Total War Three Kingdoms: l'acclamata serie nell'Antica Cina
Three Kingdoms è il dodicesimo capitolo della serie principale di Total War che, come sanno bene gli appassionati, sono strategici in tempo reale realistici per numero di unità coinvolte nel conflitto e dimensioni della battaglia. Qui c'è un attento lavoro di ricostruzione dello scenario dell'Antica Cina: vediamo come è andata...
di Rosario Grasso pubblicato il 24 Maggio 2019 nel canale VideogamesKoch MediaSegaTotal War
Three Kingdoms è il primo Total War focalizzato sull'antica Cina, precisamente durante il cosiddetto conflitto dei Tre Regni. Con il periodo dei Tre Regni all'interno della storia dell'antica Cina ci si riferisce a una fase di sanguinose guerre civili che ha avuto luogo all'incirca dal 184 al 280 d.C. Diciamo "grosso modo" perché alcuni accademici sostengono che non iniziò veramente fino al 220 d.C. quando i tre regni di cui erano titolari Cao Wei, Shu Han e Sun Wu si consolidarono pienamente. Ci sono vari racconti di quel periodo, alcuni con una ferrea attinenza ai reali fatti storici, come Le Cronache dei Tre Regni, scritto da Chen Shou nel III secolo, e altri con un'esaltazione delle gesta storiche dei vari protagonisti dell'epoca, come Il romanzo dei Tre Regni, scritto da Luo Guanzhong nel XIV secolo.
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Da quest'ultimo hanno preso ispirazione serie TV, film e videogiochi, ma, appunto, presenta una versione alterata del conflitto. Per esempio si parla della presenza della polvere da sparo o della prevalenza dei combattimenti uno contro uno, il che sono aspetti che non avevano riscontro nella realtà dell'epoca. Sebbene gli storici diano per veri l'impiego di armi uniche e di drammatici duelli in solitaria, si trattò di avvenimenti sporadici e non di tratti distintivi di questo periodo di furiosi combattimenti. Piuttosto, quelle battaglie assomigliavano molto di più alle battaglie descritte ne L'arte della guerra di Sun Tzu, sebbene questo trattato sia antecedente di 700 anni rispetto al periodo dei Tre Regni. A causa della natura caotica dei conflitti, le battaglie si contraddistinguevano più per la confusione che per l'applicazione di precise tattiche militari. Prevalevano, inoltre, gli strumenti di guerra tradizionali di quel periodo come cavalleria, balestre, lancieri e armi d'assedio sia offensive che difensive.
Storia
Come spesso accade in quei periodi storici che portano a grandi cambiamenti, tutto iniziò all'apice del potere di un impero monolitico, in questo caso della dinastia Han. Una confluenza di carestie diffuse, l'aumento delle tasse e la dilagante disoccupazione portarono a una rivolta contadina su larga scala nel 184 d.C., nota come la rivolta dei Turbanti Gialli. Anche se alla fine la ribellione non ebbe successo, costrinse il capo della dinastia Han, l'Imperatore Ling, a consegnare agli amministratori locali e ai signori della guerra il potere di agire autonomamente per sopprimere le ribellioni locali. La spinta principale della ribellione si esaurì in un anno, ma il il caos diffuso e i danni causati all'infrastruttura governativa cinese erano enormi.
Solo pochi anni dopo, con la Cina ancora in fermento, un altro evento creò ancora più caos: la morte dell'Imperatore Ling. L'aver conferito ampi poteri nella soppressione delle rivolte aveva intanto gettato nel conflitto ampie porzioni del territorio cinese, mentre il nuovo imperatore, di soli 13 anni, non era in grado di ripristinare l'ordine. Fu così che un gruppo di funzionari di corte corrotti conosciuto come i Dieci Eunuchi iniziò a sfruttare il dissenso nel tentativo di manipolare il giovane imperatore e la sua famiglia. Si innescò una serie di lotte politiche intestine che coinvolsero anche la famiglia imperiale e, con il caos che consumava il paese, uno spietato signore della guerra di nome Dong Zhuo attuò un piano di conquista militare della Cina. Marciò con i suoi soldati sulla capitale di Luoyang e costrinse l'Imperatore Shao a lasciare il trono a suo fratello Xian, ancora più giovane con soli 8 anni. Il vero governatore della Cina era perciò Dong Zhuo, anche se sulla carta la famiglia regnante restava la dinastia Han.
