Alien Isolation: riuscirete a resistere?
The Creative Assembly è uscita dal terreno che le è più congeniale, ovvero il pianeta dei giochi strategici, per offrirci un nuovo avvincente viaggio nelle atmosfere claustrofobiche e terrificanti che hanno contrassegnato il primo capitolo della saga di Alien. Vestendo i panni di Amanda Ripley, figlia della più nota Ellen, Alien: Isolation ci conduce sulla Sevastopol, una stazione sulla quale si aggira indisturbato uno Xenomorfo. Stealth e meccaniche survival si amalgamano in un titolo che, pur non esente da difetti, garantisce una completa immedesimazione all’interno di uno degli universi sci-fi più noti.
di Davide Spotti pubblicato il 24 Ottobre 2014 nel canale VideogamesCreative
Facciamo il punto sull’IA
Nel corso della campagna si alternano momenti in cui l’alieno sarà molto più vicino e minaccioso ad altri durante i quali la sua presenza si percepisce ma non se ne ha una tangibile prova, se non dalle sporadiche indicazioni che vengono fornite attraverso il rilevatore di movimento. L’approccio stealth viene comunque privilegiato in ogni occasione ed è sufficiente fare più rumore del dovuto per vedere comparire la bestia anche nelle fasi più inaspettate. I livelli di gioco nei quali l’alieno si aggira per i corridoi della stazione, sulle tracce della propria preda, sono i più complessi da portare a termine, ma anche i più concitati. In queste fasi si rende necessario recuperare gli oggetti utili al completamento della missione, facendo attenzione a non incappare in incontri ravvicinati e cercando di fare buon uso dei punti di salvataggio disseminati per l’area.
L’intelligenza artificiale dello Xenomorfo si è dimostrata all’altezza delle caratteristiche che contraddistinguono questa bestia anche nei film. Riuscire a fuggire senza le dovute accortezze è praticamente impossibile, mentre l’impiego di strumenti di distrazione come razzi luminosi o granate sonore è un buon modo per guadagnare tempo. I metodi dell’alieno appaiono a tratti fin troppo invasivi, ma è proprio questo senso di difficoltà e di impotenza che stimola ad andare avanti e a trovare la soluzione più adatta per non farsi scoprire.
Durante lo sviluppo il team si è reso conto che non avrebbe avuto senso realizzare un nemico così temibile per poi fargli mantenere dei comportamenti scriptati e ripetitivi. Se non si prestano le adeguate accortezze nel gioco si muore spesso, quindi era necessario che lo Xenomorfo assumesse atteggiamenti diversificati ed imprevedibili ad ogni nuovo tentativo di procedere nella campagna. Per questo motivo è stato creato un sistema che permette all’alieno di adattare le sue tattiche in base alla situazione che si sta verificando intorno a lui. Le tecniche di incursione delle Xenomorfo sono molto varie e anche fedeli alle scene tipiche della saga cinematografica. Accade così di essere prelevati da terra mentre si sta correndo e trasportati all’interno dei condotti, si può essere individuati mentre ci si nasconde dentro agli armadietti, sotto ai tavoli degli uffici e degli ambulatori o dentro nei condotti che costeggiano i corridoi della nave, o ancora essere presi alla sprovvista di spalle. Raramente sarà possibile avere il tempo necessario per la fuga e la pianificazione di una strategia efficace.
Come abbiamo già sottolineato, nel gioco sono presenti anche altre entità ostili, sia umane che sintetiche. Peraltro va detto che l’intelligenza artificiale di queste fazioni avrebbe dovuto e potuto essere realizzata con maggiore attenzione. Gli umani sono fin troppo semplici da aggirare e in molte occasioni non noteranno alcuna presenza, anche quando gli si passa a poca distanza e nel loro raggio visivo. In alcune situazioni è anche possibile preparare un diversivo per poi nascondersi in un posto sicuro e lasciare che sia l’alieno a ripulire la zona da qualsiasi altro ostacolo. Per gli androidi il discorso è analogo: molto spesso si riesce ad aggirarli e a metterli fuori gioco in tempi rapidi. Abbiamo inoltre trovato irritanti le forme di interazione implementate, che rendono questo nemico da un lato banale e dall’altro abbastanza fastidioso, ma anche non particolarmente divertente da fronteggiare.