Ori and the Blind Forest: fatevi rapire dall'onirico mondo di Nibel
Il titolo d’esordio di Moon Studios è andato oltre le già positive impressioni che avevamo avuto nei mesi scorsi. I quattro anni di sviluppo hanno permesso la realizzazione di un fluidissimo platform 2D dalle caratteristiche old school, ricco di sfida e con un’ambientazione davvero ben curata, votata all’esplorazione e senza fastidiosi tempi di caricamento.
di Davide Spotti pubblicato il 14 Marzo 2015 nel canale VideogamesMicrosoftXbox
Il piccolo Ori, da debole trovatello a guardiano della luce
All’inizio del gioco si narra che Ori, disperso nella foresta di Nibel, venga adottato da una bizzarra e lenta creatura chiamata Naru, simile ai panda per le fattezze e i movimenti lenti e ciondolanti. Per lungo tempo Ori cresce a fianco del suo massiccio genitore adottivo, quando ancora la foresta è sana, rigogliosa e lontano da qualsiasi minaccia. Ma l’improvviso avvento di un cataclisma e il successivo declino del bosco portano lo stesso Naru alla morte, mentre il piccolo Ori deve nuovamente affrontare da solo un mondo divenuto cupo e ostile.
La fatica e la tristezza provocata dalla solitudine lo inducono a lasciarsi andare, per poi essere riportato in vita con energie rinnovate dallo spirito della foresta. Subito incontrerà Sein, entità eterea che nell’aspetto ricorderà ad alcuni Igniculus di Child of Light, sebbene nel corso del gioco rivesta funzioni completamente differenti. Questa piccola fonte luminosa rappresenta al contempo la luce e gli occhi dell’Albero dello Spirito, che dominava quella foresta prima della caduta, e aiuterà il protagonista fornendogli protezione e supporto.
Gli eventi vengono raccontati da un narratore esterno, la cui voce non è comunque riconoscibile. La storia viene infatti raccontata mentre il giocatore interagisce con il mondo di gioco e al centro dello schermo si materializza il contenuto delle oscure e incomprensibili frasi che vengono pronunciate. Questo meccanismo di introduzione degli eventi richiama le opere di SuperGiant Games, come Bastion o Transistor, sebbene in quel caso il narratore sia intelligibile anche sul piano vocale e i dettagli a supporto della storia e dei personaggi comunque più approfonditi. In questo caso la trama si mantiene sì criptica ma anche volta ad un tendenziale ermetismo, lasciando invece spazio preponderante all’azione e all’esplorazione di Nibel, nel tentativo di recuperare quegli oggetti fondamentali, utili a riportare quel luogo in una situazione di equilibrio.
Al di fuori del supporto e delle spiegazioni propugnate da Sein, l’avventura di Ori è vissuta sostanzialmente in solitaria. Il principale antagonista è Kuro, gigantesca civetta che ha rapito Sein dall’Albero dello Spirito e ha indotto il declino di Nibel. Ori deve quindi recuperare i tre elementi fondamentali della luce, in grado di mantenere l’equilibrio, rappresentati dall’elemento delle acque, quello dei venti e infine l’elemento del calore, situato nelle profondità del Monte Horu. Nel corso degli eventi non mancheranno nemmeno personaggi in un primo tempo ostili, che in seguito finiranno per supportare, a loro modo, il protagonista.
Molto efficace si è rivelata poi la colonna sonora, incline ad imprimere nel giocatore tinte eteree e malinconiche, perfettamente associabili a quanto si può apprezzare in presa diretta sullo schermo. Le tracce musicali sono state composte da Gareth Coker, con la collaborazione di altri artisti tra cui la musicista Aeralie Brighton, la flautista Rachel Mellis e l’oboista Tom Boyd, coadiuvati dalla Nashville Music Scoring Orchestra. Inoltre la versione digitale dell’album è già disponibile per il download sulle principali piattaforme digitali, compresi iTunes e l’immancabile Spotify.