Three Kingdoms è il primo Total War focalizzato sull'antica CinaIn reazione all'operato di Dong Zhuo, vari leader regionali si riunirono sotto la bandiera di un uomo di nome Yuan Shao. La coalizione Guandong così formatasi aveva l'obiettivo di riconsegnare il potere alla dinastia Han. Sebbene riuscirono a liberare Luoyang dal tiranno e dall'imperatore Xian, difetti di comunicazione e obiettivi finali contrastanti portarono allo scioglimento della coalizione dopo un anno. Inizia qui la storia raccontata in Total War: Three Kingdoms, con il rogo di Luoyang per mano di Dong Zhuo, con l'Imperatore suo ostaggio. È il 190 a.C.
Nei successivi 30 anni ci sarebbe stato un numero incalcolabile di battaglie che coinvolsero una lunghissima schiera di generali, signori della guerra e amministratori che avevano conquistato il potere dopo la rivolta dei Turbanti Gialli. Praticamente chiunque avesse più di qualche centinaio di uomini come esercito personale e un po' di soldi si gettò nel conflitto. Durante questo periodo, i confini della mappa erano in costante cambiamento mentre le battaglie venivano vinte e perse in rapida successione: ovvero, il contesto perfetto per l'ambientazione di un Total War.
La storia del conflitto può quindi essere riscritta dal giocatore, al di là di tre punti cardinali intoccabili. Dong Zhuo viene tradito e assassinato nel 192 d.C. da uno dei suoi generali, Lu Bu, e quindi viene a mancare il nemico comune per tutti gli altri contendenti. Qualche anno dopo, nel 196 d.C. l'Imperatore Xian, che rappresenta ancora l'ultima parvenza di potere della dinastia Han, sfugge ai suoi rapitori e passa sotto la "protezione" di Cao Cao, uno dei signori della guerra di maggior successo del tempo. Infine, nel 220 d.C. Cao Cao muore, e suo figlio, Cao Pi, costringe Xian a rinunciare formalmente al titolo di Imperatore. Questo episodio segna ufficialmente la fine del potere della dinastia Han e l'inizio dello scontro fra i Tre Regni: quello dei Wei nel nord, degli Wu a est e degli Han a ovest (da non confondere con la dinastia Han ormai defunta).
I combattimenti non si placheranno se non nel 280 d.C., quasi 100 anni dopo la rivolta dei Turbanti Gialli. Quasi 40 milioni di persone morirono, il che rese la guerra dei Tre Regni il conflitto civile più sanguinoso nella storia dell'umanità.
Come al solito, quindi, The Creative Assembly presta molta attenzione alla ricostruzione dello scenario storico. In qualsiasi momento della vostra esperienza di gioco con Three Kingdoms avrete rimandi alla Cina antica, con le voci in cinese, e musiche e disegni studiati appositamente per ricreare l'epoca storica di riferimento. La prima impressione una volta lanciato il nuovo Total War è che voglia essere più immediato rispetto ai precedenti giochi della serie, guidando velocemente il giocatore affinché comprenda i tanti aspetti di gioco presenti sia nella parte gestionale che in quella tattica, ma anche in termini di reattività delle unità sul campo di battaglia.
Quasi 40 milioni di persone morirono, il che rese la guerra dei Tre Regni il conflitto civile più sanguinoso nella storia dell'umanitàCon gli ultimi capitoli, il team britannico ha fatto considerevoli passi in avanti in modo da rendere il proprio gioco più snello, e quindi gestibile anche su PC non recentissimi, e appunto più reattivo, con gli ordini impartiti dal giocatore alle proprie truppe che hanno subito un riscontro. Total War, come sanno gli appassionati, è un RTS più unico che raro in termini di realismo delle battaglie dato dall'elevatissimo numero di unità coinvolte, proprio come capitava in un'effettiva battaglia dell'epoca storica che si intende ricostruire.
Per quanto riguarda la maggior leggibilità delle componenti di gioco, in Three Kingdoms The Creative Assembly ha introdotto un layer attivabile con F1 che consente, con il semplice passaggio del mouse su una data area della schermata, di apprendere informazioni contestuali su quanto appare in quell'area.
