Final Fantasy XVI è il gioco più divisivo dell'anno... e ci ha conquistati: ecco come

Final Fantasy XVI è il gioco più divisivo dell'anno... e ci ha conquistati: ecco come

Final Fantasy XVI è il primo autentico action in tempo reale del franchise Square Enix. Una caratteristica che sfoggia con un certo vanto, ma che gli è costato le critiche dei 'veterani' della saga. Dopo aver trascorso dozzine di ore in quel di Valisthea, vogliamo spiegarvi perché, a parer nostro, il sedicesimo è uno dei capitoli più innovativi della serie nipponica.

di pubblicato il nel canale Videogames
Final FantasySquare EnixPlaystation
 

L'ultimo capitolo di Final Fantasy arriva come un terremoto, non solo per la notevole attenzione mediatica che gli è stata dedicata, ma anche per la sua capacità di scuotere le fondamenta stesse della serie e, dunque, della sua tenace fanbase. A più di un mese dal lancio, in esclusiva temporale su PS5, Final Fantasy XVI è ormai divenuto il videogioco più divisivo dell'anno, un titolo che ha spaccato a metà il pubblico e la critica specializzata, tra chi osanna il primo vero action RPG della saga e chi ne critica la presa di distanze dalla classica formula del franchise.

Mentre le polemiche infiammavano il web, noi ci siamo goduti il nostro viaggio nelle terre di Valisthea, prendendoci tutto il tempo necessario per analizzare ogni singolo aspetto di una produzione che oseremmo definire mastodontica. Produzione che riporta la firma della Creative Business Unit III, team a cui dobbiamo l'inaspettata rinascita dello 'sfortunato' Final Fantasy XIV e che, sotto la guida di Naoki Yoshida, ha scelto di ritornare ai mondi high-fantasy che hanno reso tanto memorabili i primissimi capitoli della serie jRPG.

Un ritorno che, tuttavia, non avviene senza qualche incidente di percorso. Parliamo infatti di un'opera che in diversi frangenti riesce a toccare le più alte vette qualitative della serie, ma che al tempo stesso mostra il fianco a una serie di problemi alquanto critici. Insomma, dopo averlo sviscerato su PlayStation 5 siamo pronti a dirvi la nostra su Final Fantasy XVI e a spiegarvi perché, secondo noi, è uno dei capitoli più innovativi della saga.

Clive Rosfield, Scudo del Gran Ducato di Rosaria

Partiamo dal presupposto che, senza troppe sorprese, il più grande punto di forza di Final Fantasy XVI è il suo comparto narrativo. Come anticipatovi, il sedicesimo capitolo riprende l'immaginario epico-cavalleresco che contraddistingue i primi sei episodi del franchise: torniamo quindi ad esplorare un mondo in cui la magia gioca un ruolo preponderante, magia di cui gli uomini si servono per sostenersi o, in altri casi, per imporre il loro dominio sugli altri.

Nel caso specifico di FF XVI, la storia si svolge in tre diverse fasi della vita del protagonista, tale Clive Rosfield. Inaugureremo l'avventura quando Clive ha circa vent'anni, ma esploreremo anche la sua adolescenza attraverso un corposo flashback, prima di assistere ad un ulteriore balzo temporale in cui impersoneremo un eroe più esperto e 'stagionato'. Quello di Final Fantasy XVI è, di fatto, uno dei protagonisti più anziani dell'intero franchise, aspetto che si rispecchia nelle tematiche più mature e ricercate dell'opera diretta e sceneggiata da Kazutoyo Maehiro.

Tornando alla storia, questa è ambientata nel fittizio mondo di Valisthea, diviso tra i due continenti di Ciclonia e Cineria. In queste lande sorgono i Cristalli Madre, giganteschi cristalli a cui gli esseri umani attingono per ottenere l'energia (l'etere) di cui si servono quotidianamente, vuoi per alimentare il fuoco di un forno vuoi per curare eventuali malanni. Ci sono però delle persone che nascono con la capacità di brandire la magia senza servirsi dei Cristalli: sono i Portatori, visti dal resto della popolazione come abomini e che pertanto vengono perseguitati in entrambi i continenti fino ad essere ridotti in schiavitù - o, nei casi peggiori, torturati.

