Call of Duty: doppiatore di Ghost licenziato per misoginia e sessismo

Activision ha interrotto la collaborazione con Jeff Leach, interprete dell'operatore Ghost in Call of Duty Modern Warfare e Warzone. Il motivo? Il doppiatore britannico ha espresso dei commenti sessisti e offensivi nelle sue dirette su Facebook Gaming.
di Pasquale Fusco pubblicata il 10 Maggio 2021, alle 15:01 nel canale VideogamesCall of DutyActivision
160 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoE sarebbero queste discriminanti nel quotidiano?
No perché la nostra costituzione le vieterebbe e questi "discriminati" subiscono senza reagire? Che basta un tweet per far cadere un presidente? Che basta che il capo della Barilla dica alla Zanzara che nelle loro pubblicità metteranno sempre la famiglia tradizionale e scoppia il finimondo a livello planetario il giorno dopo con boicottaggio dei prodotti Barilla negli USA?
CIoè, io posso capire che in certe realtà ci siano discriminazioni verso certe tipologie di persone, e che di queste realtà in un paese come l'Italia ce ne siano tante, soprattutto a sud, ma sono statisticamente rilevanti? E soprattutto sfociando nel reato non punito perché anche alle istituzioni va bene così?
Se si vuole incentivare la famiglia, si deve anche assumere il fatto che vi sia un "danno" economico per la società.
Fare dei figli deve essere sicuramente in primis un atto di amore, però non può diventare un salasso per chi decide di metterli al mondo.
Altrimenti rischi di avere quello che succede da tanto tempo in Italia (e non succede in Francia).
Coppie che vorrebbero, ma non possono permettersi di sostenerne il costo (e ti assicuro che è altissimo... ho due figli piccoli).
Ti premetto che ho due figli piccoli (così sgombriamo l'idea dal fatto che lo dica senza cognizione di causa).
Sono sempre andato a lavoro e al ritorno non mi sono MAI nascosto per non prendermene cura.
Tutto quello che c'era da fare (accudirli, dargli il latte, pulirli, etc...), l'ho fatto in una ottica di pari "doveri".
Quello che io sto dicendo è un'altra cosa.
Nel periodo in cui i bambini sono molto piccoli (diciamo l'allattamento... quindi da 1 anno finanche 2), nella nostra visione antiquata sembrerebbe che questo difficilissimo compito (e non sono sarcastico) sia ad appannaggio esclusivo delle madri.
Non c'è nulla di più falso al giorno d'oggi.
Entrambi i genitori sono [B][U]fondamentali[/U][/B] nelle prime fasi dello sviluppo e il dover ogni volta chiedere di scegliere chi dovrà dedicare la maggior parte del tempo, lo trovo un modo idiota per non affrontare la questione.
Se togliessimo questa differenza, per un datore di lavoro sarebbe totalmente illogico preferire un uomo ad una donna e viceversa.
In alcuni paesi del Nord Europa se non erro esiste il congedo parentale obbligatorio ANCHE per l'uomo.
Questo perchè si ha il doppio beneficio di rendere più presente anche l'altro genitore (rimango sul vago così non vengo accusato di questione gender
Credo che tu non sia a conoscenza di questo:
https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=50583
Come vedi, l'uomo può stare a casa tanto quanto la donna. Il fatto è che quasi nessun uomo decide di farlo.
P.S.: ho 2 figli (ma i miei non sono piccoli)
Il congedo per paternità è arrivato è adesso 10 giorni (dai 2 di alcuni anni fa, 7 nel 2020)
https://www.inps.it/nuovoportaleinp...x?itemdir=50584
La parità di genere passa anche per questo. Per dare la possibilità alle donne di lavorare, devi dare la possibilità ai mariti di occuparsi della prole e scaricare dunque il peso della famiglia dalla sola moglie.
Con una parità di congedo, anziché assentarsi solo la madre del tutto dal lavoro, si assentano entrambi in maniera ridotta e si dividono i compiti.
(tranne ovviamente il periodo della gravidanza e dell'allattamento, che per ovvie ragione non è sostituibile)
La durata del congedo parentale è cambiata molto nel tempo...
Se non erro... ai miei tempi era un giorno soltanto...
Non cambia però la situazione.
Un uomo può stare 10 giorni a casa... una donna un tempo variabile tra 1 anno o anche oltre
(nella società dove lavoro tra gravidanza a rischio e congedo obbligatorio e facoltativo... più di una collega si è assentata per quasi 3 anni... considera che una ha avuto anche due gravidanze ravvicinate... 5 anni totali su 7 dentro l'azienda)
Ma qui non si deve fare una battaglia tra i sessi.
