Recensione DooM: un gradito ritorno al passato
Abbiamo passato qualche giorno insieme al nuovo DooM di id Software e Bethesda e, in particolar modo, abbiamo completato la campagna single player. DooM è sorprendente per certi versi, offre qualcosa che probabilmente alla vigilia nessuno si aspettava, nella misura in cui riesce a citare e a reinventare il gioco che nel 1993 cambiava per sempre la storia dei videogiochi.
di Rosario Grasso pubblicato il 19 Maggio 2016 nel canale VideogamesBethesdaDooM
id Tech 6
Per poter attuare il cambiamento di cui abbiamo iniziato a parlare nella scorsa pagina, id Software ha dovuto rivedere il suo motore grafico. Ricordiamo che id Tech 6 è il primo engine della software house texana sviluppato senza la direzione di John Carmack, ora passato a Oculus. Detto questo, bisogna considerare che alcune limitazioni sono rimaste lì dove erano. Originariamente concepito con il concetto della MegaTexture, questo motore prevede l'utilizzo di un'unica enorme (anche in termini di MB) texture per l'intero mondo di gioco. E infatti il download necessario per il download di DooM da Steam è di 43,8 GB al netto di patch.
Inoltre, benché in DooM 2016 ci siano molti più spazi aperti che in DooM 3 che, come ricorderanno i fan, era sempre incredibilmente buio e claustrofobico, id Tech 6 fatica ancora a gestire grossi spazi aperti, dove il frame rate tende inevitabilmente a scendere. Le texture non sono mai brillantissime e soprattutto sono slavate quando si tratta di giocare in ambienti ampi. Proprio come per id Tech 5, inoltre, spesso il motore grafico fatica a caricarle, il che porta il giocatore a vedere per qualche istante la corrispondente texture in bassa risoluzione. Però, a differenza di DooM 3, ed è proprio questo che rende il gioco più adrenalinico e divertente, l'engine riesce a gestire molti più mostri contemporaneamente, il che aumenta sensibilmente i ritmi di gioco e ripristina quell'approccio orientato su pool di mostri che abbiamo visto nella pagina precedente e che era l'anima del DooM originale.
Certo, a livello di dettaglio degli ambienti di gioco non si può gridare al miracolo come avevamo fatto ai tempi di DooM 3. Quel gioco, è inutile ribadirlo, emozionò i giocatori innanzitutto per la sconvolgente grafica che riusciva a offrire ai giocatori in quell'epoca, con un livello di fotorealismo che a quei tempi era del tutto sconosciuto. DooM 2016, invece, non si avvicina neanche ai giochi più validi di oggi da questo punto di vista, come lo possono essere i vari The Witcher 3, Rise of the Tomb Raider, The Division e lo stesso Uncharted 4 per certi versi.
Questo può essere deludente, ma bisogna al contempo considerare altri elementi positivi sempre all'interno del discorso tecnico. Prima fra tutti l'intelligenza artificiale. Mentre i mostri di DooM 3 si limitavano ad andare semplicemente verso il giocatore, qui riescono a organizzarsi in tattiche piuttosto complesse, soprattutto sfruttando la struttura articolata dei mondi di gioco e le varie piattaforme che vi si trovano per sfuggire al fuoco del giocatore e allo stesso tempo inseguirlo e braccarlo. Allo stesso tempo, però, visivamente i mostri perdono quasi tutto il carisma che acquisivano in DooM 3: lì facevano paura e ciascuno di loro aveva personalità da vendere. Imp Demon e Pinky Demon, qui, sono molto meno accattivanti: mi hanno ricordato lo stile visivo dei recenti Xcom, senz'altro ben lontani dallo scenario horror terrificante della tradizione DooM.
Convincenti, invece, le musiche, che ricalcano lo stile aggressivo delle indimenticabili melodie dello sparatutto del 1993. Siamo stati meno entusiasmati invece dagli effetti sonori, non sufficientemente variegati e non sempre d'atmosfera.
Tutto sommato il comparto tecnico del nuovo DooM è soddisfacente, fermo restando il punto, però, che id Software smette di essere il punto di riferimento per la grafica, intesa come vicinanza al fotorealismo e come complessità poligonale, come lo era stato negli anni passati e, appunto, ai tempi di DooM 3. Abbiamo, infine, visto il consumo di VRAM, così come abbiamo fatto con altri giochi di recente pubblicazione. Come potete vedere voi stessi il consumo di VRAM è molto contenuto, fra i valori più bassi che abbiamo rinvenuto nei nostri test. Diventa più importante, invece, l'occupazione della memoria di sistema. Da notare, come al solito, che i test vengono fatti con l'impostazione qualitativa più alta, "Ultra" nel caso di DooM, e alla risoluzione 4K.