Non c'è solo la violenza della discriminazione, ma anche quella della guerra. A causa di un evento cataclismatico noto come la Piaga, alcune regioni di Valisthea sono state prosciugate del loro etere e questo ha portato le nazioni di Valisthea a combattere tra loro per contendersi il controllo dei territori non ancora raggiunti dal misterioso morbo.

Su questo variegato sfondo si erge il Gran Ducato di Rosaria, nazione governata dalla famiglia reale dei Rosfield e, più precisamente, dall'Arciduca Elwin. Clive è il suo primogenito, ma il vero erede al trono di Rosaria è il fratello minore Joshua, Dominante della Fenice. I Dominanti custodiscono il potere degli Eikon, esseri dal potere inimmaginabile che possono essere evocati per ribaltare le sorti di una battaglia. Alcuni Dominanti, come il piccolo Joshua, sono destinati a diventare leader politici rispettati e/o temuti, ma ad altri viene riservato un trattamento ben diverso: i custodi di tale potere vengono sfruttati come meri strumenti di guerra, 'bestie' pronte per essere sguinzagliate sul campo di battaglia nei momenti più sfavorevoli.

Nel corso degli eventi di Final Fantasy XVI, il protagonista scoprirà di avere un talento unico: pur non essendo un Dominante, Clive Rosfield può ottenere e brandire i poteri degli Eikon. Il lungo incipit ambientato tra le mura del Gran Ducato spalancherà le porte a una storia tanto coinvolgente quanto articolata, ma non sempre originalissima. Il gioco trae evidente ispirazione dalla popolare serie televisiva Game of Thrones - a sua volta tratta dai romanzi di George R. R. Martin - e lo stesso team di sviluppo non ne ha mai fatto un mistero. I punti di contatto non riguardano solo la figura di Clive, che richiama in maniera piuttosto palese quella di Jon Snow, ma anche l'ambientazione medievale e il modo in cui viene costruita la lore di Valisthea.

La storia del sedicesimo capitolo non è affatto semplice, come del resto non lo sono state quelle dei precedenti episodi della serie; eppure in questo caso il comparto narrativo rivela una profondità tale da rendere il mondo di Valisthea molto più di un semplice teatro di guerra, bensì un essere vivo, pulsante e in continua evoluzione. A mutare è soprattutto la complessa situazione geopolitica in cui vertono le principali nazioni di Ciclonia e Cineria, tra sanguinose battaglie ed intrighi politici che avranno un impatto più o meno visibile sulla cartina geografica. Fortunatamente il giocatore può tenere traccia di tutti questi eventi, così come dei relativi luoghi e personaggi, tramite una voce del menu accessibile in qualsiasi momento del gioco: in Storia dei Tempi Correnti è infatti possibile consultare un ricco database contenente oltre 2800 voci.

Il dinamismo del worldbuilding è con ogni probabilità uno dei principali motivi per cui ci siamo lasciati rapire così facilmente dalla narrativa di FF XVI. Gli altri vanno senz'altro individuati nelle tematiche e nell'egregia scrittura dei numerosi personaggi che compongono il cast.

Abbiamo già affermato come i temi trattati da Final Fantasy XVI siano più maturi rispetto al passato e ciò viene ampiamente dimostrato dalla brillante sceneggiatura. Oltre ad essere testimoni della discriminazione dei Portatori, trattati come esseri inferiori e addirittura marchiati per essere distinti dalle altre persone, i giocatori assisteranno a scene di sesso - mai particolarmente esplicite - e a dialoghi alquanto coloriti. C'è soprattutto una violenza spietata e brutale che segna in maniera indelebile la psicologia di alcuni personaggi, così come il loro percorso di crescita. È proprio il caso di Clive, un uomo che, dopo aver superato un'enorme tragedia, lotta per la sopravvivenza in un mondo che lo mette costantemente alla prova.

