Fortnite, pro player a 8 anni: un team lo ha reclutato per 33mila dollari
Joseph Deen ha una grande passione per i videogiochi, in particolare per Fortnite, il battle royale di Epic Games. A soli 8 anni, Joseph ha ricevuto il suo primo ingaggio da una società eSport, diventando così uno dei giocatori professionisti più giovani del mondo.
di Pasquale Fusco pubblicata il 03 Marzo 2021, alle 17:41 nel canale VideogamesEpicFortnite
41 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSono i soliti due pesi due misure, si guadagna a livello di società e non si ha la percezione del percolo tutto va bene, senza però far notare che i banbini sono i migliori per entrare nei cunicoli delle miniere di diamanti o per fare accattonaggio in strada, sono così teneri e spezzano il cuore.
Tutti punti di vista, il pupo si diverte ok, tanto poi si vedrà la mamma ed il papà implorare il mondo appena qualcosa va storto... (4 giorni di articoli su bimbominchia bannato e mandato via dalla villa da 4 milioni di euro..ecc)
Io delegherei gli e-sport in età minorile ad un collegio militare di stato obbligatorio, togliendo la patria potestà fino al compimento del 18° anno, e tutti i proventi allo stato, poi ne riparliamo, di quanto i bambini sono felici.
Gioco è Gioco a se stesso, non appena diventa lucrativo è LAVORO a tutti gli EFFETTI e quindi andrebbe VIETATO ai MINORI d'età. (almeno da 0 a 14 anni)
Pure il cinema andrebbe regolarizzato meglio in tale senso.
Sono i soliti due pesi due misure, si guadagna a livello di società e non si ha la percezione del percolo tutto va bene, senza però far notare che i banbini sono i migliori per entrare nei cunicoli delle miniere di diamanti o per fare accattonaggio in strada, sono così teneri e spezzano il cuore.
Tutti punti di vista, il pupo si diverte ok, tanto poi si vedrà la mamma ed il papà implorare il mondo appena qualcosa va storto... (4 giorni di articoli su bimbominchia bannato e mandato via dalla villa da 4 milioni di euro..ecc)
Io delegherei gli e-sport in età minorile ad un collegio militare di stato obbligatorio, togliendo la patria potestà fino al compimento del 18° anno, e tutti i proventi allo stato, poi ne riparliamo, di quanto i bambini sono felici.
Gioco è Gioco a se stesso, non appena diventa lucrativo è LAVORO a tutti gli EFFETTI e quindi andrebbe VIETATO ai MINORI d'età. (almeno da 0 a 14 anni)
Pure il cinema andrebbe regolarizzato meglio in tale senso.
Concordo pienamente su questa parte.
E' assurdo vedere che una passione venga sfruttato per fini economici.
Anche se la stessa cosa avviene anche in altri sport (motociclismo, automobilismo, ginnastica, danza, sci, etc...).
E comunque non mi risultano videogiochi che sono vietati per legge entro una certa età. Per quanto sia sbagliato far vedere un film violento o far giocare a GTA un bambino di 7-8 anni, non esistono proibizioni in tal senso.
E' assurdo vedere che una passione venga sfruttato per fini economici.
Anche se la stessa cosa avviene anche in altri sport (motociclismo, automobilismo, ginnastica, danza, sci, etc...).
L'unica cosa che mi sento di dire a riguardo che per arrivare a certi livelli (e quindi guadagnare certe cifre) quella passione deve continuare ad esserci ed essere la prima fonte di alimentazione del "lavoro" che vai a svolgere... oltre ad un certo tipo di talento.
Altrimenti rimani a giocare nei campetti di periferia in eccellenza o promozione, ma anche in Lega PRO, dove prendi 4 becche che ti bastano per una settimana e sei fortunato se non devi pagare per affittare il campo da gioco.
Noi guardiamo sempre quelli che prendono vagonate di milioni, ma per ognuno di loro ce ne sono centinaia di migliaia che praticano lo stesso sport, e magari con ugual passione, che non intascano nulla o talmente poco che non possono fare a meno di avere un "vero lavoro".
