È davvero la potenza ciò che vogliamo dalle console o ha ragione Nintendo?
Negli ultimi 10 anni, il mercato delle console ha subito una metamorfosi guidata ancora oggi dalla cometa della "potenza". Ma abbiamo davvero bisogno di ancora più potenza o forse sono altri i punti deboli che hanno consentito al PC di recuperare terreno.
di Vittorio Rienzo pubblicata il 30 Novembre 2024, alle 10:01 nel canale VideogamesMicrosoftXboxSonyPlaystationNintendoNintendo Switchgaming hardware
Nell'ultimo decennio, il mercato delle console è chiaramente mutato. Molto è cambiato rispetto al passato: hardware, prezzi, modelli di vendita e perfino la vita commerciale delle piattaforme. Una metamorfosi del settore lenta, ma che sembra ormai arrivata a un binario morto.
La nona generazione di console, quella attuale, è la prima che vedo scorrere senza nutrire alcun interesse per le piattaforme. Sarà l'età, sarà la flessibilità e il supporto sempre maggiore del PC e indubbiamente anche i costi, ma per la prima volta non sento né l'esigenza né la semplice voglia di possedere una pratica e comoda console.
Tuttavia, mi ha assalito un dubbio amletico: sono io ad essere cambiato o sono le console ad aver perso mordente, ad essere meno attraenti rispetto al passato? La risposta, probabilmente, si trova nel mezzo.
Perché, se da un lato gli interessi cambiano inevitabilmente nel corso del tempo, è forse l'offerta ad aver contribuito a una "scadenza anticipata": le console domestiche forniscono meno ragioni per un upgrade rispetto al passato e vi spiego, secondo il mio punto di vista, perché.
La potenza: una corsa sfiancante
Il principale motivo che spingeva all'acquisto di una nuova console era la potenza: una nuova generazione offriva ogni volta progressi non solo significativi in termini prestazionali, ma anche evidenti a colpo d'occhio. Così, negli anni, i produttori si sono sfidati nella realizzazione di console sempre più performanti.
È questa la filosofia con cui Microsoft ha introdotto la sua prima Xbox ed è quella con cui tutti i produttori (Nintendo inclusa) hanno tentato di confrontarsi. Attualmente, la potenza raggiunta dalle piattaforme Microsoft e Sony è paragonabile a quella di un PC di fascia media – non a caso ambedue le piattaforme sfruttano due varianti personalizzate della medesima APU prodotta da AMD.
Tuttavia, c'è un'enorme differenza tra il PC e le due console: mentre il primo si rivolge a un pubblico estremamente esigente e restio ai compromessi, le console sono indirizzate a un'utenza mainstream che non cerca solo la convenienza, ma anche un sistema accessibile e immediato che offra vantaggi visibili.
Ed ecco dove oggi, forse, le console falliscono completamente. A dimostrarlo una volta per tutte ci ha pensato proprio l'ultima arrivata sul mercato, PS5 Pro, i cui vantaggi faticano a giustificare una spesa (in Europa) doppia rispetto alla controparte Slim.
Secondo Daniel Ahmad, direttore della ricerca presso Niko Partners, PS5 Pro rappresenterà solo il 10% delle vendite totali di PS5, laddove PS4 Pro aveva coperto il 15% del totale. Un risultato perfino considerevole tenendo conto del prezzo e delle alternative offerte in questa generazione, ma pur sempre inferiore rispetto al passato.
Dal canto suo, Microsoft fino a qualche mese fa ha potuto vantare la soluzione più potente del mercato. Tuttavia, nonostante un'offerta completa a un prezzo più basso – Xbox Series X ha mantenuto il prezzo di 500 euro – anche Microsoft si è scontrata con la realtà: non è la potenza a fare il successo della piattaforma.
È stato proprio Phil Spencer a lanciare una frecciatina a tal proposito ai colleghi giapponesi, quando durante un'intervista ha affermato: "non faremo crescere il mercato con console da 1000 dollari".
D'altronde, in maniera tutt'altro che discreta, anche Microsoft si è allontanata dalla corsa alla potenza e forse anche più di Nintendo. È proprio di qualche giorno fa la campagna della società nella quale viene spiegato che qualsiasi dispositivo capace di supportare Xbox Game Cloud è considerabile una Xbox.
Parlando proprio di prezzi, anche qui il cambiamento con questa generazione è stato radicale. Il costo di produzione non si abbassa, anzi Sony è stata perfino costretta ad aumentare il prezzo di 50 euro per le proprie piattaforme rispetto all'uscita, mentre in passato l'arrivo del modello Slim significava una versione frutto dell'ottimizzazione del processo produttivo che consentiva di abbattere i costi e proporre un prezzo più aggressivo.
Insomma, tanti fattori che rendono le console sempre meno appetibili e hanno agevolato l'esplosione del mercato PC, perfino in territori come il Giappone, da sempre patria delle console domestiche, dove il settore PC gaming ha segnato una crescita del 43% nel solo 2022.
Ma tutto questo parlare per arrivare a cosa? Che forse il futuro delle console lo ha anticipato l'unica che non è stata ancora chiamata all'appello: Nintendo. La società di Kyoto ha abbandonato la corsa alla potenza dopo Nintendo Gamecube, una console che ha quasi portato al fallimento della società.