Clive è un protagonista gigantesco. È un personaggio caratterizzato da un forte senso dell'onore, ma che talvolta si piegherà all'ira e al desiderio di vendetta, svelando così i suoi tratti più umani e, dunque, realistici. L'incontro con Cid sarà cruciale per l'evoluzione di Clive: Dominante di Ramuh, questo leader dal sarcasmo e dal fascino inconfondibile influenzerà il giovane guerriero in modo tangibile, al punto che entrambi finiranno per condividere gli stessi nobili ideali. Giocheranno un ruolo importante anche Jill, amica d'infanzia di Clive e Dominante di Shiva, e il fedelissimo segugio Torgal. Spiccano anche l'irriverente Gav, spalla di Cid ed esperto ricognitore, e Otto, altra vecchia conoscenza di Cidolphus e burbero soprintendente del Rifugio.

Ci sono poi altre figure più o meno amichevoli in cui Clive s'imbatterà nel corso dell'avventura. Parliamo dunque degli altri Dominanti di Valisthea, come il possente Hugo (Titano), la letale Benedikta (Garuda), il valoroso Dion (Bahamuth) e il cupo Barnabas (Odino). Questi ultimi due - che incarnano rispettivamente l'Eikon della Luce e quello dell'Oscurità - ci hanno stregati con le loro interessanti storyline: Dion Lesage ci porta dietro le quinte del Sacro Impero di Sanbreque per parlarci della misteriosa corruzione che minaccia la sua famiglia e l'intero impero; Barnabas Tharmr, re di Waloed, è invece l'antagonista per eccellenza, un nemico genuinamente temibile che con la sua spada darà molto filo da torcere ai nostri eroi.

Menzioni d'onore vanno fatte per alcuni personaggi secondari che si rendono protagonisti di alcune questline memorabili. Parliamo quindi di Isabelle, proprietaria del Velo di Piana Nord, una cortigiana rispettata da tutti gli abitanti di Piana Nord e non solo; e ricordiamo anche Quinten, oste della taverna di Alaperduta, carismatico oratore ed autentico punto di riferimento per gli abitanti di queste terre. Entrambi, come Clive e Cid, perseguono l'obiettivo di proteggere i Portatori e ridar loro la libertà che meritano. È anche qui che emerge la potenza della scrittura di FF XVI, tra grandiosi scambi di battute e plot twist inaspettati, alle volte malinconici.

Non possiamo che complimentarci con la Creative Business Unit III per aver saputo plasmare un cast corale così imponente e per essere stata in grado di trasmettere quel senso di unità e di fiducia reciproca che dovrebbe caratterizzare un gruppo solido, quale è appunto quello di Clive e compagni. Saranno stati questi ultimi elementi ad averci fatto affezionare alla 'comitiva' del Rifugio e a seguire tanto appassionatamente le vicende di ogni singolo personaggio.

Ciononostante, tutto questo - la storia principale che vede Clive combattere in prima linea e le storyline dedicate ai personaggi appena elencati - passa per un ritmo narrativo fin troppo altalenante, che mina l'intera struttura dell'opera. Indipendentemente dalla modalità di gioco scelta (Storia o Azione), l'avventura alterna le lineari e galvanizzanti missioni della campagna con le sequenze meno guidate, ma più fiacche, delle altre quest.

Sia chiaro, non ci dispiace riprendere un po' di fiato dopo l'ennesimo scontro al cardiopalma, ma se queste pause devono coincidere con banali 'missioncine' riempitive avremmo preferito trascorrere il tempo con un'altra cutscene in CGI. Sì, parliamo di quelle fetch quest che troviamo spesso negli MMO e che prevedono obiettivi di completamento piuttosto semplici, come la consegna di un determinato oggetto o l'esplorazione di un'area designata. A causa degli evidenti limiti del comparto esplorativo, queste missioni secondarie risultano solo tediose ed eccessivamente lunghe.

Chi riuscirà a superare indenne queste missioni arriverà alle battute finali dell'avventura dopo circa 70 ore, come nel caso della nostra run. Coloro che preferiranno buttarsi a capofitto nella storia principale, ignorando buona parte delle attività secondarie, potrebbero impiegare poco più della metà per assistere allo spettacolare e commovente epilogo.

