In Italia il 61% dei giocatori è un mobile gamer
Il 61% del campione è un mobile gamer (contro una media europea del 56%, e il 90% della Cina), registrando un tasso di crescita del 7% rispetto al 2019, soprattutto presso donne (+11%) e 45-54enni (+10%)
di Rosario Grasso pubblicata il 16 Febbraio 2021, alle 18:01 nel canale VideogamesDeloitte
47 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIl fatto che sia giocabile in mobilità, non vuol dire che lo si giochi sono quando si è in metropolitana CUT
Cioé vuoi dire che a Falconara marittima c'è la metro???
Da quando 1 giocatore su 9 è superiore al 56% (Europeo) / 61% (Italiano)?
Non è detto. Anzi, si tratta di qualcosa che poteva essere vera fino a qualche anno fa, ora non più (certo, devi avere uno smartphone performante).
Per dire: io ho giocato per un poco a Genshin Impact prima su PC e poi ho provato a farlo girare sullo smartphone, e graficamente non aveva nulla da invidiare. I limiti grafici di alcuni giochi, più che per questioni tecniche, sono per questioni commerciali: non tutti hanno lo smartphone da 1000 euro, per cui devi scendere a compromessi per avere il massimo bacino d'utenza.
Più in generale i giochi mobile, giocati su schermi comunque piccoli o con controller limitati, hanno sicuramente le loro potenzialità e la loro giusta collocazione. Il punto è l'errore di fare il paragone 1:1 con i giochi su Console/PC: per via dell'architettura hardware attorno alla quale girano alcuni tipi di gioco sono più adatti di altri.
Il succitato Genshin Impact: la versione Android non solo è graficamente fatta bene, ma anche i vari menù e la gestione dell'interfaccia è molto buona, sono rimasto piuttosto stupito. Ma rimane un gioco con una buona componente action: solo muovere il personaggio con i comandi touch è una bestemmia, figuriamoci durante gli scontri. A quel punto dovresti portarti dietro un joypad, ma se devi portarti dietro le peggio cose per giocare in mobilità va a farsi benedire uno dei capisaldi della mobilità.
Poi chiaramente un conto è giocare all'aperto con tutte le distrazioni esterne del caso, su uno schermo comunque "mignon" e tutte le problematiche accessorie (batteria che si esaurisce, Sole sullo schermo, gente che distrae...); un altro è comodamente a casa tua, magari su uno schermo 50 pollici, audio multicanale, un controller vero tra le mani, birra e rutto libero (cit.).
Che poi per loro natura i giochi mobile attirino molti casual player è evidente, ma ci sono anche molti giocatori che invece non sono casual.
Concordo... anche perchè altrimenti non esisterebbe il ROG Phone (nè altri telefoni simili), ed invece ne hanno già fatti almeno un paio di modelli in pochi anni
Giochetti totalmente inutili, 20 anni fa leggevi un libro, ora ti rimbambisci, con giochetti o social.
Boh a me sti discorsi da boomer fan sempre ridere:
(Premesso che 20 anni fa tutti erano al telefono con gli SMS non con l enciclopedia in mano...)
Apparentemente una volta erano tutti intellettuali, acculturati ecc perchè c'era la sacra carta (igienica? La stampa italiana è sempre stata a quel livello) anzichè questi moderni aggeggi new age...
Poi però in pratica erano tutti più razzisti, misogini ecc evidentemente qualcuno ha vissuto in un multiverso stile film Marvel...
PS: chi prima leggeva un romanzo, ora legge un eBook così come chi non leggeva prima non legge ora
Chi con un Mitsubishi, un Motorola, un Nokia, un Alcatel, un Siemens, un Ericsson etc, usavano quotidianamente SMS avevano due limiti. Uno era il costo dell' sms elevato per cui si faceva l'impossibile per mandare solo gli essenziali per parlarne poi di persona o al limite per telefonata GSM e anche li il problema era lo stesso (come lo era ugualmente col telefono di casa laddove una volta taluni usavano persino il lucchetto sulla ghiera pur di limitarne l'uso); il secondo era proprio la limitatezza della tecnologia hardware e software. Gli sms non si erano evoluti come strumento di chat semmai una evoluzione dell'idea originaria del cercapersone per mettersi d'accordo per vedersi con amici, per la serata etc.. l'hardware dei telefoni di allora non permetteva praticamente altro, pochi SMS, poche chiamate, rubrica liimitata, giochini inutili/utili al solo passatempo in "stile Tamagotchi" come portachiave.
Sul discorso della cultura e della carta stampata beh non era certo tutto meglio ma nemmeno tutto da buttare per esempio guardiamo alle discussioni mediatiche. Tralasciando l'inizio nefasto dei programmi per la risata senza senso, se si vedono i dibattiti degli anni '70/'80, la prima cosa che appare e' la serenità e silenzio e pacatezza e rispetto delle opinioni altrui con temi che oggigiorno farebbero addormentare molti.
Il libro stampato era molto piu' venduto e dubito che oggi chi abbia cento libri anche costassero un decimo su un ebook se li sia letti tutti cento (dubito che la maggior parte lo faccia, non che magari qualcuno riesca) e imho per gli stessi problemi: manca il tempo e soprattutto manca la fisicità dell'oggetto per cui un singolo libro di carta dopo un po' diventa(va) quasi un principio doverlo finire. Un libro digitale ebook non e' la stessa cosa. Figuriamoci poi se oltre all' ebook ha anche Wifi, browser, app-store, giochi etc.. Tra l'altro ricordo in alcune conferenze taluni confermare che da ricerche rispetto a diverse decadi fa, la persona mediamente conosce oggi una frazione (che ora non ricordo quantificabile) delle parole che conosceva allora. Se trovo un riferimento statistico lo scrivo ma non e' difficile credervi: basta guardare appunto anche solo le interviste delle persone comuni ma anche il linguaggio usato comunemente alla tv degli anni 60/70 per notare una miriade di parole di cui si fa fatica ricordare il significato se non addirittura mai usato.