Campagna
La parte più vasta di Three Kingdoms, come per tutti i Total War, è ovviamente la campagna single player, che si svolge su una dettagliatissima mappa della Cina e che richiede al giocatore di prendere una moltitudine di decisioni amministrative e politiche. Dovrà gestire la famiglia regnante della fazione che ha scelto, decidendo quali saranno le figure di riferimento, gli eventuali matrimoni per garantire un seguito alla dinastia, le annessioni con altre fazioni, gli spostamenti delle truppe, la tassazione, proteggere i confini, avviare rapporti diplomatici con alleati e nemici, e molto altro ancora. La moltitudine di aspetti da valutare, quasi come in un Europa Universalis, rende la campagna di Three Kingdoms, per un appassionato di gestione e di tattica, coinvolgente come quelle dei precedenti Total War. La campagna può durare dai 200 ai 250 turni, richiedendo decine di ore al giocatore.
La stessa esperienza di gioco si può affrontare insieme a un amico, collaborando con lui per conseguire gli obiettivi. Ma si può sempre decidere di tradire l'alleato e trasformare l'esperienza da cooperativa a competitiva. Il multiplayer della campagna funziona in modo diverso rispetto ai precedenti giochi Total War, in quanto le condizioni di vittoria cambiano dinamicamente a seconda se si gioca in modo cooperativo o competitivo. Nel secondo caso l'obiettivo finale è uguale a quello della normale campagna single player, ovvero diventare l'Imperatore unico della Cina. Tuttavia, se si stringe un'alleanza tramite la sezione della diplomazia interna al gioco bisognerà condividere il controllo sulla Cina. Se si firma il trattato e uno dei giocatori viene spazzato via dalla mappa da un esercito rivale, anche l'alleato vedrà la propria partita terminare.
Total War è un RTS più unico che raro in termini di realismo delle battaglie dato dall'elevatissimo numero di unità coinvolte, proprio come capitava in un'effettiva battaglia dell'epoca storica che si intende ricostruireDalla schermata iniziale di Total War: Three Kingdoms si può anche decidere di affrontare un'unica battaglia contro un massimo di 7 eserciti avversari gestiti dall'intelligenza artificiale, con un massimo di 4 armate per ogni fazione contrastante. Fanno parte di questa modalità di gioco anche le battaglie storiche che, corredate da un'introduzione cinematografica, permettono di rivere sei iconici duelli del periodo dei Tre Regni e le più grandi rivalità del conflitto. La modalità battaglia è affrontabile anche in multiplayer, dove fino a 8 giocatori possono condividere il medesimo scenario di guerra. Si tratta delle circostanze migliori per poter sfoggiare la propria bravura ed esperienza con Total War, un gioco che, per merito delle sue molteplici varianti tattiche, richiede molta padronanza per poter conseguire la vittoria in multiplayer.
Il fulcro del gioco riguarda lo spostamento dei battaglioni nei grandi campi di battaglia. L'uso sapiente degli arcieri per indebolire l'esercito avversario e della fanteria in prima linea per rallentarlo. La cavalleria, poi, se tenuta alla larga dai picchieri, riesce a sovvertire gli equilibri dello scontro, decimando le unità nelle retrovie. Gli spostamenti delle truppe incidono anche sul morale dei soldati avversari: se si vedono sovrastati possono perdere fiducia sull'esito favorevole dello scontro e lasciare il campo di battaglia. Le vittorie si ottengono non uccidendo tutti ma quando si ha superiorità numerica nel teatro dello scontro.
Per quanto riguarda la campagna single player, come abbiamo già visto in un contenuto precedente, bisognerà innanzitutto scegliere quale signore della guerra impersonare, il che avrà ripercussioni in termini di risorse a disposizione, condizioni di partenza sul piano diplomatico ed economico, e in ultima analisi livello di difficoltà della campagna. Ci sono 11 signori della guerra subito disponibili, mentre Dong Zhuo si sblocca solo sconfiggendo il suo esercito o raggiungendo il rango di Imperatore in un'altra campagna. Altre fazioni possono essere acquistate separatamente, ovvero quelle guidate da He Yi, Gong Du e Huang Shao, punti di riferimento dei Turbanti Gialli. Ciascun signore della guerra si caratterizza per specifici tratti che influenzano l'intera fazione. Possono conferire bonus in aree differenti, come costruzione, commercio o milizie. Si consideri che le abilità e le capacità di un signore della guerra possono cambiare man mano che la campagna procede, e così anche il tipo di influenza esercitata sul suo popolo.
