Dead Space 3: la furia di Isaac Clarke

Dead Space 3: la furia di Isaac Clarke

Torna la paura di Dead Space e tornano i combattimenti, ormai storici, contro i Necromorfi. Con il terzo capitolo, DS è un po' più reattivo e permette per la prima volta di giocare in multiplayer co-operativo. Scopriamo come, e se, cambia.

di , Rosario Grasso pubblicato il nel canale Videogames
 

Isaac diverso, approccio diverso

Avere un Isaac Clarke così aggressivo e combattivo, non si ripercuote solo sulla trama di DS 3, ma, coerentemente, lo fa anche su tutto l’impianto ludico di gioco. In modo del tutto funzionale ai progetti di Visceral per questo terzo capitolo della saga.

Gli sviluppatori, infatti, avevano lasciato intendere che, con DS 3, la serie avrebbe conosciuto un’evoluzione decisamente improntata sull’azione e sul combattimento. Tanto che sarebbe stata data la possibilità di giocare con un amico, in una campagna cooperativa.

Per quanto la volontà di innovare e di non cadere nella possibilità (effettivamente sfiorato molto da vicino in DS2) di offrire solo un ‘more of the same’, fosse encomiabile, i dubbi e i rischi non mancavano. Su tutti, come si sarebbero mantenuta l’aura horror e la grande tensione tipiche della saga, offrendo un gioco molto ‘action’, affrontabile con un amico al fianco?

Reputando atmosfera e tensione i veri ‘fiori all’occhiello’ della saga di DS, mi sono categoricamente rifiutato di affrontare la mia prima avventura su Tau Volantis in cooperativa.

Ho quindi respinto l’offerta multiplayer di Visceral, lasciando al buon Rosario il compito di effettuare l’escursione sul pianeta ghiacciato in compagnia di qualche amichetto.

Io mi sono buttato nella mischia in coraggiosa solitaria. E parlare di mischia pare quanto mai azzeccato, vista l’innegabile evoluzione di Isaac e di tutto il pacchetto di gameplay proposto da DS3.

Come detto, è evidente che si è al cospetto di un Clarke tutto nuovo. Segnato dalle precedenti peripezie, disilluso dai continui tradimenti, l’ingegnere è un uomo molto più deciso e ‘duro’, rispetto al passato. Adesso non sarà più titubante, tormentato e impaurito di fronte ai Necromorfi. Anzi, sarà aggressivo e offensivo. Desideroso, sostanzialmente, di prendere a calci le disgustose aberrazioni, prodotte dai Marchi. Isaac sarà anche molto diretto e scorbutico nei confronti dei componenti della propria squadra: non avrà remore nel mostrarsi molto più consapevole della situazione rispetto a tutti loro e non si farà scrupoli nel commentare negativamente la nuova storia d’amore della ‘sua’ Ellie.

Il bello è che, tutta questa aggressività, si riverbera coerentemente anche in-game. Dead Space 3, anche in singolo, infatti, è diventato un gioco molto più ‘rapido’ e ‘di massacro’, rispetto ai propri predecessori. Ora sarà il giocatore a condurre le danze: forte di un arsenale davvero possente e in possesso sempre di una quantità di risorse notevoli (la caccia all’ultimo caricatore, le patetiche ‘svendite’ di oggetti per avere una munizione in più, sono un lontano ricordo), l’utente potrà gestire in scioltezza anche i combattimenti più spinosi. Risultando una vera e propria macchina da macello di Necromorfi. Il risultato di tutto ciò è una netta modifica dell’intero approccio al mondo di gioco, da parte dell’utente.

Non più circospezione assoluta e tensione a mille. Non più parsimonia in ogni combattimento, per non sprecare risorse. Non più scelta oculata di ogni mossa, in nome dell’istinto di sopravvivenza. Adesso – per quanto i Necromorfi si possano illudere del contrario – Isaac è il cacciatore, non più la preda.

Il mix di armi devastanti, di stasi a profusione e di cumuli di proiettili posseduti, renderà Clarke in pieno controllo, anche in mezzo a nugoli di aggressivissimi nemici. E’ comunque una svolta epocale.

Certo, l’atmosfera cupa e paurosa non è scomparsa. Ci sono ancora delle occasioni in cui, l’improvvisa (e alle volte disonesta, visto che avviene in posizioni poco credibili) comparsa dei Necromorfi vi farà sobbalzare sulla sedia. E in generale, per quanto riguarda audio d’atmosfera ed effetti luce (o meglio, buio), è stato fatto un lavoro davvero magistrale. Superiore ai precedenti capitoli della serie e in grado di rivaleggiare con le eccellenze di mercato.

 
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