Da Konami uno sparatutto ambientato nella guerra in Iraq

L'agenda setting degli eventi di attualità finalmente irrompe anche nel settore videoludico: Konami annuncia uno sparatutto sulla guerra in Iraq.
di Rosario Grasso pubblicata il 07 Aprile 2009, alle 11:43 nel canale Videogames
135 Commenti
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Lo voglio!!
Parole sante
Il problema come sempre è che la storia la scrivono i vincitori. In questo caso c'è ancora troppa carne al fuoco, e non credo che una software house riesca da un lato a raccontare attraverso un videogioco la cruda realtà e dall'altro a spiegarne le ragioni politico/militari da un punto di vista imparziale. Si finirà sempre per rapprensetare il nemico come un mostro cattivo da uccidere per fare del bene. Per questo IMHO sta muovendo tante polemiche(voute cmq, sempre IMHO)..
Con questo non mi voglio schierare da nessuna parte comunque, io gioco ai giochi di guerra, perchè mi piace(giocare, non la guerra..).
PS: E' vero che la storia non insegna, ma nel senso che non insegna a vivere in pace. Solo a fare nuovo guerre, forse ad organizzarle meglio, e soprattutto a giustificarle in modo sempre più credibile.
PPS: x crysis ascoltate bene il dialogo da 4:15 a 4:35 QUI
Qualche esempio:
Vietcong 1 (il 2 non l'ho giocato)
Credo che la frase "crepate mangiariso del cazzo" la dica lunga..
Wolfenstein (wold3d) e filone annesso
Non che io voglia prendere le difese di una parte o dell'altra, la germania nazista ha sicuramente commesso i suoi errori, e non voglio dire che non si debbano più fare giochi in cui si combattono i nazzisti, ciò che mi lascia perplesso è che usccidere orde di uomini con una croce uncinata al braccio è eroico, ma se facessero un gioco in cui ci si schiera dalla fazione opposta tutti griderebbero allo scandalo.
Stesso identico discorso per CoD4, cambia solo il contesto.
Black Hawk Down, non l'ho giocato, ma è cmq ispirato a fatti storici che hanno cmq visto delle vittime.
Colin McRae rally. Bella idea quella di fare un nuovo capitolo della serie sfruttando il nome di un pilota passato a miglior vita.
Senza una causalità i giochi di violenza diventano pericolosi, perchè a mio avviso distorcono la visione della realtà.
Se invece si fa un gioco con la dovuta consapevolezza (ed ecco la ragione dell'importanza della conoscenza storica e del contesto), le cose cambiano.
Per intenderci, se interpreto un militare che combatte per portare la democrazia e per liberare popoli sottomessi dal terrore della dittatura e dei fanatismi che la caratterizza, allora si accetta maggiormente il ruolo crudo interpretato. Questo ovviemente per persone non solo intelligenti, ma anche consapevoli prescinde dalla generalizzazione: gli americani sono tutti buoni ed i tedeschi tutti cattivi ad esempio in un gioco sulla II guerra mondiale, tuttavia l'evitare di generalizzare non esclude di comprendere le ragioni di un agire o di rifiutarle.
Cmq se dovessi ritenere una battaglia un grave errore ed un orrore eviterei di fare giochi su di essa basati. Anche se interpreterei volentieri le parti di un commando imperiale in star wars che combatte contro i semi-invincibili jedi
Di per sè ritengo che ognuno cerchi di interpretare un ruolo con cui si tende ad esorcizzare le proprie paure cimentandosi con le gesta di un personaggio immortale che riprende vita a nostro comando... l'importante è non confondere la finzione con la realtà.
Io smanierei per un COD o similari con una seconda campagna dell'asse.
Non per affinità ideologica ma perchè finalmente ci sarebbe uno sforzo immaginativo..che so con le ultime missioni dove sulla casa bianca sventola la svastica e devi andare a riconquistarla....o come in tanti vecchi giochi...con la conclusione cattiva e quella buona..una dove liberi il mondo e l'altra dove i paesi dell'asse vincono e sottomenttono il globo.
Come detto sarebbe una sorta di fiction immaginaria, e sarebbe + nello spirito dei giochi rispetto al riproporre sempre la stessa cosa
per chi dice che la 2 world war è metabolizzata beh.....CAZZATE.
Basta vedere i discorsi che si fanno in giro per vedere che non è assolutamente metabolizzata.
i morti sono morti sia che siano passati 50 anni o 1 anno.
I giochi sono giochi e criticarli è veramente una cosa da buonisti senza speranza.
I videogiochi distorcerebbero la visione della realtà?
Si in gente gia predisposta o con seri problemi a relazionarsi preesistenti
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