Recensione The Evil Within: ci sarà del sangue
Creato dall'autore di Resident Evil, Shinji Mikami, che per sviluppare questo videogioco ha fondato una software house apposta, The Evil Within è finalmente a disposizione dei giocatori. Mikami ha promesso un survival horror puro, che in qualche modo ricordi proprio il Resident Evil originale. Ma il suo team di sviluppo è riuscito ad adattare una tecnologia per certi versi ostica, come id Tech 5, alle meccaniche di gioco di Resident Evil?
di Rosario Grasso pubblicato il 14 Ottobre 2014 nel canale VideogamesResident Evil
Conclusioni
The Evil Within è sicuramente interessante per le ottime meccaniche di gioco che mette a disposizione dei giocatori e per la profondità strategica richiesta quando si affrontano i nemici cercando di consumare poche risorse. D'altra parte, tuttavia, il suo livello qualitativo è incostante.
I nemici sono molto reattivi, e questo impone al giocatore di agire sempre con cognizione di causa, rimanendo nell'oscurità ed evitando di fare rumore. Il loro comportamento è inoltre imprevedibile e irregolare, il che rende difficile anche prendere la mira, con la possibilità quindi di sprecare colpi. Attaccarli corpo a corpo o con le armi pesanti, infatti, rappresenta un insuccesso per il giocatore, visto che ciò comporta un importante spreco di risorse.
Giocato a Sopravvivenza, quindi, The Evil Within è un gioco destinato principalmente a quei giocatori che amano la sfida. Questo anche perché ci sono diversi enigmi di difficile risoluzione, per i quali il giocatore non ottiene mai indizi circostanziati, ma deve ingegnarsi con le possibilità di interazione che gli vengono messe a disposizione.
The Evil Within offre, inoltre, un'atmosfera carica di tensione in diversi punti del gioco, anche per la presenza di personaggi altamente suggestivi. C'è, ad esempio, un custode che, a parer mio, rimarrà nella storia dei videogiochi. È un violentissimo omaccione con la testa rinchiusa in una cassaforte per aggirare il secolare problema degli zombi (ovvero l'essere colpiti in testa) e un martello enorme in una delle mani, che ovviamente non va affrontato semplicemente con le armi ma risolvendo un arzigogolato enigma che si presenta durante il combattimento.
Le meccaniche di movimento del protagonista, tuttavia, sono curiose, e per certi versi spingono a dire che The Evil Within non riesca a superare le difficoltà storiche di Resident Evil in tal senso. Che il protagonista sia così impacciato è una cosa che ci può stare nella parte stealth, ma rende le parti più movimentate, che comunque sono abbastanza frequenti soprattutto nella prima parte del gioco, abbastanza ingestibili e comunque eccessivamente legnose.
Ma la prima parte non è convincente anche per altri motivi, come per il fatto che la storia non decolli, se non dopo diverse ore di gioco, proprio perché al giocatore vengono dati fin troppi pochi dettagli. Nella seconda parte The Evil Within diventa più interessante e molto più coinvolgente, e non solo dal punto di vista narrativo. Si ha come la sensazione, insomma, che Tango Gameworks abbia aggiunto alla prima metà dei capitoli a lavori in corso.
Purtroppo, poi, The Evil Within palesa qualche limite di natura tecnica. Abbiamo detto delle animazioni e dell'intelligenza artificiale, ma purtropo anche il sistema di controllo si rivela a tratti impreciso. A parte la scarsa agilità del detective controllato dal giocatore, in certi casi è difficile piazzarsi bene in un angolo per scrutare ciò che succede al di là della copertura, e questo può mandare all'aria tutta una strategia d'attacco. Anche perché, e torniamo tra gli elementi di positività, gli spiritati ci scorgono subito se non ci copriamo bene. Da questo punto di vista The Evil Within non è come altri giochi stealth per i quali i nemici non vedono il personaggio interpretato dal giocatore solo perché apparentemente dietro una copertura: invece, loro ci vedono se noi li vediamo.
The Evil Within ha una durata di circa 15 ore (più o meno una per ognuno dei 15 capitoli di cui è formato) se giocato a Inesperto. Ovviamente in funzione dell'abilità di ciascun giocatore, a Sopravvivenza può richiedere almeno 5 ore in più. Non si può cambiare verso un livello di difficoltà più alto una volta avviata la partita, mentre il contrario è sempre consentito, a patto di ricominciare il livello dall'inizio. Inesperto comporta una serie di vantaggi e, tra le altre cose, offre al giocatore un sistema di notifica che gli permette di capire se i nemici lo hanno visto o meno.
Alti e bassi che quindi rendono difficile la vita del redattore. I limiti tecnici e una storia interessante ma non raccontata in maniera completamente efficace, impediscono di dare una valutazione di assoluta eccellenza. Fermo restando il fatto che The Evil Within offre un ottimo gameplay che rende il tutto molto strategico, offrendo un tipo di sfida interessante ai livelli di difficoltà avanzati.
20 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNon ho capito poi come fa' ad essere buono il gameplay se l'IA e' un colabrodo e le meccaniche del gioco ripetitive. Chiedo delucidazioni...
Alien e' senza dubbio un buon gioco ma come tutti ha i suoi bei difetti.
Non ho capito poi come fa' ad essere buono il gameplay se l'IA e' un colabrodo e le meccaniche del gioco ripetitive. Chiedo delucidazioni...
No, per il momento siamo in possesso solo della versione Xbox One purtroppo...
Per il resto, credo che nella recensione + video potrai trovare le risposte alle tue domande
Ammazza ! Reattivissimi proprio !
Anzi è una gara a chi è più reattivo tra te e lo zombie che hai di fronte.
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