Final Fantasy XIV: c'è ancora spazio per l'innovazione nel genere MMORPG?

Square Enix ha senza dubbio centrato l'obiettivo di superare il fallimentare Final Fantasy XIV lanciando questa seconda versione. Il gioco è solido, ha un aspetto piacevole, tanti contenuti, non soffre di bug particolari ed è in tutto e per tutto un enorme atto d'amore per i fan della saga, pieno fino all'orlo di citazioni e riferimenti a oltre vent'anni di onorata storia.

E' però un gioco adatto a tutti? Di questo non sono convinto. A Realm Reborn è in primis un gioco vecchio stile, frutto di una concezione dei mmorpg come spugna per il tempo: sì, ci sono tantissime cose da fare, ma tutte queste cose richiedono uno sforzo notevole se non in termini di bravura e abilità, almeno in termini di minuti e ore.

Il sistema di classi sembra permettere di fare tutto, ma richiede inevitabilmente di farmare per ottenere qualcosa in più del minimo sindacale. I dungeon non sono difficili, ma sono senz'altro più lunghi del necessario. Anche le cose più semplici, come consegnare una missione già fatta, spesso sembrano concepite apposta per richiedere cinque minuti in più anziché in meno.

E'un tipo di mentalità che negli ultimi anni avevamo visto, se non sparire del tutto, almeno ridursi considerevolmente nel mondo dei mmorpg occidentali. Non fosse altro perché il modello economico del canone mensile sta via via scomparendo, e in giochi che si basano sulle microtransazioni non è necessario costringere l'utente a restare online più del necessario.

Insomma Final Fantaxy XIV: A Realm Reborn è un gioco che di sicuro porta innovazioni enormi rispetto al suo predecessore, ma altrettanto certamente non ne porta nessuna nel panorama dei mmorpg odierni. Questo può essere un pregio o un difetto, in base ai gusti di ciascun appassionato.