Battlefield 1 è uno dei migliori Battlefield di sempre

Battlefield 1 è uno dei migliori Battlefield di sempre

Con Battlefield 1 Dice è tornata sui suoi passi, e ha confermato di avere una spiccata predilezione per lo scenario storico. Qui ripristina il suo approccio classico e smette di seguire le orme dei rivali che, grazie alla semplificazione, hanno raggiunto il pubblico di massa.

di pubblicato il nel canale Videogames
Electronic ArtsBattlefield
 

Multiplayer: è qui la Grande Guerra

La componente più importante e più riuscita di BF 1 è senza dubbio quella online. Non solo per la sua ‘forza’ dimostrata dalla capacità di accogliere fino a 64 giocatori per server. Il punto di forza vero di Battlefield riguarda la sua infrastruttura di rete e il suo netcode, elementi in cui la serie Dice rimane di gran lunga ancora superiore a tutte le altre serie multiplayer. Il fatto di avere server di gioco che funzionano a tickrate da 60 a 144 Hz si traduce in maggiore intensità nelle comunicazioni tra server e client e ciò vuol dire, più semplicemente, che accadono più cose durante i match multiplayer. Più proiettili circonderanno i giocatori, più distruzione ci sarà, più possibilità nella guida dei veicoli, ma anche più suoni, più grafica e tutto cià che serve per ricreare la straordinaria atmosfera, ora realistica ora anche artistica, tipica dei match multiplayer di Battlefield.

Non solo le mappe multiplayer sono ampie ed articolate, ma sono state studiate per consentire in modo impressionante di restituire la sensazione delle manovre ‘ad ondata’ così tipiche della I Guerra Mondiale
L’eccellenza del comparto multiplayer di BF risiede nella sua capacità di divertire con buona profondità e discreto realismo. Gli strumenti principali di questo grandissimo successo sono numerosi e denotano l’elevato grado di consapevolezza raggiunto ormai da Dice.

La scelta della I Guerra Mondiale è stato un toccasana: tornare al passato ha infatti permesso di rallentare i ritmi, di limitare le armi e di dare credibilità a battaglie di scala ridotta, in cui - nonostante la presenza di mezzi - l’enfasi sia incentrata sulla fanteria (che poi è il cuore di ogni shooter in prima persona).

La suddivisione in classi è quella abituale (medico, assalto, supporto, scout) e, pur non rendendo necessario essere in una squadra per giocare con profitto, rende assolutamente consigliabile il coordinamento e la strategia. Proprio per questo motivo sarebbe necessario tornare a riscontrare qualche meccanismo premiante a disposizione dei Comandanti di squadra, per far sì che gli ordini non rimangano lettera morta. Interessante l’introduzione delle classi connesse ai veicoli (carrista, pilota, cavalleggero), che si impersonano ogni qualvolta si compie un respawn alla guida di un veicolo. Anche esse hanno armi e gadget particolari.

Altro elemento eccellente è il design delle mappe multiplayer. Esse non solo sono ampie ed articolate, ma sono state studiate per consentire in modo impressionante di restituire la sensazione delle manovre ‘ad ondata’ così tipiche della I Guerra Mondiale. Vi sarà sufficiente osservare la mappa in attesa del respawn: in molte occasioni vedrete le forze dei due schieramenti muoversi in modo coordinato lungo un vero e proprio fronte d’attacco. Qualcosa che non si riesce ad esperire nemmeno nelle missioni in singolo! Qualcosa di molto simile alla Grande Guerra.

Dimensioni e articolazione della mappa, poi, fanno sì che l’azione non possa mai essere eccessivamente frenetica o non pianificata: agendo ‘senza testa’ non si ottengono risultati e si è costretti a ‘macinare chilometri’ per lunghi minuti.

Le modalità di gioco prevedono la tipica Conquista (in cui i due schieramenti si contendono il possesso di un determinato numero di bandiere/luoghi strategici su mappe ampie e con tutti i veicoli), Dominio (che replica Conquista, ma su mappe limitate e in assenza di veicoli), Deathmatch a Squadre, Corsa (dove si scontrano attacco - chiamato a distruggere il telegrafo nemico - e difesa - che cercherà di indirizzare il fuoco d’artiglieria sulle forze avversarie) e Piccioni di Guerra (simile alle vecchie Cattura la Bandiera: dovremo trovare e trattenere i volatili il tempo necessario per scrivere le coordinate delle postazioni nemiche, per poi inviare gli uccelli all’artiglieria).

Un ruolo importante, come in tutti i BF, è quello dei veicoli: carri, postazioni d’artiglieria, autoblindo e aerei sono divertenti ed efficaci. Versatili e vari, i mezzi di terra sanno spostare gli equilibri di un combattimento - quando ben usati - ma, coerentemente al periodo storico, sono tutt’altro che inarrestabili, per cui non c’è sbilanciamento. Anche gli aerei sono un ‘gioiellino’: più lenti e controllabili, alla loro guida, permettono di essere rilevanti sulla battaglia terrestre, ma anche di ingaggiare gustosi duelli nel cielo. Ci sono poi le super armi (dirigibili, treni blindati…) che arrivano in soccorso della fazione in svantaggio e che possono essere controllate dai giocatori con effetti particolarmente rilevanti. Solo i cavalli - in ragione della loro incredibile resistenza - stonano un po’.

Corazze con mitragliatrici pesanti e lanciafiamme completano il quadro, rivestendo il ruolo di ‘armi speciali’, che possono essere raccolte saltuariamente, in luoghi precisi della mappa. Sono spettacolari e molto potenti, forse troppo.

Tutto funziona davvero bene ‘in game’, ma qualche elemento perfettibile resta: i caricamenti prepartita sono davvero molto lunghi (anche se in possesso di connessioni di prima fascia); l’arsenale è piuttosto limitato, anche quanto a personalizzazioni; le medaglie da sbloccare sono fin troppo complesse da raggiungere; i Battlepack premio (che ricordano molto quanto visto in recenti Call of Duty) sono distribuiti in modo molto sporadico, secondo criteri assurdamente randomici e contengono ricompense deludenti.

Il principale problema del multiplayer di BF, però, risiede nell’impossibilità di preparare il proprio soldato restando offline: tutte le personalizzazioni, gli sblocchi, gli acquisti vanno, infatti, realizzati nel pre-partita (o attraverso l’App).

 
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