Le battaglie romanzate offrono più dinamicità visto che si aprono focolai di battaglia paralleli rispetto al conflitto principale, con i signori della guerra che assurgono a veri e propri protagonistiNella Modalità Classica sarà quindi rispettato il realismo storico e prevarranno elementi di gioco classici di Total War come lo spionaggio e il conflitto tra le fazioni che si contendono il potere. Nella Modalità Romanzo, invece, gli eroi acquisiranno un ruolo cruciale, come dei superuomini in grado di affrontare centinaia di soldati da soli. Questo serve a svecchiare la struttura tipica di Total War e a seguire il percorso già imboccato con Total War Warhammer.
A nostro modo di vedere le cose, la modalità classica è più immersiva grazie al suo realismo. Cambiano soprattutto le battaglie nella cornice RTS, con quelle romanzate che offrono più dinamicità visto che si aprono focolai di battaglia paralleli rispetto al conflitto principale, con i signori della guerra che assurgono a veri e propri protagonisti. Da soli possono ribaltare le sorti dello scontro, a meno che non si imbattano in un altro signore della guerra.
Uno degli aspetti più criticati dei passati Total War riguarda le scarse animazioni dei soldati in battaglia. Il che rimane un problema quasi in tutti i momenti di gioco anche con Three Kingdoms. Tuttavia, nella parte romanzata, nel caso di duelli tra signori della guerra adesso capita di assistere a spettacolari duelli uno contro uno con arti marziali finemente ricostruite. Le truppe circostanti non interferiscono in questi duelli, limitandosi a osservare fin quando uno degli eroi si ritira o rimane ucciso in battaglia. Interrompere un duello, infatti, viene considerato disonorevole e ha un effetto negativo sul morale delle truppe e sulla soddisfazione dei personaggi. La sconfitta di un generale, d'altra parte, ha ripercussioni sul morale delle sue truppe, il che rende il duello un'ottima opportunità strategica per mettere l'intero esercito nemico in fuga.
Novità
Tornando alla parte gestionale, l'enorme territorio della Cina è attraversato da figure illustri che possono essere reclutate per dare una mano alla nostra famiglia regnante. Possono far carriera scalando i ranghi ed è possibile affidare loro degli incarichi che possono consentire, tra le altre cose, di accelerare la produzione o la costruzione di un edificio, di combattere la criminalità, di far crescere il livello di soddisfazione della popolazione. Attenzione, però, perché fra questi individui possono nascondersi delle spie che, sfruttando la necessità di maggior controllo sul territorio, si insediano nel palazzo e cominciano a ordire contro di noi. Nel corso del tempo, la spia potrebbe creare una rete sotto copertura e, nel caso venga scoperta, i suoi alleati possono aiutarla a fuggire o a preservare la copertura. Quando una spia raggiunge i livelli più alti di una fazione, può ritrovarsi nelle condizioni di cambiare le sorti del regno e persino scatenare guerre civili.
Rispetto alle precedenti campagne, The Creative Assembly ha voluto porre maggiore enfasi proprio sugli uomini protagonisti del periodo dei Tre Regni. Singoli individui possono migliorare significativamente l'efficienza di un'armata se dotati dell'adeguata esperienza, di spiare i nemici, di incitare le rivolte, di aumentare la felicità o gestire traffici di tangenti. Esistono cinque classi di personaggi, che si contraddistinguono per attributi e capacità.
I personaggi sono definiti non solo dalle loro abilità, ma anche dalle persone che li circondano, essendo in grado di formare relazioni positive o negative con gli altri. Amici e membri della famiglia combattono meglio se rimangono vicini in battaglia, condividendosi i rispettivi bonus. Allo stesso modo, due rivali si affronteranno in maniera più aspra qualora si incontrino sul campo di battaglia. Queste relazioni possono diventare più intense nel tempo, amplificando i loro effetti. Le relazioni tra i personaggi possono cambiare anche per gelosia: ad esempio, se uno di loro non si sente sufficientemente gratificato rispetto al contributo dato alla causa e scavalcato da un rivale nei ranghi a corte.