Menare come un Eikon

In merito alla natura divisiva di Final Fantasy XVI si possono elaborare le più svariate conclusioni, ma siamo sicuri che i principali 'detrattori' si troveranno d'accordo su un determinato punto: il gameplay. È innegabile che il nuovo capitolo incarni il vero spirito del franchise, catturando il giocatore con una narrazione stratificata e trascinante, personaggi sfaccettati e una colonna sonora a dir poco meravigliosa. Manca però quella tradizionale formula di gioco che, in un modo o nell'altro, ha accompagnato i fan della serie per oltre 35 anni: Yoshida e colleghi rinunciano ai classici combattimenti a turni preferendo l'azione in tempo reale.

Certo, la quindicesima fantasia finale aveva già intrapreso questa strada, con non poco coraggio, ma gli mancano molti degli elementi che rendono Final Fantasy XVI il primo vero action del franchise. La differenza più importante risiede nel fatto che il giocatore può controllare un unico personaggio (Clive), mentre il penultimo capitolo consentiva di controllare sia Noctis che i suoi fedeli alleati, almeno nelle fasi successive al lancio del gioco. Quest'ultimo presentava inoltre meccaniche ruolistiche più o meno profonde, laddove FF XVI riduce la sua componente RPG all'osso.

A nostro parere, è più facile comprendere Final Fantasy XVI nel momento in cui si decide di trattarlo come un qualsiasi gioco d'azione. Assumendo il controllo di Clive impersoneremo uno spadaccino formidabile che può anche contare su un comparto di abilità in continua espansione. Pad alla mano, l'esecuzione di questi attacchi restituisce assuefazione e puro spettacolo visivo: in tal senso, il gioco ricorda i più emblematici stylish action à la Devil May Cry e la presenza di un sistema di combo non fa che confermare l'ispirazione a questo popolare sottogenere di radice nipponica. La possibilità di alternare i fendenti e le magie con le suddette schivate e i parry aggiunge ulteriore dinamicità al mix - e non dimentichiamoci dei trenta attacchi speciali basati sui poteri degli Eikon. Insomma, non si tratta affatto di semplice button mashing, a dispetto di quanto si dica.

Per ribadire questo concetto occorre però focalizzarci sull'intricato sistema che regola le abilità degli Eikon. Clive può brandire i poteri delle sette entità elementali che governano Valisthea e per ciascun Eikon troviamo una serie di skill attive e passive che sbloccheremo investendo i punti richiesti. Potremo quindi potenziare queste abilità e padroneggiarle, il che ci permette di assegnarle in qualsiasi slot dei tre rami messi a disposizione per Clive, indipendentemente dall'Eikon a cui il ramo è legato. Questa meccanica spiana la strada ad un approccio più variegato agli scontri, così come sblocca la creazione di potenziali build su cui basare la propria strategia.

Ricordiamo che, sebbene non sia presente una vera e propria gestione del party, i personaggi che accompagnano Clive in ogni missione sono sempre controllati dall'IA e possono quindi intervenire in battaglia. Torgal rappresenta però un'eccezione e attaccherà solo se glielo ordineremo, attivando una delle tre abilità (Morso, Assalto, Cura) assegnate alla croce direzionale. Quest'ultima ci permette di utilizzare anche pozioni e unguenti che cureranno le ferite di Clive o ne potenzieranno le capacità offensive e difensive: non vi nascondiamo che, nella foga del combattimento, ci è capitato spesso di 'confondere' i vari comandi, sprecando così una buona manciata di item.

Avanzando nell'avventura si otterrà la skill Trascendenza che, una volta caricata, consentirà a Clive di infliggere più danni e di rigenerare gradualmente la sua salute. È possibile approfittare di un ulteriore incremento dei danni attaccando boss e miniboss dopo averli fatti barcollare - ovvero, svuotando la loro 'barra di volontà' - e innescando così la cosiddetta fase di stagger. Combinando questi due elementi con determinate abilità degli Eikon si potrà portare il moltiplicatore di attacco fino a 1.50x, permettendoci così di infliggere un enorme quantitativo di danni.