Le persone possono essere delle schifezze totali da una parte o dall'altra.
Il problema è che tipicamente si vuole difenderne una riversando la colpa sull'altra.
Conosco diversi casi di ex coniugi che hanno continuato a dare gli assegni di mantenimento in quanto non vi era [B][U]volontà[/U][/B] di cercarsi un lavoro dall'altra parte.
Questa è una pratica che onestamente trovo vergognosa, al limite della schiavitù (l'ho detto e lo confermo).
Costringere una persona a lavorare per mantenerne un'altra solo in virtù di un contratto non mi sembra una grande evoluzione della nostra società verso la risoluzione delle discriminazioni.
Sono d'accordo che in una prima fase (5 anni???) vi sia un aiuto concreto per il reinserimento della parte debole nel mercato del lavoro, ma dopo non si può proseguire vita natural durante.
Altrimenti arriveremo presto anche in Italia ai contratti pre-matrimoniali o più semplicemente le persone non faranno più nè figli nè avranno relazioni stabili per paura delle conseguenze economiche qualora le cose non dovessero andare come si sperava.
E questo sarebbe un grande disastro... dal mio punto di vista.
Biologicamente non ci sta nessuna differenza tra uomini e donne in merito a ciò.
Che le donne non possano fare lavori materiali è una cretinata bella grossa. Così come che non posano interessarsi di motori, manutenzione o di computer.
Sono proprio questi gli stereotipi da abbattere. E che sono esclusivamente culturali, la biologia non c'entra nulla.
Un legge non ci sta, ma ci stanno tutti eventuali commenti ed insulti basati su questi stessi stereotipi del tipo "torna a cucinare", "non sai manco cosa è il fuorigioco", "sei una donna, voi non sapete guidare" e compagnia, che, anche se volessero, le tengono lontane da determinati settori.
Basta vedere questo thread, che sprizza misoginia e maschilismo da tutte le parti... una donna che vede questo thread, secondo te le verrebbe voglia di iscriversi e commentare su questo forum? Non penso proprio.
M'è venuto lo schifo e la nausea a me che sono uomo, figuratevi ad una donna.
Così come una ipotetica meccanica, immaginati quelli che portano le macchine a riparare che non schiodano gli occhi dal sedere, o mimano gesti discutibili alle spalle, o vere e proprie manate, mentre la ragazza lavora ad un motore.
Poi magari va a denunciare, e si becca pure un becero "eh è lei che ha provocato, si è messa piegata, era chiaramente un invito"
Fermiamoci a riflettere su questo.
Se non erro... ai miei tempi era un giorno soltanto...
Non cambia però la situazione.
Un uomo può stare 10 giorni a casa... una donna un tempo variabile tra 1 anno o anche oltre
(nella società dove lavoro tra gravidanza a rischio e congedo obbligatorio e facoltativo... più di una collega si è assentata per quasi 3 anni... considera che una ha avuto anche due gravidanze ravvicinate... 5 anni totali su 7 dentro l'azienda)
Ma infatti deve ancora aumentare il congedo per paternità, mica ho detto che è giusto allo stato attuale, deve arrivare al punto che marito e moglie possano occuparsi entrambi del figlio/a senza dunque pesare esclusivamente sulla moglie.
(E questo, come già detto, è il vero obiettivo del femminismo... )
https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=50583
Come vedi, l'uomo può stare a casa tanto quanto la donna. Il fatto è che quasi nessun uomo decide di farlo.
P.S.: ho 2 figli (ma i miei non sono piccoli)
Lo conosco benissimo... leggi bene tra le righe... il congedo parentale facoltativo (per i non addetti al settore dopo i primi 4-5 mesi dalla nascita) è un totale di 10 mesi nel complesso dei due genitori.
Vuol dire che può avere 5 mesi la donna e 5 mesi l'uomo (scusate se faccio questa distinzione... è solo per facilità di esposizione
Oppure 10 mesi solo ad uno dei due... oppure in contemporanea 5 mesi ciascuno.
Io invece ho detto una cosa ben diversa.
Se una donna può astenersi dal lavoro per tutto il periodo della gravidanza (diciamo dal 3 mese) se a rischio più 5 mesi di congedo obbligatorio (e siamo ad 11 totali) più altri 10 mesi di facoltativo... abbiamo 21 mesi di congedo contro i 10 giorni di congedo dell'uomo.
Se l'uomo vuole avere anche lui questa possibilità per stare insieme alla prole (termine generico), deve "rubare" questo periodo alla donna.
Sottraendole fino ad un massimo di 6 mesi.
Quindi avremmo... 15 mesi (6 gravidanza a rischio più 5 congedo obbligatorio più 4 mesi di congedo facoltativo) contro 6 mesi e 10 giorni.
