Until Dawn e la forza dell’effetto farfalla
Il genere horror, nella sua declinazione slasher, irrompe su PlayStation 4 grazie ai ragazzi di Supermassive Games. Dopo il nostro test completo abbiamo cercato di estrapolare tutti i contenuti dell’opera e analizzare nel dettaglio la trama, i personaggi ma anche le numerosissime influenze che sono identificabili sia nel gameplay che sul piano narrativo.
di Davide Spotti pubblicato il 28 Agosto 2015 nel canale VideogamesSonyPlaystation
Un tranquillo weekend a Blackwood Pines
Come tutti gli horror slasher anche gli eventi di Until Dawn vedono come protagonisti un gruppo di giovani ragazzi in vacanza in un lussuoso chalet in quel di Blackwood Pines, fredda località montana nel nord degli Stati Uniti. L’intera montagna è di proprietà di Bob Washington, un magnate che da anni la possiede in barba alle tribù native stanziate nell’area.
E così, in un weekend invernale qualsiasi, Beth, Hannah e Josh Washington decidono di ospitare alcuni loro amici con l’idea di trascorrere qualche giorno di puro divertimento. Gli eventi nefasti hanno inizio con un banale scherzo che Mike, lo spaccone del gruppo, decide di organizzare ai danni di Hannah. Delusa e amareggiata per essere stata derisa di fronte a tutti gli altri, la ragazza fugge nel bosco e fa perdere le sue tracce. Sarà sua sorella Beth a cercarla nel cuore della notte, ma una serie di coincidenze sfortunate si rivela fatale ed entrambe le ragazze perdono la vita cadendo in un dirupo.
Terminato il breve prologo la scena si sposta rapidamente in avanti di un anno. Josh ha ricevuto un forte contraccolpo per la perdita subita ma decide ugualmente di invitare tutti i suoi amici a Blackwood ancora una volta, per provare a onorare la memoria delle sorelle e mettersi la vicenda alle spalle una volta per tutte. L’allegra comitiva giunge sulla montagna con le migliori intenzioni di passare un gran weekend, ma non può nemmeno immaginare a quali sciagure stia andando incontro.
La storia di Until Dawn è suddivisa in dieci capitoli della durata di circa un’ora ciascuno, pressappoco lo stesso numero di ore che separa la comitiva dall’alba e dalla possibile salvezza. La vera novità, rispetto alle tradizionali storie appartenenti a questo genere, riguarda l’intreccio e la piega che assumono gli eventi, soprattutto nella seconda parte del racconto. Il gruppo si ritroverà suo malgrado perseguitato da un incidente accaduto in un lontano passato, i cui risvolti verranno svelati passo dopo passo e avranno dei collegamenti persino con la mitologia nativa americana. Peraltro la prima parte dell’avventura se ne va introducendo i vari personaggi e i rapporti interpersonali che li legano gli uni agli altri. Nell’incipit gli unici momenti di tensione vengono affidati ai saliscendi della colonna sonora e alla presenza di numerosi jump scare, alcuni particolarmente efficaci, altri un po’ meno. Tuttavia i momenti interlocutori servono da premessa per l’orrore che è in procinto di travolgere la quiete della baita e per comprendere un fattore che costituisce il trait d’union di tutta l’avventura: l’Effetto Farfalla.
Infatti in Until Dawn anche le decisioni apparentemente meno importanti hanno il potenziale di stravolgere e modificare gli eventi futuri. Gli sviluppatori hanno voluto permettere al giocatore di plasmare la storia con una miriade di scelte che vanno ponderate. Quindi, per far sì che questo obiettivo fosse esaudito, i livelli sono stati costellati di numerosi bivi e situazioni borderline, che possono potenzialmente condurre alla salvezza oppure all’oblio di tutti i protagonisti.