Le medesime meccaniche regolano le straordinarie boss fight tra Eikon, quelle in cui l'Ifrit di Clive si scontrerà con le varie manifestazioni dei suoi colossali avversari. In questi casi, tuttavia, il combat system viene leggermente semplificato, quasi a voler spingere il giocatore a concentrarsi più sulla spettacolarità della battaglia piuttosto che sull'esecuzione degli attacchi - che, a volte, eseguiremo tramite gli immancabili Quick Time Event (QTE). Il risultato è un'enorme sequenza cinematografica in-engine che, vista la soverchiante quantità di elementi su schermo, non potrebbe essere riprodotta su una piattaforma di 'vecchia' generazione.

Non sarà facile ottenere quegli incredibili valori di danno prima di aver raggiunto le ultime fasi dell'avventura, quando avremo anche accesso alle armi più potenti e agli accessori che forniscono i bonus più sostanziosi. Dopotutto, è nelle attività endgame che il giocatore dovrà sfruttare appieno i diversi strumenti messi a disposizione dal combat system. Ci riferiamo alle impegnative Prove dei Cronoliti, sfide a tempo in cui dobbiamo sfoltire orde di nemici e innescare combo specifiche per estendere il countdown. Non dimentichiamoci poi della modalità Final Fantasy, che incrementa sensibilmente la difficoltà del gioco in cambio di ricompense ancora più ghiotte: peccato che questa game mode venga sbloccata solo dopo aver portato a termine la prima (lunghissima) run, tramite la classica opzione 'New Game +'. In questa modalità troveremo anche Ultimaniac, una voce inedita della playlist Arcade che cela le sfide più ardue dell'action RPG.

A proposito di difficoltà, questo è un altro punto su cui sono state effettivamente indirizzate le critiche più pesanti. Final Fantasy XVI può essere infatti definito uno dei capitoli più accessibili della saga, anche e soprattutto per quel che concerne il suo livello di sfida.

Per venire incontro ai giocatori che non hanno dimestichezza con gli action in tempo reale, il gioco mette a disposizione gli Accessori Rapidi, amuleti che permettono di eseguire azioni più o meno complesse in maniera del tutto automatica. Queste azioni possono essere delle combo di attacco - ed è solo qui che si manifesta il tanto temuto button mashing di cui sopra -, delle schivate rapide o l'utilizzo tempestivo di una pozione quando i PV di Clive scendono sotto una certa soglia. C'è persino un accessorio che esegue automaticamente le azioni di Torgal. Chi vorrà godersi la vera esperienza di gioco di Final Fantasy XVI potrà rinunciare a questi accessori senza troppe paturnie. Non vediamo la loro presenza come un vero difetto e faranno senz'altro comodo a chi, per l'appunto, non mastica molto il genere action e che proviene magari proprio da quei capitoli della serie da cui l'ultimo episodio ha deciso di distanziarsi, almeno sul fronte del gameplay.

Occorre però sottolineare che la difficoltà base del gioco, con o senza Accessori Rapidi, resta tarata verso il basso e solo in rare occasioni metterà in difficoltà il giocatore.

Valisthea, una terra divisa tra luce e oscurità

Dopo aver portato a termine un'altra operazione commissionata da Cid faremo tappa obbligatoria al Rifugio. In questo grande hub centrale possiamo interagire con i compagni più stretti di Clive e con numerosi NPC che, spesso e volentieri, decideranno di affidarci nuove quest.

Da questi incarichi più o meno banali - ricordiamo, fetch quest - ricaveremo denaro da spendere presso il Pegno di Charon per l'acquisto di nuovi oggetti e materiali da portare al fabbro Blackthorne per forgiare spade più letali o per potenziare altri pezzi del nostro equipagiamento. Al Rifugio avremo anche accesso ad alcune missioni secondarie speciali, indicate con il simbolo '+': una volta completate, queste garantiscono un potenziamento dell'inventario di Clive, quale può essere un allargamento della borsa delle pozioni o un nuovo schema di creazione. Seguendo le istruzioni dettate dagli schemi, i quali indicano quali materiali raccogliere, con le giuste risorse permetteremo a Blackthorne di realizzare nuove armi, tra cui la leggendaria Gotterdammerung.

Visitando questo luogo ci imbatteremo anche in un simpatico moguri che gestisce la bacheca di caccia. Come suggerisce il nome, questa metterà in mostra gli avversari più pericolosi di Valisthea e le ricompense offerte per la loro eliminazione. Non ve lo nascondiamo, alcune taglie sono state decisamente impegnative, ma la maggioranza non ha richiesto grandi sforzi.

