne è appropriato!).
quindi andrebbero multati tutti quelli che subiscono furti?
Mi sembra una puttanata
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