Microsoft DirectStorage ridurrà il carico sulla CPU fino al 40% durante il gaming

In un nuovo video dedicato a DirectStorage, il senior software engineer di Microsoft Cooper Partin rivela che l'API ridurrà l'overhead sulla CPU fino al 40% in alcuni casi. Nel video, inoltre, vengono approfondite le differenze esistenti su Windows 10 e 11.
di Vittorio Rienzo pubblicata il 31 Marzo 2022, alle 09:21 nel canale VideogamesMicrosoftWindowsWindows 10Windows 11
Secondo quanto riportato in un video realizzato ad hoc per gli sviluppatori, Microsoft DirectStorage sarà in grado di ridurre il carico sulla CPU tra il 20% e il 40% durante l'esecuzione dei giochi. Va sottolineato che i dati divulgati da Cooper Partin, senior software engineer di Microsoft al lavoro sulla nuova API e protagonista del video, si riferiscono alle prestazioni ottenute sull'ultimo sistema operativo della casa di Redmond: Windows 11.
Per coloro che non lo sapessero, DirectStorage è una nuova tecnologia sviluppata da Microsoft originariamente per l'ultima generazione di console, ovvero Xbox Series X e Series S. Dopo i risultati interessanti ottenuti in ambito console, Microsoft ha deciso di portare l'API anche sui PC Windows. Ma di cosa si tratta? Detta in maniera semplice, è una soluzione per migliorare le performance di tutto ciò che attiene al rapporto tra i giochi e il caricamento dei dati archiviati, specie sui veloci SSD. Lo scopo di DirectStorage è quello di aggirare il più possibile la CPU per mettere in comunicazione diretta la GPU e la relativa VRAM con l'SSD, velocizzando i processi di caricamento e rendering (qui un approfondimento).
La nuova API, che va a sostituire la preesistente ideata molti anni orsono, permette ridurre il carico di lavoro sulla CPU fino al 40%. Naturalmente, l'efficacia della nuova soluzione dipenderà da diversi fattori, come l'hardware a disposizione del giocatore e l'implementazione da parte dello sviluppatore. In precedenza, Microsoft aveva già sottolineato l'importanza di un SSD NVMe da affiancare alla GPU insieme all'utilizzo di Windows 11. Uno dei principali dubbi, infatti, riguarda i benefici di cui potranno godere gli utenti di Windows 10 che sono stati definiti "minori" rispetto a quelli ottenibili con l'ultima release del sistema operativo. Nel video, Partin, approfondisce (non troppo) la questione, spiegando che "ciò è da attribuire ai progressi nello stack di file IO compiuto su Windows 11 e ai miglioramenti generali di quella piattaforma".
In ogni caso, l'ingegnere ha rassicurato i videogiocatori che adottano ancora il precedente sistema che, pur non offrendo le stesse prestazioni, DirectStorage restituisce un miglioramento con qualsiasi tipo di configurazione. L'API, infatti, è perfettamente utilizzabile anche in presenza di SSD SATA o addirittura di hard disk magnetici. In quest'ultimo caso, però, il miglioramento dovrebbe essere piuttosto marginale. In ogni caso, la riduzione del carico sulla CPU consentirà di sfruttare le risorse libere in altro modo, andando ad espandere le possibilità a disposizione degli sviluppatori o garantendo ai giocatori migliori prestazioni.
Il primo gioco a sfruttare la nuova API su PC sarà Forspoken, che qualche giorno fa si è mostrato con risultati promettenti, ma non proprio entusiasmanti. Il Technical Director di Luminous Production, Teppei Ono, ha tuttavia spiegato che l'implementazione non è completa e solo una piccola parte del carico dalla CPU è stata effettivamente rimossa.
Inoltre, anche Microsoft ha sottolineato che si tratta di una tecnologia ancora in sviluppo con alti margini di miglioramento. È ancora presto, quindi, per poter tirare le somme sulla nuova soluzione della casa di Redmond, ma è evidente che l'API rappresenti un ulteriore tassello verso un'esperienza di gioco di nuova generazione.