In verità, la funzione più importante del Rifugio è quella di permettere al giocatore di acquisire quante più informazioni possibili sul mondo di Valisthea e sui regni che si contendono il suo controllo. A tal proposito troviamo altri due NPC a cui converrà far visita di tanto in tanto: Vivian Novecode è una studiosa, ma è soprattutto un'esperta stratega, sempre pronta ad illuminarci sulla situazione geopolitica dei due continenti; il saggio Harpocrates - anche noto come Biblio - gestisce invece i Mille Tomi, un'autentica antologia della lore di Valisthea che si arricchirà di pari passo con le scoperte di Clive e con il successo delle sue eroiche imprese.

Abbiamo trascorso più di qualche semplice ora conversando con Vivian e Harpocrates, con l'unico scopo di espandere la nostra conoscenza sul mondo di gioco e sulle numerose, eccentriche figure che lo popolano, siano essi Dominanti, esponenti politici o semplici schiavi.

Il Rifugio è infine una delle tante location che costellano la mappa di Valisthea ed è, nella sua apparente semplicità, sicuramente una delle più memorabili. Troviamo però anche sconfinate capitali dai palazzi sontuosi, come nel caso di Oriflamme, e idilliache pianure che richiamano i paesaggi verdeggianti dell'Europa centro-occidentale e che possiamo ammirare visitando i Colli di Orabelle. Non mancano distese desertiche, tutte raccolte nel territorio della Repubblica Dhalmekiana, così come lande 'annerite' dalla Piaga, che ha ricoperto gran parte di Cineria.

Peccato che queste splendide location, frutto di un pregiatissimo lavoro artistico, abbiano ben poca interattività da offrire in fase di esplorazione. Le mappe aperte di Final Fantasy XVI sono sì molto ampie, ma non offrono molte strutture da visitare o attività collaterali a cui prendere parte. Paradossalmente, la sorprendente estensione di queste aree non fa altro che rallentare il già compromesso ritmo di gioco, costringendo Clive a vagare in lungo e in largo - in groppa a un Chocobo, si spera - alla ricerca di un determinato oggetto richiesto dalla quest di turno o di uno dei mostri esposti sulla bacheca di caccia, il cui posizionamento non è mai chiaro.

Un'occasione sprecata, visto anche l'incredibile livello di dettaglio che caratterizza i luoghi e le creature che li abitano. Il sistema d'illuminazione di Final Fantasy XVI compie un eccellente lavoro nel dare profondità e realismo a ogni singolo oggetto di scena: il risultato è ottimo negli ambienti esterni e straordinario in quelli interni, dove luci e ombre contornano texture estremamente dettagliate. Gli effetti particellari esplodono sullo schermo durante le battaglie, dove anche i modelli dei mostri rivelano un'eccezionale cura ai dettagli e alla resa delle animazioni.

Potremo immortalare tutto questo grazie a una Modalità Foto ma, a differenza di quanto avviene in altri titoli di ultima generazione, questa non risulta facilmente accessibile e costringe l'utente a effettuare qualche manovra di troppo all'interno dei menu di gioco.

La versione PS5 - l'unica disponibile al momento - offre due diverse modalità grafiche che, come da tradizione, privilegiano le performance (Framerate) e la resa visiva (Grafica) del gioco. Purtroppo la prima modalità non si è dimostrata all'altezza delle aspettative, tra consistenti cali di frame rate e una notevole riduzione della qualità dell'immagine, almeno se confrontata con quella offerta dall'opzione Grafica. 'Accontentandosi' dei trenta fotogrammi al secondo, la seconda modalità può infatti garantire un'esperienza di gioco molto più stabile e un colpo d'occhio complessivamente migliore; c'è da dire che persino nella modalità ancorata ai 30 FPS ci siamo scontrati con occasionali drop del frame rate, in particolare durante le più concitate battaglie tra gli Eikon.

Aguzzando l'orecchio sul comparto sonoro individuiamo due altri enormi pregi dell'opera targata Creative Business Unit III: il doppiaggio e la colonna sonora.

