Spazio al retrogaming: i pazienti affetti da Testa Gonfia di Theme Hospital

Perché non annoia, diverte e sorprende di continuo. Ho giocato tantissimi gestionali fino ad oggi, per me erano come il pane. Nel corso degli anni ho maturato l'idea che un gestionale per fallire deve rivelarsi prevedibile e privo di crescita. Se un gestionale dopo tre ore di gioco mi da l'impressione di avermi fatto vedere tutto il suo “arsenale”, per me è finita, è bocciato.

Con Theme Hospital questo non succede. Ha un arsenale vasto e ben distribuito nel percorso verso la missione finale, vera sandbox mode del gioco. Un gestionale apparentemente umile ma pieno di elementi di gameplay che costruiscono, nel complesso, un concetto di vittoria astratto, soggettivo e ampiamente rimodulabile, a proprio piacimento. In questo gioco non si “spamma”: non ha senso produrre una determinata azione a ripetizione, convulsamente, per arrivare velocemente a una insipida vittoria, demolendo l'esperienza di gioco. E non va avanti da solo, praticamente in nessun caso ci sarà la possibilità di impostare la velocità di gioco al massimo e lasciarlo andare da sé. Ci sarà sempre bisogno dell'intervento del giocatore.

Così si può giocare per ore e ore senza mai stancarsi, anche dopo aver fatto, apparentemente, qualsiasi cosa. Anche dopo anni.

Ma pure si può impostare la difficoltà su “facile” e giocare, con soddisfazione, dieci minuti invece che un'ora, senza troppo impegno.

Come ho detto fin dall'inizio: ci sono gestionali tecnicamente migliori di Theme Hospital. Ma nessun'altro è in grado di offrire tanto con altrettanta leggerezza.