Le spie, sfruttando la necessità di maggior controllo sul territorio, si insediano nel palazzo e cominciano a ordire contro di noiLe spie non sono l'unica novità alle meccaniche di gioco della parte gestionale di Three Kingdoms. Le nuove imboscate, infatti, possono sortire effetti devastanti sull'esercito delle fazioni nemiche perché l'esercito che subisce l'attacco ha scarse possibilità di ridisposizione e viene colto di sorpresa mentre marcia in colonna. Tuttavia, se ci sono le condizioni, può decidere di darsi alla fuga, nell'ottica di preservare i generali migliori e le truppe con maggiore esperienza.
Uno dei più grossi miglioramenti rispetto ai precedenti Total War riguarda però la diplomazia. Il giocatore può imbastire articolate trattative mettendo sul piatto della bilancia offerte di pace e minacce di guerra, opzioni commerciali o proposte di matrimonio, alleanze e trattati diplomatici. Le negoziazioni con le altre fazioni dipendono da una pluralità di fattori, come le condizioni di forza e di debolezza della fazione interlocutrice, la rete di alleanze in cui è coinvolta, il livello di prosperità della sua economia, l'atteggiamento, se aggressivo o affidabile. Gli accordi stabiliti con una fazione possono compromettere i rapporti con altre fazioni. Tante opzioni nuove rispetto al passato, dunque, ma il miglioramento principale riguarda le capacità dell'intelligenza artificiale, adesso in grado di prendere decisioni più coerenti con gli eventi che la circondano e più prudenti rispetto ai propri interessi politici ed economici.
Per esempio, due fazioni appartenenti alla stessa dinastia potrebbero decidere di unirsi per perseguire insieme i loro obiettivi. Questo potrebbe consentirci di acquisire risorse come eserciti, generali, signori della guerra, città e rispettivi interessi commerciali e risorse economiche. Ma anche l'onere di sfamare molta più gente e di mantenerne il loro livello di soddisfazione, così come quello di difendere militarmente le città prima appartenenti all'altra fazione da possibili rivali vicini o rivolte in corso.
Battaglie
Nel menù di Three Kingdoms, inoltre, è stata inserita una nuova voce che consente di ampliare le dimensioni dell'esercito fino a 240 battaglioni per quanto riguarda la fanteria e 60 per la cavalleria. Ovviamente questo si ripercuote sul livello di difficoltà generale, il che la rende un'opzione valida soprattutto per i giocatori esperti di Total War. Queste opzioni fanno sì che gli scontri siano ancora più efferati, coinvolgendo decine e decine di soldati ognuno con un proprio atteggiamento e un proprio volto sul campo di battaglia. Gli scontri sono violenti e a tratti realistici, con la veemenza della cavalleria che sfonda le linee nemiche resa in maniera efficace.
Altrettanto importanti sono le opzioni di artiglieria, come le catapulte, che diventano cruciali per scalfire le possenti mura che circondano le città. La fisionomia delle battaglie cambia molto in funzione della struttura degli insediamenti da attaccare e degli edifici che li compongono. Bisogna affrontare una serie di elementi posti a difesa dell'insediamento, come le torri difensive. Fra gli insediamenti, ci possono essere grandi città protette da mura ma anche piccoli agglomerati che circondano miniere di carbone o villaggi di pescatori. Inoltre, le battaglie cambiano molto a seconda della stagione in cui le si affrontano: condizioni meteo avverse come pioggia e neve possono rendere difficoltosa l'azione dei soldati e rallentarli.
