Father.IO: il primo FPS in realtà aumentata è un progetto italiano
Father.IO è un progetto attualmente in fase di finanziamento tramite il sito di crowdfunding Indiegogo. Si tratta di un'idea non nuova, risalente al 2014, ma comunque molto innovativa, che intende fondere realtà aumentata e gaming tramite smartphone all'interno di un contesto multiplayer. Ma la principale peculiarità di questo progetto è che la startup che lo sta sostenendo è guidata da un programmatore italiano, Francesco Ferrazzino, che abbiamo raggiunto.
di Rosario Grasso pubblicato il 03 Marzo 2016 nel canale VideogamesIntervista a Francesco Ferrazzino
Gamemag: Perché la realtà aumentata adesso?
Francesco Ferrazzino: Perché gli altri media - web, social, mobile - sono completamente saturi. È l'evoluzione naturale della tecnologia che, modificando la User experience, ci ha portato ad una nuova possibile scelta. Vivere una vita "artificiale" tramite la VR, la versione moderna di Second life, oppure interagire con il mondo circostante con l'AR in maniera completamente nuova sono solamente alcune delle possibilità.
Gamemag: Cos'è Father.IO e come è nata questa idea?
Francesco Ferrazzino: father.io è il primo massive multiplayer fps che si gioca nella vita reale. L'idea è nata lavorando in ambito Augmented Reality per alcuni clienti della mia agenzia di digital marketing. Con i miei soci, abbiamo deciso di andare oltre e creare un'applicazione dove la Realtà Aumentata non fosse usata al fine di generare un "wow effect", ma fosse il mezzo per una nuova User Experience.
Gamemag: Avete lanciato una campagna su Indiegogo. Perché questa piattaforma è il veicolo ideale per finanziare il vostro progetto?
Francesco Ferrazzino: Abbiamo valutato a lungo la piattaforma. Kickstarter ha più utenti e pagine viste, e una community molto più fidelizzata, Indiegogo offre più servizi e strumenti di marketing. In ogni caso, se non si promuove la campagna, nessuna delle due piattaforme è sufficiente a vincere un goal anche modesto.
Gamemag: Come è stata sviluppata la parte virtuale del gioco? Quali sono state le principali sfide?
Francesco Ferrazzino: La parte virtuale del gioco è stata sviluppata su motore Unity, lato client, e su server nodejs e database noSQL, lato server. Le principali sfide sono state creare un engine che permettesse lo streaming realtime di informazioni basate su zone di interesse geolocalizzate e una serie di shader OpenGL che modificano gli streaming della telecamera in tempo reale, per garantire che sia l'interfaccia che gli oggetti 3D reagiscano all'attuale luce dell'ambiente circostante.
Il nostro obiettivo è creare gli effetti speciali di un film di Hollywood, in real time, sul proprio cellulare. Volevamo un'esperienza in POV alla Ironman, o Robocop. E ci siamo riusciti.
Gamemag: Come funziona l'Inceptor?
Francesco Ferrazzino: Abbiamo ridotto l'apparecchiatura di un laser tag professionale da outdoor alle dimensioni di un portachiavi. Grazie a sei sensori infrared e a due emittitori, l'Inceptor permette di simulare diverse tipologie di armi (da uno shotgun ad uno sniper rifle) e di colpire gli avversari fino a 50 metri di distanza con un hitbox variabile a seconda dell'arma, da tutte le direzioni.
L'Inceptor comunica tramite il cellulare in Bluetooth Low Energy, e fra di loro in SubGhz, fino a 200 metri di distanza. Questo permette di creare sia casual battles, con "nemici" nelle circostanze, ma anche di ridurre il lag e il consumo di bandwith durante le partite grazie al broadcasting locale.
In pratica, con un RTT di 100ms tra il telefono in fase di shooting, è come giocare con un server online con latenza di 30-50ms. Questo era impossibile senza un local broadcasting tra gli hardware, in quanto la rete mobile ha una latenza davvero molto più elevata
Gamemag: Quando arriverà la versione definitiva di Father.IO?
Francesco Ferrazzino: Proseguiremo con un roll-in e diverse milestone di sviluppo e, da fine estate, inizieremo con l'integrazione nel gioco dei primi Inceptor spediti.
Gamemag: Nel momento in cui arriveranno sul mercato soluzioni come Microsoft HoloLens come si evolveranno i progetti come Father.IO?