In una situazione del genere... secondo te un datore di lavoro quale rischio preferirebbe correre?
Per questo continuo a sostenere che il tempo dovrebbe essere il MEDESIMO (almeno quello dopo la nascita).
Informazione di servizio per gli altri... il congedo facoltativo tipicamente viene remunerato al 30%.
(E questo, come già detto, è il vero obiettivo del femminismo... )
Deve essere UGUALE.
In questo modo non sarebbe più presente la discriminante tra uomo e donna riguardo la volontà o meno di avere figli.
Poi esisterebbe sempre il "problema" dei 9 mesi di gravidanza, ma quello sarebbe molto meno preoccupante in quanto solo l'imbecille potrebbe lamentarsene essendo un evento dovuto alla natura umana.
Le persone possono essere delle schifezze totali da una parte o dall'altra.
Il problema è che tipicamente si vuole difenderne una riversando la colpa sull'altra.
Conosco diversi casi di ex coniugi che hanno continuato a dare gli assegni di mantenimento in quanto non vi era [B][U]volontà[/U][/B] di cercarsi un lavoro dall'altra parte.
Questa è una pratica che onestamente trovo vergognosa, al limite della schiavitù (l'ho detto e lo confermo).
Costringere una persona a lavorare per mantenerne un'altra solo in virtù di un contratto non mi sembra una grande evoluzione della nostra società verso la risoluzione delle discriminazioni.
Sono d'accordo che in una prima fase (5 anni???) vi sia un aiuto concreto per il reinserimento della parte debole nel mercato del lavoro, ma dopo non si può proseguire vita natural durante.
Altrimenti arriveremo presto anche in Italia ai contratti pre-matrimoniali o più semplicemente le persone non faranno più nè figli nè avranno relazioni stabili per paura delle conseguenze economiche qualora le cose non dovessero andare come si sperava.
E questo sarebbe un grande disastro... dal mio punto di vista.
Ci sono sentenze in cui gli assegni sono stati tolti perché era chiara la volontà del beneficiario di essere mantenuta senza lavorare.
In merito a cosa? Le differenze biologiche tra uomini e donne ci sono e sono anche abbastanza evidenti.
Sono proprio questi gli stereotipi da abbattere. E che sono esclusivamente culturali, la biologia non c'entra nulla.
E allora perché negli sport uomini e donne non sono mischiati se non ci differenze di alcun tipo? Perhcé in medicina certe cure sono adatte a donne e altre a uomini se non c'è differenza?
Che siamo tutti dei Cesare Cremonini? Gli uomini e le donne sono uguali è una stronzata. Se milioni di anni fa la natura ha deciso che era più furbo dividere la specie in due sessi distinti per riprodursi, invece che clonarsi, avrà avuto le sue ragioni (che sono anche evidenti, se fossimo tutti uguali biologicamente ci saremmo estinti migliaia di anni fa).
Dal punto di vista evolutivo poi l'uomo e la donna hanno preso direzioni uteriormente diverse. L'uomo cacciava e aveva bisogno di prestanza fisica, di saper prendere la mira (quindi saper mettere a fuoco, calcolare bene le distanze), ma non così tanto di dialogare perché passava la maggior parte del tempo da solo, la donna invece doveva avere più visione laterale e empatia, dato che allevava i bimbi e dato che tra le mansioni aveva anche quella di raccogliere erbe, la donna ha anche una capacitò maggiore di distinguere i colori. E questi sono solo alcuni esempi.
I diritti invece sono un altro paio di maniche e quelli sono già uguali per tutti indipentemente dalle differenze biologiche.
Il punto è che gli insulti sono "dedicati" a lei in quanto persona. A quel punto però è stato meglio per loro buttarla sullla misoginia sul sessismo ecc....
Ovvio che questo non lo difende dal suo comportamento ma comunque presta il fianco ad accuse ben più gravi.
Non so cosa altro dire. Nella mia vita, con tutte le donne che ho avuto a che fare, parenti, amiche, colleghe ecc non ne ho mai viste ne sentite ragionare così. Se avevano a che fare con un maleducato questo si prendeva un bel ceffone o un vaffanculo cogli##@# in quanto persona, e non come rappresentante di un'intero genere.
Però non hai risposto alla mia domanda...
Perchè una delle due parti (che noia sta cosa del political correct
Laddove non sussistano evidenti problemi oggettivi (figli piccoli, problemi di salute, etc...), quale dovrebbe essere la ragione per cui qualcuno debba vivere sulle spalle dell'altro?
Probabilmente sono io che sono limitato... ma la vera rivoluzione non sarebbe quella di dimostrare di non voler dipendere da nessuno?
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