Hands-on Metal Gear Solid 5: Kojima riscrive lo stealth, di nuovo
Abbiamo completato Metal Gear Solid 5 Ground Zeroes, il prologo dell'esperienza principale di Mgs5 che verrà rilasciata più avanti nel corso dell'anno. Ecco il parere di un super-esperto della serie.
di Stefano Carnevali pubblicato il 10 Marzo 2014 nel canale VideogamesCarne al fuoco
Recentemente sono circolate numerose voci allarmanti secondo cui l’esperienza di gioco offerta da Ground Zeroes sarebbe troppo breve.
Come già detto, anzitutto, la continuità ludica di GZ è nettamente superiore a quanto solitamente offerto dalla saga di MGS. Dopo la spettacolare introduzione (e prima dell’altrettanto coinvolgente scena finale), infatti, avremo modo di immergerci a capofitto nell’imponente ‘sandbox stealth’ rappresentato da Camp Omega. Potremo esplorare le tantissime opportunità offerte dalle capacità fisiche di Boss, dal suo kit di gadget tecnologici; esplorare i molteplici percorsi all’interno del campo nemico e sfidare la buona IA dei Marines. Persino le comunicazioni via CODEC avverranno in-game, mentre continueremo a controllare Boss.
Esplorare tutto il campo, alla ricerca delle migliori soluzioni stealth e delle toppe XOF (patch che, se raccolte in toto, sbloccheranno premi gustosi), rappresenta un netto invito alla rigiocabilità.
La missione principale di GZ, così, per quanto non travolgente per rivelazioni di trama o eccessivamente longeva, diviene estremamente godibile e spettacolare (la qualità audio/video di GZ, provato su PS4, infatti è davvero alta, magari non proprio per tutto quello che c’è a schermo, ma quasi).
A supporto della ‘main quest’, poi, ci sono altre cinque missioni. Non si tratta di VR Mission d’addestramento, ma di vere e proprie ulteriori imprese di infiltrazione a Camp Omega. Anche queste – anche se con dettagli meno ricchi e meno fondamentali – daranno utili informazioni circa Big Boss e il mondo che gli ruota attorno. Il loro cuore, però, sarà prettamente ludico: un’altra ottima occasione per testare il sanbox stealth introdotto da Kojima. La prima cosa che salta all’occhio è il modificarsi delle condizioni orarie ed atmosferiche: se la missione principale di GZ ci aveva portato a Camp Omega in una notte buia e tempestosa, le altre quest ci consentiranno di giocare in mattinate luminose o in caldi tramonti. Tutto questo si riverbererà evidentemente anche sulla giocabilità: per esempio, sotto il sole, la percezione delle guardie sarà nettamente superiore rispetto a quanto avviene sotto l’acquazzone notturno.
Gli stessi obiettivi di queste missioni saranno molto diversificati tra loro e richiederanno un approccio di volta in volta molto differente. Quando dovremo eliminare due Marines resisi colpevoli di svariati abusi, dovremo mantenere un profilo bassissimo, perché i due ‘malandrini’ saranno lesti a fuggire se l’allarme scatterà troppo prolungato.
Quando, invece, dovremo contattare un Marine ‘traditore’, oltre ad avere numerose possibilità per attirare la sua attenzione, dovremo avere un gran colpo d’occhio e, polaroid alla mano, ci toccherà osservare con attenzione i volti di molti soldati nemici, per interagire con quello giusto.
Un po’ meno efficaci, invece, paiono le due missioni più ‘aggressive’: in una dovremo trovare ed estrarre un VIP (e la fuga sarà fin troppo violenta), nell’altra dovremo neutralizzare tutte le postazioni anti aeree di Camp Omega (e addio copertura).
Esiste poi una quinta quest da sbloccare e che sarà differente tra i dispositivi Microsoft e quelli Sony.
In tutte queste missioni, come e più di quanto accade in quella principale, sarà molto utile sfruttare il CQC per stordire e interrogare i Marines.