A giudicare dal lip sync, la lingua di riferimento scelta per Final Fantasy XVI è quella inglese e l'elevata qualità di questo voice over ne è la conferma. Con l'interpretazione di Clive Rosfield, l'attore Ben Starr ci regala una performance semplicemente memorabile, proprio come quella con cui Ralph Ineson ha dato vita al miglior Cid dell'ultimo decennio. Non è da meno il doppiaggio italiano: anche qui spiccano le voci di Clive (Alessandro Capra) e Cid (Alberto Angrisano), ma non possiamo che complimentarci con Katia Sorrentino per averci regalato una travolgente Benedikta Harman. Nulla da dire sulla soundtrack che porta la firma del compositore Masayoshi Soken (Fianl Fantasy XIV), che raccoglie il pesante testimone di Nobuo Uematsu e ci regala una colonna sonora incantevole, a tratti ipnotica. Il tema principale ci ha stregati al punto da tenerci incollati alla schermata del menu, lasciandoci cullare dalle dolci note di 'Land of Eikons', mentre gli scontri tra gli Eikon ci hanno conquistati anche per i loro arrangiamenti epici e incalzanti.

Conclusioni

Sembra paradossale, eppure uno dei capitoli più criticati e discussi di Final Fantasy è anche quello che si avvicina maggiormente all'essenza stessa della serie. La sedicesima fantasia finale propone una delle storie più emozionanti e coinvolgenti del franchise e, più in generale, dell'attuale generazione videoludica. Ci regala personaggi e interpretazioni memorabili, riunendoli in un mondo costruito con estrema cura e coinvolgendo attivamente il giocatore nel processo di trasformazione che investe la sfaccettata Valisthea.

Resta un'opera ben lontana dalla perfezione: la narrazione è fortemente penalizzata da un ritmo incostante, dove le coinvolgenti sequenze della questline principale vengono bruscamente interrotte da missioni secondarie che, nella maggior parte dei casi, fungono da semplici tappabuchi. Molto più solido è il sistema di combattimento, il cui punto di forza coincide con la scenografica combinazione di fendenti e poteri elementali; peccato debba scontrarsi con un livello di sfida tarato verso il basso, rimandando le più grandi soddisfazioni del gameplay alle attività endgame. Se non altro l'accessibilità è garantita, complici alcune scelte di design pensate per i neofiti del genere action - e, soprattutto, per quei veterani 'orfani' dei vecchi capitoli della serie.

Risolleva le sorti dell'intera direzione artistica: se è vero che gli scenari non offrono molti spunti d'interazione, questi compongono un'ambientazione meravigliosa e rievocano, in effetti, quegli ambienti fiabeschi che caratterizzano le più note opere high fantasy. Final Fantasy XVI stupisce anche sul fronte tecnico, ma occorre accettare i compromessi di una versione PS5 non ottimizzata al meglio, visto il pessimo rendimento della modalità Framerate. Perfetto il comparto sonoro, con una soundtrack a dir poco maestosa e un doppiaggio sorprendente.

PRO

  • Una delle storie più emozionanti dell'intero franchise
  • Una grande lezione di worldbuilding
  • La formula action convince e, addirittura, cattura il giocatore
  • Alcune sorprese sul fronte tecnico
  • Lavoro artistico semplicemente incredibile

CONTRO

  • La narrazione si concede troppe pause
  • Molte missioni secondarie sono meri riempitivi
  • Non c'è molto da esplorare negli scenari aperti
  • Qualche incertezza in merito all'ottimizzazione su PS5
19 Commenti
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Therinai09 Agosto 2023, 18:59 #1
Ecco come ho scrollato tutta la rece senza leggere una parola per arrivare alla sezione commenti.

ps: scusate, ho sbagliato, volevo dire: "Ho scrollato tutta la rece senza leggere una parola per arrivare alla sezione commenti. Ecco come"
stefano_sinibaldi09 Agosto 2023, 21:48 #2

E già

E un po triste da dire, ma o fatto altrettanto LOL, forse ho intravisto qualche rigo, tanto sarà un copia e incolla scritto da qualche altra rivista.
silvanotrevi09 Agosto 2023, 22:39 #3
Manco sembra Final Fantasy quello di quest'anno. Tutto è tranne che un vero Final Fantasy.