Sono tre le componenti principali dell'esercito: la fanteria, che si mantiene in prima linea per fronteggiare la fanteria nemica. Gli arcieri, in seconda linea, pronti a scoccare le loro frecce, che possono essere infuocate o meno, allo scopo di scompaginare i ranghi del nemico e ridurne il numero di unità. E, infine, come battitore libero, la cavalleria. Bisogna saperne sfruttare la velocità rispetto alle altre unità, cercando di evitare che i battaglioni armati di picche la "risucchino" e la coinvolgano in un gorgo da cui non può più liberarsi. Se è invece libera di scorrazzare dietro le linee nemiche, la cavalleria può attaccare brutalmente le linee di arcieri e togliere al nemico una risorsa cruciale, con la possibilità anche di generare sconforto nelle altre truppe. Le cose cambiano considerevolmente nel caso di assedio alle città dotate di mura, dove il giocatore deve fare i conti con armi di assedio, soldati che scalano le mura, aperture da presidiare o da attaccare, torrioni difensivi e battaglioni che presidiano le mura stesse. L'esercito poi cambia considerevolmente con il miglioramento tecnologico della propria fazione e con l'acquisizione di esperienza da parte dei generali: dalle frecce infuocate alle balestre, dai soldati con ascia alla cavalleria con le lance, sono tutte unità che hanno un peso ben maggiore rispetto a quelle di base.
Anche il nuovo Total War ha una valenza culturale, oltre che essere un ottimo gioco di gestione e strategiaL'unica perplessità per quanto riguarda le battaglie riguarda proprio le unità: si ha la sensazione che non siano caratterizzate in profondità con una certa semplificazione nei ruoli e poca varietà in termini di unità differenti. Sono un po' anonime e prive di quella differenziazione che avrebbe reso il tutto ancora più credibile. La distinzione in macro-categorie che abbiamo fatto è pressoché sufficiente per analizzare l'intera disponibilità di unità del gioco. A questo si aggiunge il discorso sulle animazioni che abbiamo fatto in più punti dell'articolo.
Inoltre, il giocatore può personalizzare i generali con specifico armamentario (come se si fosse in un rpg) e con una ripercussione estetica sul campo di battaglia. Tutto questo tenendo presente che esiste una modalità tattica che consente di seguire con inquadratura a volo d'uccello il movimento di ciascuna unità in maniera precisa, mentre il nuovo menù delle informazioni richiamabile con F1 è disponibile anche in questi frangenti di gioco.
Per ogni esercito abbiamo un capitano o un generale, circondato da un massimo di tre seguaci. Quando il leader lascia la fazione, anche i suoi seguaci lo seguiranno. Inoltre, bisogna identificare le attitudini del leader per capire come assemblare l'esercito: alcuni di loro avranno un ascendente maggiore sulle unità che combattono corpo a corpo, altri miglioreranno l'efficacia delle milizie che agiscono dalla distanza, come gli arcieri e i balestrieri. Inoltre, queste unità rendono al meglio quando il generale sale di livello. Quando un generale muore il suo ruolo viene preso da uno dei colonnelli fino a quando un nuovo generale non viene nominato.
Naturalmente la struttura della campagna rimane a turni: ciascuno di essi identifica una stagione dell'anno. La primavera, inoltre, è la stagione delle riforme, visto che si può promulgare una nuova regola per apportare cambiamenti e possibilmente benefici alla propria fazione. La progressione sull'albero delle riforme può rendere la fazione più specializzata in alcuni aspetti piuttosto che in altri oppure creare una condizione di maggiore equilibrio senza prediligere un aspetto della struttura statale rispetto agli altri. La progressione è suddivisa in rami che possono attenere alla parte militare, all'amministrazione, alle infrastrutture e all'economia, alla filosofia, al commercio e all'agricoltura.
Abbiamo elencato questi punti per trasmettere l'idea della varietà di fattori che il giocatore deve prendere in considerazione per poter gestire adeguatamente la propria fazione. Total War, come al solito, si rivela immersivo e accattivante per il giocatore che ama prendere decisioni sul piano gestionale e militare, grazie a una moltitudine di aspetti da curare e da seguire di turno in turno.
La campagna di Total War: Three Kingdoms è viva anche dal punto di vista del fatto che il giocatore percepisce l'operato, militare e politico, delle altre fazioni. Se il giocatore si muove in ritardo rischia di finire davvero troppo indietro nella corsa alla vittoria, e può crearsi una differenza in termini di dotazione tecnologica, eserciti, popolazione nelle città, rete di accordi diplomatici e molti altri fattori. Magari riuscite a ritagliarvi un vostro spazio pacifico, ma se i vostri confini sono troppo ristretti rispetto a quelli di fazioni che nel frattempo hanno assorbito altre fazioni rischiate di ritrovarvi in una posizione di minoranza e di dover cedere alle richieste di annessione o di vassallaggio. Allo stesso tempo, attraverso la struttura delle missioni, The Creative Assembly ha modo di guidare il giocatore a seguire gli eventi reali, ma in qualsiasi momento c'è la possibilità di divergere dalla realtà storica e seguire un filone completamente proprio.