Non dico che si stesse meglio a prescindere ma nemmeno che oggigiorno le cose vadano meglio a prescindere. Se si pensa a quegli anni grazie proprio alla limitatezza della tecnologia si poteva restare es. 24 ore senza sentirsi con parenti perche' lontano dal telefono di casa o in vacanza e nessuno andava nel panico perche' non si rispondeva e semplicemente andando ad una certa ora alla cabina col gettone.
Chi ha vissuto quegli anni puo' forse fare un paragone di cosa sia meglio oggi o peggio oggi.
Chi con un Mitsubishi, un Motorola, un Nokia, un Alcatel, un Siemens, un Ericsson etc, usavano quotidianamente SMS avevano due limiti. Uno era il costo dell' sms elevato per cui si faceva l'impossibile per mandare solo gli essenziali per parlarne poi di persona o al limite per telefonata GSM e anche li il problema era lo stesso (come lo era ugualmente col telefono di casa laddove una volta taluni usavano persino il lucchetto sulla ghiera pur di limitarne l'uso); il secondo era proprio la limitatezza della tecnologia hardware e software. Gli sms non si erano evoluti come strumento di chat semmai una evoluzione dell'idea originaria del cercapersone per mettersi d'accordo per vedersi con amici, per la serata etc.. l'hardware dei telefoni di allora non permetteva praticamente altro, pochi SMS, poche chiamate, rubrica liimitata, giochini inutili/utili al solo passatempo in "stile Tamagotchi" come portachiave.
Sul discorso della cultura e della carta stampata beh non era certo tutto meglio ma nemmeno tutto da buttare per esempio guardiamo alle discussioni mediatiche. Tralasciando l'inizio nefasto dei programmi per la risata senza senso, se si vedono i dibattiti degli anni '70/'80, la prima cosa che appare e' la serenità e silenzio e pacatezza e rispetto delle opinioni altrui con temi che oggigiorno farebbero addormentare molti.
Il libro stampato era molto piu' venduto e dubito che oggi chi abbia cento libri anche costassero un decimo su un ebook se li sia letti tutti cento (dubito che la maggior parte lo faccia, non che magari qualcuno riesca) e imho per gli stessi problemi: manca il tempo e soprattutto manca la fisicità dell'oggetto per cui un singolo libro di carta dopo un po' diventa(va) quasi un principio doverlo finire. Un libro digitale ebook non e' la stessa cosa. Figuriamoci poi se oltre all' ebook ha anche Wifi, browser, app-store, giochi etc.. Tra l'altro ricordo in alcune conferenze taluni confermare che da ricerche rispetto a diverse decadi fa, la persona mediamente conosce oggi una frazione (che ora non ricordo quantificabile) delle parole che conosceva allora. Se trovo un riferimento statistico lo scrivo ma non e' difficile credervi: basta guardare appunto anche solo le interviste delle persone comuni ma anche il linguaggio usato comunemente alla tv degli anni 60/70 per notare una miriade di parole di cui si fa fatica ricordare il significato se non addirittura mai usato.
Non dico che si stesse meglio a prescindere ma nemmeno che oggigiorno le cose vadano meglio a prescindere. Se si pensa a quegli anni grazie proprio alla limitatezza della tecnologia si poteva restare es. 24 ore senza sentirsi con parenti perche' lontano dal telefono di casa o in vacanza e nessuno andava nel panico perche' non si rispondeva e semplicemente andando ad una certa ora alla cabina col gettone.
Chi ha vissuto quegli anni puo' forse fare un paragone di cosa sia meglio oggi o peggio oggi.
Non concordo: una cosa è doversi ricordare un titolo/ecc e un'altra è riuscire a ricordarselo...
Risultato: una miriade di titoli/ecc confusi e di cui si preferisce basarsi sulla bozza del proprio ricordo che magari è e resta pure sbagliato (e quindi ignoranza, che si diffonde se esternata anche a terzi) piuttosto che verificarne la correttezza da fonti esterne (esempio: internet, come hai scritto tu)
Altro esempio: probabilmente/sicuramente la generazione mia e soprattutto quelle precedenti ricordano a memoria i numeri di telefono "di più e meglio" delle nuove generazioni, ma è tutto spazio occupato per un'informazione futile (solo i numeri di emergenza sono strettamente necessari, per il resto ci pensa la rubrica)
per esperienza concordo ma è e rimane inutile che io perda tempo/memoria per tentare di ricordare una serie di informazioni (in questo caso: riferimenti e semafori) utili in una singola situazione.
esempio: io anni fa andavo spesso all'Autodromo di Monza (5 o 6 volte all'anno al massimo), essendo un'ora di strada, ogni volta mettevo il navigatore perchè c'erano sempre quelle 2/3 svolte cruciali di cui scordavo la direzione corretta (peraltro le strade cambiavano di anno in anno)... ricordare tutte le direzioni mi sarebbe servito solo in quel tragitto mentre sarebbe stato inutile del 99.9997% del resto della mia vita.
Poi se parliamo in generale di "sapersi orientare" o di "conoscere la zona in cui si vive" allora è un altro discorso
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