Certo, nel frattempo non sono mancati gli scivoloni come Wii U, ma da oltre 20 anni Nintendo adotta una filosofia ben diversa da quella concentrata sui numeri segnati dall'hardware. Seppur con non poche riproposizioni, Big N punta a rivoluzionare l'esperienza videoludica nel suo complesso ad ogni nuova generazione, a innovare e proporre un divertimento che vada oltre il semplice numero di poligoni.
Switch, infatti, nonostante i suoi 7 anni sul mercato e un imminente pensionamento in favore del nuovo modello, continua a registrare vendite pari o superiori alle due alternative "più potenti", grazie a un'offerta diversa e unica. Ed è proprio a Nintendo che possiamo attribuire la nascita del più recente trend nel settore gaming: i dispositivi handheld. Potremmo immaginare piattaforme come ROG Ally, MSI Claw o Steam Deck come una Switch con dock integrata, ma in ambito PC.
E questo ci riporta alla domanda proposta nel titolo di questo editoriale: abbiamo davvero bisogno di console più potenti? La risposta, molto probabilmente, è no. D'altronde, gli schermi utilizzati tradizionalmente per giocare con le console hanno dimensioni tali da rendere difficilmente percepibile la differenza tra una risoluzione di 4K e 8K, ad esempio, poiché i pixel sono già abbastanza piccoli da avvicinarsi al limite rilevabile dall'occhio umano.
Poco fanno effetti come il ray tracing che, indubbiamente, rende l'illuminazione i riflessi realistici, offrendo scenari più immersivi, ma che difficilmente il pubblico mainstream posizionerà al centro del proprio orientamento d'acquisto.
In un contesto simile, è forse arrivato il momento di fare un passo indietro, di prendere le distanze dalla potenza bruta sul piano hardware e rivedere completamente l'approccio con cui i giochi vengono sviluppati. Escludendo alcune eccellenze, la maggior parte dei publisher punta sull'impatto visivo – supportata dai produttori di console – proponendo titoli che, come abbiamo visto negli ultimi anni, solo raramente offrono contenuti degni di nota, limitandosi a un "more of the same" di formule rodate.
Nintendo, ha più volte criticato aspramente la strada intrapresa da Sony e Microsoft e sostenuto che l'utilizzo di tecnologie all'avanguardia è superfluo senza un'attenta valutazione del rapporto costi-benefici. Proprio di recente Ko Shiota, responsabile dello sviluppo hardware presso Big N, ha dichiarato: "Budget più grandi non equivalgono necessariamente a idee migliori, quindi speriamo di continuare a concentrarci su un processo in cui team di sviluppatori hardware e software condividano idee per creare cose interessanti".
In conclusione, la sfiancate corsa verso la sempre maggior potenza, forse, l'ha vinta proprio Nintendo ritirandosi e offrendo qualcosa che vada oltre: il valore. E non in termini solamente economici, ma anche inteso come il modo in cui viene percepito dall'utente.
Nintendo ha offerto la prima piattaforma ibrida, da utilizzare sia a casa che fuori. Questo ha consentito ai giocatori, con un singolo acquisto, di ottenere quello che prima anche in casa Nintendo richiedeva due console separate. Ma non solo: Switch offre una nuova esperienza di gioco pensata per divertirsi da soli o in compagnia nei modi più disparati, inclusa la possibilità di giocare in più persone anche in modalità portatile.
E se tutto questo ancora non dovesse bastare, la società riesce a coniugare un pubblico eterogeneo, dai più piccoli fino ai meno (molto meno) giovani. In sintesi, con un livello di prestazioni ben lontano da quello offerto da PlayStation e Xbox, Nintendo ha garantito flessibilità, varietà, innovazione, convenienza; in una sola parola: divertimento.
No, non credo nella necessità di più potenza, quella disponibile oggi è più che sufficiente a garantire un coinvolgimento e un realismo di buon livello. Ciò di cui abbiamo davvero bisogno sono idee, innovazione e creatività. Una creatività tarpata ormai troppo spesso dai numeri e da una strategia che, evidentemente, nel panorama odierno non fa che perdere efficacia giorno dopo giorno.
1 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNintendo furba se ne e' tirata fuori, e infatti per tutto il resto, immediatezza, semplicita', divertimento puro e semplice.. big-N ha meravigliato tutti con un giocattolo
le console Pro non sono piu' ne carne ne pesce, troppi compromessi se punti alle prestazioni/qualita' grafiche, e prezzi che non sono piu' da console
si ritrovano in borderline con i PC, che offrono molto di piu', possibilita' di upgrade e puoi farci altro oltre che giocare..
che poi un PC per studio/lavoro serve comunque, il tutto quindi si riduce ad aggiungere una gpu discreta e amen*
come console intermedia, cioe' con grafica simil-moderna ma sempre immediata e economica, la ps5/xbox base sono piu' che sufficienti
oltre subiscono l'inevitabile salto della quaglia
*mi rendo conto che con i prezzi di una console pro, un pc da gaming decente e' difficile se non ci aggiungi qualcosa, e non sei in grado di assemblartelo, o non hai qualcuno che ti aiuta
ma compromesso per compromesso si puo' puntare sempre su un PC da gaming in offerta "dignitoso" per il FHD, ti fai una cultura, e poi dopo un paio di anni, vai di upgrade anche con dell'ottimo usato
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