Until Dawn e la forza dell’effetto farfalla

Until Dawn e la forza dell’effetto farfalla

Il genere horror, nella sua declinazione slasher, irrompe su PlayStation 4 grazie ai ragazzi di Supermassive Games. Dopo il nostro test completo abbiamo cercato di estrapolare tutti i contenuti dell’opera e analizzare nel dettaglio la trama, i personaggi ma anche le numerosissime influenze che sono identificabili sia nel gameplay che sul piano narrativo.

di pubblicato il nel canale Videogames
SonyPlaystation
 

Il cast di Until Dawn

La presenza di attori provenienti dai film e dalle serie televisive all’interno di opere interattive è diventata nel tempo una prassi sempre più consolidata. Sono ormai molti gli esempi in tal senso e Beyond: Due Anime è probabilmente il titolo che più di tutti ha cercato di fare leva su questo tipo di soluzione, aprendo la strada anche ad ulteriori esperimenti come ad esempio il futuro Quantum Break, che proverà ad amalgamare la parte ludica ad un live action show.

Trattandosi di una produzione che gioca tutte le sue carte in chiave narrativa, per la realizzazione di Until Dawn è stato scritturato un cast di buon livello, che vede la partecipazione di interpreti giovani ma già abbastanza conosciuti, tra cui Hayden Panettiere (Heroes, Scream 4), Rami Malek (Need For Speed, Una Notte al Museo) e Brett Dalton (Agents of S.H.I.E.L.D.). Ma non va dimenticato nemmeno Peter Stormare – artista di vecchio corso che ricordiamo con piacere soprattutto per le sue interpretazioni ne Il Grande Lebowski e nei panni del boss Abruzzi nella serie televisiva Prison Break – che questa volta veste i panni di un eccentrico psichiatra, il cui ruolo inizierà a diventare chiaro solo quando la nottata starà per volgere al termine.

Con lo scopo di accrescere l’attaccamento e l’immedesimazione del giocatore nei confronti degli sventurati che si aggirano a Blackwood, la personalità di ognuno di loro è stata plasmata in modo semplice e cristallino. Ogni membro del gruppo ha una propria personalità, che viene identificata per mezzo di specifici aggettivi già al momento della loro entrata in scena. Non è tutto, in quanto ognuno di essi è anche supportato da uno status variabile, che identifica il tipo di relazione intrattenuta con i compagni. Funzione che peraltro rimane abbastanza fine a sé stessa poiché non abbiamo colto reali implicazioni rispetto alle scelte da intraprendere.

L’altra componente cruciale, indicata dagli stessi sviluppatori, riguarda le scelte adottate nello stile di abbigliamento e nel linguaggio del corpo. Come da tradizione per il genere di riferimento ce n’è per tutti i gusti: Mike è il maschio alfa, egocentrico e fin troppo sicuro di sé, invece Sam è ironica e curiosa. Jessica indossa una maschera mentre Ashley e Chris si piacciono ma non riescono a dirselo. Emily e Matt fanno coppia da poco ma sembrano già sopportarsi poco e per finire c’è Josh, che dissimula la sua complessità emotiva e vuole solo provare a divertirsi. Nella maggioranza dei casi il gruppo sarà suddiviso in coppie e il giocatore potrà vestire a rotazione i panni di chiunque, sebbene il passaggio non possa essere gestito a piacimento ma sia sempre imposto.

Una nota molto positiva spetta al doppiaggio in italiano, che ci ha convinto dall’inizio alla fine, riuscendo a trasmettere con efficacia sia i momenti di terrore e disperazione che le fasi di sarcasmo o humour nero. Meno positiva si è invece rivelata la sincronizzazione tra il labiale originale e le frasi pronunciate, che spesso non è affatto impeccabile e crea qualche fastidio.

 
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