Il CEO di Take-two pensa che i prezzi dei giochi siano troppo bassi per ciò che offrono
Il CEO di Take-Two Strauss Zelnick ha parlato del prezzo dei videogiochi: a suo dire, l'attuale prezzo è basso rispetto al valore offerto per ora di gioco e alla durata dell'esperienza complessiva, specie se raffrontata a cosa avviene nel mondo delle streaming di film e serie.
di Manolo De Agostini pubblicata il 11 Novembre 2023, alle 09:01 nel canale VideogamesGrand Theft AutoTake-Two
In passato si è vociferato che GTA 6, l'attesissimo successore dell'immortale GTA 5, costerà qualcosa come 150 dollari. Ora, che ci si creda o no, e che sarà così o no, dall'editore Take-Two e più precisamente dal CEO Strauss Zelnick arrivano considerazioni sul prezzo dei videogiochi che lasciano aperta la porta a possibili rialzi futuri, a prescindere da GTA 6.
In una conferenza stampa a margine dei risultati finanziari, Zelnick ha messo in guardia un investitore dal "generalizzare" sul prezzo dei giochi, rapportando il tutto a quanto succede nel campo delle streaming di serie TV e film, con realtà come Netflix che hanno dovuto aumentare gli abbonamenti per far fronte ai costi dopo essersi proposti inizialmente a prezzi bassi per far accrescere il loro pubblico.
Secondo Zelnick, mentre i videogiochi stanno virando anch'essi verso i servizi interattivi, ciò non significa che siano soggetti alle stesse logiche commerciali dei "vecchi media non interattivi". In poche parole, secondo il CEO, i publisher ritengono che i videogiochi offrano di più di quanto costano.
Zelnick ha parlato anche della metodologia che Take-Two usa per calcolare quelli che sarebbero i prezzi corretti dei videogiochi: "[…] fondamentalmente l'algoritmo è il valore d'uso previsto dell'intrattenimento, vale a dire il valore orario moltiplicato per il numero di ore previste più il valore terminale percepito dal cliente sulla proprietà, se il titolo è di proprietà piuttosto che affittato o sottoscritto", ha detto.
Fondamentalmente Zelnick vuole dire che Take-Two prende il tempo di gioco stimato totale, dà a ogni ora di gioco un valore e poi tiene conto del valore percepito dal giocatore sulla base che il titolo sia acquistato, affittato o parte di un abbonamento.
"In base a questo standard i nostri prezzi sono ancora molto, molto bassi, perché offriamo molte ore di coinvolgimento, il valore del coinvolgimento è molto alto. Quindi penso che il settore nel suo insieme offra un eccellente rapporto prezzo-valore per i consumatori".
Il CEO ha ricordato che ci sono stati pochissimi aumenti di prezzo nel settore. L'aumento di prezzo più recente, quello del 2022, "è stato il primo aumento per molti anni dopo diverse generazioni. Quindi penso che offriamo un valore eccezionale ai consumatori".
Zelnick non è l'unico dirigente a pensare che i giochi di grande successo costino poco. A settembre, il presidente di Capcom Harushiro Tsujimoto ha tenuto un discorso al Tokyo Game Show (grazie Kotaku ) sostenendo che i prezzi dei videogiochi sono "troppo bassi" dato che i costi di sviluppo sono ora "100 volte" più alti rispetto all'era Famicon.
"C'è anche la necessità di aumentare i salari", aggiunse. "Considerando il fatto che i salari stanno aumentando nel settore nel suo insieme, penso che l'aumento dei prezzi unitari sia un'opzione salutare per le imprese".
36 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoTagliamo tutti quegli open world che offrono solo dispersione e quest ripetitive ( quelli fatti realmente bene no ovviamente ).
Fate solo action in terza persona lineari alla GOW o alla Dead Space o alla RE.
E i prezzi dei componenti che servono per giocare non li consideriamo?
Ma alzino pure quanto vogliono, tanto non abbiamo voce in capitolo
Però personalmente non comprerò, come non comprerò un gioco a più di 50€ (day one)
Link ad immagine (click per visualizzarla)
Più alzano, più io abbasso
E questi vogliono aumentare i prezzi? Poi si lamentano della pirateria.... Piuttosto torno a giocare a Monopoli...
Poi si pongono degli obiettivi talmente esagerati che ci troviamo con due o tre OW uber alles all'anno che escono pieni di bug e con requisiti hardware sballati dalla scarsa ottimizzazione che la gente compra e stronca.
Software house come betheshda e CD projekt sono destinate a fallire con questo modello.
Non capisco per quale fottuto motivo non producano dei videogiochi "normali", tipo avventure lineari, gestionali, simulatori, avventure grafiche, eccetera. Ci investi 10 milioni e ne ricavi 50 con uno o due anni di lavoro.
Ma tieni in produzione anche il mega open word che richiede 10 anni di lavoro, solo che nel mentre incassi soldi e produci giochi che i giocatori apprezzerano (si spera).
E invece no... tutta la software house impegna 300 persone in un progetto di almeno 5 anni senza fare nient'altro nel mentre.
e poi ci raccontano che il prezzo è troppo basso... per me sono solo andati in tilt, i big sono entrati tipo in una bolla da cui non vedono come stanno le cose nella realtà.
E nella realtà la gente per diversificare si compra gli indie prodotti da uno smanettone in cvameretta a 30€ perché le grosse software house sono impegnate solo a produrre giochi colossali.
Che poi chi cazzo ha il tempo per giocare sti mega giochi da 50 ore solo di main? I ragazzini? Ok, chiedano ai bambini e ai ragazzini 100$ per il mega open word...
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