Oms: ok ai videogiochi in quarantena. Ma non era disturbo mentale?

L'Organizzazione Mondiale della Sanità e l'industria del gaming insieme per rispondere all'emergenza sanitaria. Solo due anni fa inseriva i videogiochi nel capitolo sulle patologie mentali dell'International Classification of Diseases (ICD)
di Rosario Grasso pubblicata il 01 Aprile 2020, alle 16:21 nel canale VideogamesL'Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato una campagna di sensibilizzazione a proposito dell'attuale pandemia in corso da Coronavirus di concerto con le aziende che si occupano di sviluppo di videogiochi. #PlayApartTogether diventa così un invito a osservare le prescrizioni di distanziamento sociale predisposte dalla stessa Oms per contenere il contagio. Contemporaneamente, può essere uno stimolo e un aiuto per affrontare la quarantena senza rinunciare completamente alle relazioni sociali, che possono avvenire in forma telematica tramite i videogiochi.
Per l'occasione sono previsti eventi dedicati, esclusive, ricompense in-game e addirittura giochi distribuiti gratuitamente. Hanno aderito molte aziende che agiscono nel settore dei videogiochi, come Activision Blizzard, Kabam, Snap Games, Amazon Appstore, Maysalward, Twitch, Big Fish Games, Playtika, Unity, Dirtybit, Pocket Gems, Wooga, Glu Mobile, Riot Games, YouTube Gaming, Jam City, SciPlay e Zynga, come si può leggere nel comunicato ufficiale.
L'obiettivo è “raggiungere milioni di persone con messaggi importanti per aiutare a prevenire la diffusione di Covid-19”, ha dichiarato Ray Chambers, ambasciatore dell'Oms per la strategia globale. ""Non è mai stato così difficile preservare la salute delle persone. I giochi sono la piattaforma perfetta perché collegano le persone con gioia, scopi e significati. Siamo orgogliosi di partecipare a un'iniziativa così utile e necessaria" ha aggiunto Bobby Kotick, CEO di Activision Blizzard.
Non perdere lo speciale con i migliori giochi da soli ed in compagnia, gratuiti e a pagamento"Aderiamo all'iniziativa dell'Oms insieme agli studi di gioco di tutto il mondo, con #PlayApartTogether per appiattire la curva dei contagi di COVID-19. I giochi sono un modo unico per rimanere in contatto con amici e familiari, anche se non possiamo stare insieme fisicamente" ha scritto Riot Games sul proprio profilo Twitter.
L'iniziativa è allo stesso tempo molto curiosa perché meno di due anni fa l'Organizzazione Mondiale della Sanità inseriva il 'gaming disorder' nel capitolo sulle patologie mentali dell'International Classification of Diseases (ICD). È ovvio che ci troviamo in una situazione straordinaria, dove i videogiochi, se usati nelle giuste dosi, possono rappresentare un aiuto molto valido. L'identificazione ufficiale della dipendenza videoludica, inoltre, serve soprattutto agli operatori sanitari per identificare gli interventi di prevenzione e trattamento più appropriati.
5 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIl disordine è la "dipendenza da videogioco", non il videogioco in sé. È come dire che chi beve un bicchiere di vino al giorno sia un alcolizzato. Trattare l'alcolismo non significa vietare di bere una birra a una persona non dipendente. Affermare che bisogna prevenire la dipendenza da videogiochi non significa vietarne l'uso moderato.
Videogiocatori occasionali maledetti
Ora tutti sui videogiochi ed i server non reggono, io odio i videogiocatori occasionali!Articolo indegno
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