Sono il primo a dire che i guadagni di alcuni sportivi sono estremamente esagerati in rapporto a quello che fanno, ma quei guadagni sono legati al tipo di mercato generato ed è proprio la loro passione (e talento) che gli permette di generare quel mercato, che a sua volta gli permette di continuare a portare avanti la loro passione senza doversi preoccupare di impiegare il loro tempo in altro. Le due cose si intrecciano e vivono in simbiosi, a tal punto che diventa poi difficile capire dove inizia l'una (la passione) e dove inizia l'altra (i guadagni).
Poi qui parliamo di Fortnite, e qualcuno ha citato il calcio perchè fa sempre bene parlarne male da chi in Italia lo demonizza... ma avete idea in quanti sport, e non certo da ieri, molti bambini iniziano a dedicargli anima e corpo ancor prima dei 7-8 anni, assorbendo la loro vita fin da piccoli? Si potrebbero citare esempi come diverse atlete di ginnastica, o potremmo citare l'esempio di Andrè Agassi... ma sono solo esempi tra i più evidenti di un "mondo" che è molto vasto.
Qui pare essere cascati dal pero con il bambino che ora ha un contratto su Fortnite a 8 anni. Non voglio dire nè che sia giusto nè che sia sbagliato (ci sarebbe molto da discutere in tal senso), ma non è certo qualcosa di "strano" o "nuovo".
Fa solo notizia perchè in questo caso si parla di un videogioco.
come è umano lei... rag. Fantocci.
ma mi scusi, si accanisce contro la vittima
che, non avendo la facoltà di decidere, per ovvi motivi
fisiologici (anche se in alcuni stati concederebbero
ad un coetaneo la "libertà" di prendere ormoni indirizzanti
ad un presunto genere differente), non è in grado di
comprendere che è improbabile che stare, quante?, 5 o 6 ore
-non sono al corrente di quanto serva diventare un pro-
davanti ad un monitor, in quella fase della vita, non è
quello che il corpo e la psiche necessitano,
e non si scaglia contro i carnefici,
o chi li aiuta (pensando di fare il bene della vittima)?
non è che, per caso, è anche contrario alla DAD?
strano modo di valutare le cose.
-
@cronos1990
vero che il PEGI non fa legge
ma non è rivolto ai minori che, quanto tali,
non hanno ne facoltà, ne capacità giuridica, di scelta autonoma.
è rivolto ai genitori o agli educatori
sta a loro impedire che i videogiochi sconsigliati finiscano
nella mani dei figli o degli educandi in età non adeguate.
poi, se lei è genitore, può pure dare una canna
o una striscia, a suo figlio, sin tanto che non la prendono.
e non creda che siano cose estremamente differenti.
agiscono entrambe a livello cerebrale,
e gli effetti li verifica solo a posteriori.
@cronos1990
vero che il PEGI non fa legge
ma non è rivolto ai minori che, quanto tali,
non hanno ne facoltà, ne capacità giuridica, di scelta autonoma.
è rivolto ai genitori o agli educatori
sta a loro impedire che i videogiochi sconsigliati finiscano
nella mani dei figli o degli educandi in età non adeguate.
poi, se lei è genitore, può pure dare una canna
o una striscia, a suo figlio, sin tanto che non la prendono.
e non creda che siano cose estremamente differenti.
agiscono entrambe a livello cerebrale,
e gli effetti li verifica solo a posteriori.
Resta però una loro scelta cosa fare in merito, non un obbligo di legge. E tralasciando i discorsi su come influiscono certi media nelle giovani menti, parliamo di persone che (purtroppo) neanche ci fanno caso a certe cose. Io conosco la classificazione PEGI/ESRB perchè sono un videogiocatore, ma la maggior parte dei genitori non sa cosa sia e compra a scatola chiusa.
E questo è un problema perchè invece dovrebbero controllare cosa comprano per i figli, ma non lo fanno, e il PEGI è uno strumento creato proprio per loro e per questo tipo di problematiche, non certo per me che la gioventù mi ha già lasciato da tempo .
E' una loro scelta, con tutti gli errori che questo comporta... ma se la scelta è solo legata al "far felice il bambino così che non rompa" o "farlo diventare professionista per fargli guadagnare un mucchio di quattrini", chiaro che qualcosa nell'educazione che impartiscono non va.
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