E comunque il gioco più bello dell'anno è Baldur's Gate 3. È record assoluto di giocatori su steam e voti altissimi su metacritic. Ma a me non piace e poi aborro l'idea dei combattimenti a turni.

Ah e poi c'è Starfield che esce tra un mesetto ma lì non si sa: potrebbe essere il gioco dell'anno oppure il mega-pacco dell'anno con tutto l'Hype che gli hanno costruito attorno
Goofy Goober10 Agosto 2023, 06:30 #4
Chiaramente questo non è Final Fantasy, ma un buon gioco fatto in stile "platinum games", meno caciarone e più serioso nei toni e con aggiunta di nomenclature varie pescate dalla serie Final Fantasy, e una stesura narrativa di buon livello che, in parte, prova a ricalcare lo stile dei JRPG Square.

dico che prova perchè è molto ma molto dura fare una trama JRPG valida in giochi mono-personaggio giocabili come questo (il roster variegato di personaggi giocabili con relative sottotrame e background è sempre fondamentale in tal senso).

poi effettivamente non essendo questo nemmeno un JRPG, ma appunto un quasi stilysh action, beh, di fatto andava semplicemente chiamato in altro modo per evitarsi problemi di sorta dovuti all'abbinamento con una serie di giochi storica come FF.
corollario del tutto, gli elementi RPG aggiunti al gioco sono sostanzialmente inutili e superflui dato che nell'impianto gameplay il fulcro resta appunto l'azione, molti reviewer con longplay hanno sottolineato all'unisono come sia praticamente inutile preoccuparsi di gestione dell'equip e crafting, tanto ogni volta che si vince una nuova arma risulta più potente di tutte le precedenti, anche potenziate.
ningen10 Agosto 2023, 11:52 #5
Che tristezza, un sito videoludico prevalentemente frequentato da gente che gioca su PC, che da priorità ad un videogioco PS5 (anche se arrivate sempre palesemente in ritardo astronomico), per il momento non disponibile per PC, piuttosto che a Baldur's gate 3 (tral'altro di gran lunga di qualità migliore rispetto a ffxvi) che si sta pure rivelando un enorme successo e probabilmente sarà il videogioco dell'anno.
Anzi, ora che ci penso date sempre priorità ai videogiochi sony, quindi forse ormai non dovrei nemmeno sorprendermi.
Gringo [ITF]10 Agosto 2023, 17:31 #6
VI PREGO.... SQUARE ed ENYX..... SEPARATEVI e tornate ogniuna per la propria strada
e più finafantasy STAR RAIL che questa cosa quì.... potevate chiamarlo ENYX ADVENTURES o VATTELAPESCA BRODO DI GIUGGIOLE.... di FF ha solo il LOGO.
Sealea12 Agosto 2023, 13:07 #7
Originariamente inviato da: silvanotrevi
Manco sembra Final Fantasy quello di quest'anno. Tutto è tranne che un vero Final Fantasy.

E comunque il gioco più bello dell'anno è Baldur's Gate 3. È record assoluto di giocatori su steam e voti altissimi su metacritic. Ma a me non piace e poi aborro l'idea dei combattimenti a turni.

Ah e poi c'è Starfield che esce tra un mesetto ma lì non si sa: potrebbe essere il gioco dell'anno oppure il mega-pacco dell'anno con tutto l'Hype che gli hanno costruito attorno


tutto chiaro insomma
Redvex12 Agosto 2023, 16:44 #8
Sembra un gioco e
Da cellulare
Therinai12 Agosto 2023, 18:26 #9
Ma non è che state esagerando con i commenti entusiasti? Ok che è square-enix esclusiva sony ma c'è un limite a tutto.
Goofy Goober12 Agosto 2023, 19:52 #10
Originariamente inviato da: Sealea
tutto chiaro insomma


certi utenti sembrano IA generative nate male.

Originariamente inviato da: Therinai
Ma non è che state esagerando con i commenti entusiasti? Ok che è square-enix esclusiva sony ma c'è un limite a tutto.


ci ho provato con un post poco più estensivo ma pare che l'intenzione sia giocare a battaglia di deiezioni tra primati

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