Conclusioni
In definitiva Three Kingdoms è ancora una volta un capitolo solido per la serie di Total War, pur portandosi dietro alcuni difetti storici dei suoi predecessori. La parte gestionale richiede al giocatore di prendere una moltitudine di decisioni, e lo coinvolgerà per decine di ore all'interno di una ricostruzione dell'antica Cina di grande pregio. The Creative Assembly ha qui l'opportunità di riproporre elementi dei giochi precedenti, e questo le ha dato modo di divertirsi a curare gli aspetti di ricostruzione storica di personaggi, truppe, territorio e città. Per questo, come sempre, il nuovo Total War ha una valenza culturale, oltre che essere un ottimo gioco di gestione e strategia. Il coinvolgimento nel passato storico è ancora più vivo grazie alla capacità del motore grafico di rendere le battaglie efferate e immersive.
Ci sono miglioramenti anche sul piano tecnico, con caricamenti più veloci (se avete un SSD) e grafica durante la parte strategica fluida. Allo stesso tempo non si può dire che la grafica faccia un consistente balzo in avanti rispetto al passato, con animazioni ancora troppo legnose perché non sempre realizzate con motion capture. Si noti che la campagna è densa di attività fra accordi diplomatici, gestione dell'esercito, miglioramento ruolistico dei personaggi, miglioramento degli agglomerati urbani, rapporti politici con le altre fazioni, gestione degli uomini della propria organizzazione statale, e molto altro ancora. Forse fin troppo densa lasciando il giocatore spaesato in certi momenti, con un'interfaccia utente non sempre leggibile che porta, soprattutto nelle prime ore di gioco, a dover andare alla ricerca del menù che serve. Spaesamento che si verifica anche per la difficoltà a leggere e imparare le nomenclature cinesi: le fazioni appaiono troppo simili tra di loro non solo per i nomi dei loro leader, ma anche perché non c'è spesso sufficiente spessore nella caratterizzazione (in molti casi perché la realtà storica non lo consente).
Al di là di questi appunti, che vanno a intaccare componenti secondarie del gioco, Three Kingdoms è uno dei migliori Total War recenti, con strategia e diplomazia ai massimi livelli per la serie. La mappa della Cina è riprodotta con grandissima cura e rappresenta fedelmente la politica e i rapporti di potere del periodo storico ricostruito nel gioco. I leader, inoltre, all'interno delle decisioni diplomatiche, si comportano in maniera sensata, rispettando la loro personalità e il contesto politico del momento. Molto importante, poi, sottolineare come il gioco sia esente da bug (perlomeno sul nostro PC di prova) sin dalla fase di lancio, il che purtroppo non è scontato guardando ad alcuni capitoli della serie, e come sia più reattivo e fluido rispetto ai suoi predecessori.
Three Kingdoms raccoglie l’eredità dei due capitoli legati a Warhammer, dimostrando come la medesima formula possa essere applicata anche in un contesto storico, con la suddivisione che abbiamo visto nel corso dell'articolo tra la parte accurata sul profilo storico e la parte romanzata. Per il resto è sempre il solito Total War, nel bene e nel male, con poche innovazioni ma con quella sensazione di essere più realistico di molti altri strategici dove c'è una semplificazione nel numero di unità e nelle dimensioni della battaglia.
PRO
- Campagna single player molto immersiva e longeva
- Parte strategica dinamica e suscettibile di una moltitudine di fattori
- Lo scenario cinese è molto suggestivo
- Interessanti nuovi equilibri di gioco derivanti da Warhammer
- Si conferma strategico realistico con il coinvolgimento nelle battaglie di enormi eserciti
- Come tutti i Total War, ha un valore culturale e storico
- Tecnicamente solido sin dal debutto
CONTRO
- Intelligenza artificiale non impeccabile
- Animazioni approssimative e grafica scarsamente migliorata rispetto alle precedenti edizioni
- Poche reali innovazioni rispetto ai predecessori, soprattutto nella parte RTS
- Si sente la mancanza di unità più specifiche
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