Naughty Dog: Neil Druckman non vuole che sia 'la casa di The Last of Us'

Naughty Dog: Neil Druckman non vuole che sia 'la casa di The Last of Us'

Neil Druckman ha spiegato che Naughty Dog non rimarrà "lo studio di The Last of Us" per sempre. Ci sono diversi giochi in lavorazione presso la software house, tra cui "molteplici progetti per giocatore singolo".

di pubblicata il , alle 15:04 nel canale Videogames
PlaystationSonyNaughty Dog
 

In una recente intervista con il Los Angeles Times, Neil Druckman ha parlato del futuro di The Last of Us e di Naughty Dog. Il presidente della software house ha chiarito che Naughty Dog non rimarrà "lo studio di The Last of Us per sempre", spiegando che c'è spazio anche per altri giochi.

The Last of Us rappresenta indubbiamente l'opera massima di Naughty Dog – almeno per il momento. Il primo capitolo è stato rilasciato su PS3, per poi continuare a macinare numeri su PS4 e successivamente su PS5 con il suo remake, fino a raggiungere il PC a marzo dello scorso anno – qui la nostra recensione.

The Last of Us Parte II non è da meno: rilasciato su PS4, di recente è tornato a far parlare di sé con la remaster per PS5 e possiamo ritenere certo il suo arrivo su PC, seppur al momento neanche Sony ne abbia ancora accennato. In ultimo, ma non per importanza, l'anno scorso insieme al rilascio su PC c'è stato anche l'esordio della serie TV della quale si attende la seconda stagione.

Insomma, The Last of Us, con alti e qualche basso, è un franchise di successo qualsiasi sia la piattaforma o il media sul quale approdi. Tuttavia, Neil Druckman non vuole che sia l'unico nome associato allo studio. Anzi, il capo di Naughty Dog ha spiegato che il team è al lavoro su diversi progetti contemporaneamente e vi è ancora molto spazio per i giochi single-player incentrati sulla trama.

In buona sostanza, Druckman non vuole che il suo studio venga ricordato per un singolo franchise, ma per aver delineato un genere. Replicare il successo ottenuto da Joel ed Ellie sarà un'impresa ardua, ma come spiega lo stesso responsabile: "Creiamo esperienze intrise di storia e personaggi, in particolare di relazioni. Le storie hanno una sorta di nucleo filosofico intorno al quale tutto ruoterà e nel quale tutto si alimenterà".

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