DICE: Linux ha bisogno di una killer application
Ma non ci sono piani per la conversione in questo formato dell'ormai imminente Battlefield 4.
di Rosario Grasso pubblicata il 14 Ottobre 2013, alle 11:01 nel canale VideogamesBattlefield
Ma non ci sono piani per la conversione in questo formato dell'ormai imminente Battlefield 4.
di Rosario Grasso pubblicata il 14 Ottobre 2013, alle 11:01 nel canale Videogames
29 Commenti
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Il 3, tralasciando l'ottima grafica se esci dal binario per qualche metro ti intima di ritornare dove i programmatori hanno imposto di andare
In single il 3 è davvero un pessimo fps.
http://www.youtube.com/watch?v=W1ZtBCpo0eU
Perché io posso anche decidere di mettere su Linux se mi gira, e lo faccio in un paio d'ore, ma veramente pensate che un utente del genere (e ce ne sono milioni) possa anche solo lontanamente pensare di cambiare sistema operativo (e che è?) magari ponendosi qualche dubbio sull'interfaccia utente o su quali applicazioni ci girano?
E' vero che probabilmente fare una linea di prodotti con su Linux potrebbe aiutare (solo in parte secondo me).
Il problema vero rimane comunque l'eterogeneità della piattaforma, non è un caso che in ambiti enterprise si usano soluzioni vecchie e collaudate (SUSE, RedHat), e non Ubuntu. E anche chi sviluppa software professionalmente per Linux lo fa tenendo a mente una piattaforma di riferimento.
Se sviluppo un modulo per il kernel 3.2 non è detto che compili con il 3.10 (provato personalmente, uno dei moduli Intel per il profiler l'ho dovuto modificare a manina causa modifiche al procfs).
E andiamo a vedere quanto tempo è passato dal kernel 3.2 al 3.10.
Considerate che l'ultimo Debian monta kernel 3.2.
Il punto è che se fai un gioco su Windows sei ragionevolmente sicuro di coprire un certo numero di versioni con poco sforzo, dato che comunque si tiene conto della retrocompatibilità.
Con Linux spesso questo è fuori discussione. Tutti gli OEM montano tipicamente 1 versione di Windows (ok 2, Win7 e Win8).
Se l'OEM dovesse decidere quale Linux montare, potrebbe scegliere tra decine di distribuzioni, con kernel diversi e software di base diverso.
Questo è il vero problema, negare ciò significa non avere idea di cosa significa sviluppare e manutenere un software per una piattaforma.
"cioè oh raga sveglia, bisogna fare qualcosa per linux ma oh, razzi vostri che noi non c'abbiamo interesse, però muovetevi eh!"
vabbeh, a starsene magari zitti facevano anche meglio, dato che:
ciao ciao
E' vero che probabilmente fare una linea di prodotti con su Linux potrebbe aiutare (solo in parte secondo me).
Il problema vero rimane comunque l'eterogeneità della piattaforma, non è un caso che in ambiti enterprise si usano soluzioni vecchie e collaudate (SUSE, RedHat), e non Ubuntu. E anche chi sviluppa software professionalmente per Linux lo fa tenendo a mente una piattaforma di riferimento.
Se sviluppo un modulo per il kernel 3.2 non è detto che compili con il 3.10 (provato personalmente, uno dei moduli Intel per il profiler l'ho dovuto modificare a manina causa modifiche al procfs).
E andiamo a vedere quanto tempo è passato dal kernel 3.2 al 3.10.
Considerate che l'ultimo Debian monta kernel 3.2.
Il punto è che se fai un gioco su Windows sei ragionevolmente sicuro di coprire un certo numero di versioni con poco sforzo, dato che comunque si tiene conto della retrocompatibilità.
Con Linux spesso questo è fuori discussione. Tutti gli OEM montano tipicamente 1 versione di Windows (ok 2, Win7 e Win8).
Se l'OEM dovesse decidere quale Linux montare, potrebbe scegliere tra decine di distribuzioni, con kernel diversi e software di base diverso.
Questo è il vero problema, negare ciò significa non avere idea di cosa significa sviluppare e manutenere un software per una piattaforma.
Esattamente, la gente non ha la voglia (e spesso neanche le capacità per cambiare, si tende a rimanere su ciò che si conosce.
Però il problema della frammentazione è un "falso" problema (almeno per l'utente medio), ad esempio puoi bloccare la distribuzione ad un certo punto, rilasciando aggiornamenti più lentamente, ti puoi affidare ad una distribuzione tipo "enterprise", insomma le soluzioni ci sono.
per favorire lo sviluppo dei giochi su Linux
ciao ciao
- supporto al livello di driver (che nella maggior parte dei casi restano chiusi)
- maggiore diffusione nel segmento pubblico (settore molto grande ed importante) che porterebbe poi pesanti ripercussioni pure in ambito privato
A quel punto sia al livello di esperienza d'uso desktop che al livello di [U]veri standard[/U] al livello professionale si potrebbe interrompere il monopolio windows esistente.
La famigerata killer application, nell'articolo in riferimento ai giochi, non sarebbe in grado di cambiare la situazione con l'abbinamento a driver scadenti.
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