Francesco Ferrazzino: Sicuramente ci integreremo! Il nostro progetto è quello di diventare il primo contenuto dei media di nuova generazione in AR. Nel frattempo, funzioniamo già con le tecnologie che tutti hanno: il cellulare. E un hardware AR ad un prezzo "democratico".
Gamemag: Pensi che siamo alla vigilia di un grosso cambiamento nel modo di concepire i videogiochi?
Francesco Ferrazzino: Si, ma penso ci vorranno alcuni anni. Per noi, Father.io è un po' come il primo Wolfenstein 3D.
Gamemag: Meglio la realtà aumentata o la realtà virtuale?
Francesco Ferrazzino: Ritentiamo la realtà aumentata un'esperienza più social, e meno alienante. Ovviamente siamo all'inizio di una nuova era e nei prossimi anni vedremo delle cose particolarmente interessanti in entrambi gli ambiti.
Gamemag: Perché hai scelto gli Stati Uniti e perché non è stato possibile realizzare Father.IO in Italia?
Francesco Ferrazzino: E' possibile fare Father.IO in italia, ma il mercato dei videogames e dall'AR è negli Stati Uniti.
Gamemag: Qual è il modello di business? Prevedete di approdare su altre piattaforme oltre quelle mobile?
Francesco Ferrazzino: Nonostante il modello di business sia quello delle free app, siamo apertamente contro il modello di business "pay per win". Monetizzeremo tramite la vendita di hardwares, cosmetics e di nuove esperienze di gioco che non sbilancino la nostra community.
Gamemag: Da che tipo di professionisti è composto il tuo studio? E che tipo di collaborazione avete imbastito con 34BigThings?
Francesco Ferrazzino: Il nostro studio è molto variegato: oltre ai "comuni" devs unity e backend engineer (io stesso sono un full stack dev), abbiamo industrial designer, esperti in User Experience e Ingegneri Meccanici/Materiali e una Sociologa.
34 Big Things è un fantastico studio di Torino con anni di esperienza nel settore dei videogiochi e app mobile, e ci stiamo affiancando a loro in questa fase iniziale.
Gamemag: Sul tuo profilo LinkedIn mi ha incuriosito molto la definizione di "growth hacker". Perché ti senti vicino a questo concetto?
Francesco Ferrazzino: È un termine nuovo, il concetto è interessante: cosa posso fare per far crescere la mia azienda, utilizzando tutte le tecniche - sia di programmazione che di marketing fino anche al business model/sales - che ho a disposizione? Tutte le grandi startup attuali che conosciamo, da Hotmail a Facebook fino ad Airbnb e Dropbox, hanno utilizzato queste tecniche per garantire una crescita esponenziale in pochissimi anni.
7 Commenti
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Come Ironman!Questo renderebbe le battaglie di soffiar molto pi~u futuristiche.
Molto bello
Facciamo un ciccione davanti allo specchio allora!
Il problema che vedo è la latenza. Forse un sistema del genere funziona [U]bene[/U] negli states dove le reti dati 4g sono, almeno nelle grandi città, di altro livello rispetto alle nostre. Credo che la connessione debba essere quasi costante (uccidere un avversario con 2 secondi di ritardo rende l'esperienza di gioco pessima, ma credo che già 0.5 sec sia troppo) e per questo sono curioso di vedere quanto dura la batteria dello smartphone.
Se invece tutto è gestito in locale (come credo) dal device attaccato allo smartphone allora potrebbe funzionare.
il che introduce un altro problema. se sparassi ad un nemico alle spalle?
sarebbe una specie di battaglia laser più smart, ma a quel punto il sensore deve essere a 360°
diciamo che io la vedo come un primo passo per una futura evoluzione del softair. ognuno con la sua arma di plastica a cui è attaccato il device che spara raggi laser, il suo "visore" smart connesso in rete e addio cheater. con qualcuno che può starsene davanti al PC e "manovrare" la squadra
lo hanno già fatto http://inteliscopes.com/
lo hanno già fatto http://inteliscopes.com/
i prezzi mi sembrano proibitivi. rimane il fatto che los cope è uno scop e basta io parlavo di eliminare i proiettili e farlo diventare una battaglia laser. certo andare in giro con un arma di plastica sparare agli altri player per new york city, ggigiorno mi pare un filo rischioso.
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