Devil May Cry: il diavolo piange anche in reboot
Azzerare e riscrivere un franchise, compiere un reboot, è sempre un’operazione rischiosa. Specialmente all’interno dell’industria dei videogiochi. Dove tanti ‘Soloni’ si dicono sempre in cerca di novità e originalità, salvo poi sentirsi traditi, quando il nuovo capitolo di una serie si discosta pesantemente dai canoni mostrati negli episodi precedenti. Capcom non è sempre stata ricettiva, quanto a innovazioni. Anzi, spesso e volentieri ha perseverato nella riproposizione ultra-canonica dei suoi principali franchise. E, quando ha cercato di innovare pesantemente, non sempre ha ‘fatto centro’.
di Stefano Carnevali pubblicato il 25 Gennaio 2013 nel canale VideogamesCapcom
Conclusioni
Il reboot di Devil May Cry mi ha convinto. Anzi, oserei dire che ha salvato l’intera saga. Non ci sono vere e proprie rivoluzioni in termini di gameplay ma, adesso, le avventure di Dante si sono dotate di un look più cupo e maturo (senza comunque rinunciare alla proverbiale irriverenza) e avvengono in un contesto maggiormente dinamico e ispirato. La storia raccontata è godibile, per quanto non sconvolgente. Ma la vera azione salvifica di Ninja Theory avviene in termini di gameplay. DMC resta un hack’n’slash stiloso. Ma rende il proprio comparto di lotta profondo, interessante, vario e controllabile come avvenuto in pochi titoli del genere.
Il ‘segreto’ è tutto nella facilità di accesso all’arsenale e a tutti i poteri di Dante: attraverso la pressione del dorsale sinistro si ‘attiva’ immediatamente l’arma angelica selezionata. Con quello destro si fa altrettanto, sul versante demoniaco. Senza pressione di trigger, si utilizzerà l’arsenale ‘classico’ di Dante, in aggiunta alle armi da fuco. In assetto demoniaco/angelico, invece, non si spara. Infatti, il tasto di fuoco servirà ad attivare la catena/frusta. Quella diabolica attirerà presso Dante i nemici (o sposterà, nelle fasi platform, pezzi si scenario), quella paradisiaca avvicinerà il demon-hunter ai nemici (nelle sezioni acrobatiche, farà sì che l’eroe si appenda ad appositi ganci). Aggiungendo che, per ogni arma, tutte le combo risulteranno decisamente praticabili (a patto di un minimo di allenamento) e che le schivate (via via più potenti) risulteranno elementi chiave e spettacolari, si capisce come si abbia tra le mani un ottimo e intelligente sistema di lotta.
I combattimenti sono pianificabili, vari, gratificanti e divertenti. E consentono di sperimentare e di accanirsi. Risultando violenti e devastanti come piace al demon-hunter più sbruffone della storia. Qualche critica si può certamente muovere: anzi tutto i nemici sono un po’ troppo ‘gentili’. Deboli, rispetto ai vecchi Devil May Cry, sono anche eccessivamente educati, visto che attaccano Dante con troppo ordine e rarissimamente, quando non sono inquadrati dalla telecamera. Manca anche un sistema di ‘lock’ degli avversari che, nelle situazioni maggiormente caotiche e alla presenza di rivali volanti, sarebbe stato utile. La limitatezza della sfida si riverbera anche negli scontri coi boss che, salvo alcune eccezioni, sono semplici e, soprattutto, troppo lineari.
DMC, comunque, non è scontato, però un pizzico di pepe in più sarebbe servito. In ogni caso, ci sono 5 livelli di difficoltà, che dovrebbero consentire a ogni giocatore di trovare la propria strada. Dante diverte quando fa a botte e stupisce per costanza e tempismo dell’evoluzione: l’arsenale e i poteri dell’eroe si ampliano sempre al momento giusto, proprio quando l giocatore ‘sentirà’ di necessitare proprio quella nuova abilità che, di lì a poco, otterrà. Qualche perplessità la restituisce solo il Devil Trigger, la trasformazione di Dante in Demone (in questo caso, per via della singolare palette cromatica scelta, l’eroe torna albino e con cappotto rosso) che restituisce solo in parte sensazioni di devastazione che dovrebbe. Interessanti – per quanto non profondissime – le dinamiche esplorative dei livelli. Spesso le ambientazioni di gioco consentono più di un approccio. Anche se, in tutto il gioco, si affronterà un solo, piccolo, enigma. Dante potrà anche concentrarsi nella ricerca di stanze segrete dove affrontare sfide che sblocchino potenziamenti oppure dedicarsi al salvataggio di anime bloccate (e incollate ai muri), in cambio di globi rossi.
Tutta l’economia del gioco è retta proprio dai tradizionali globi rossi, che consentono l’acquisto di oggetti e potenziamenti. Per quanto riguarda le abilità di Dante e del suo equipaggiamento primario, esse progrediscono attraverso l’acquisizione di globi bianchi (che arrivano come ricompensa per lo stile di gioco, oltre a essere rilasciati dai nemici abbattuti).
Menzione interlocutoria per la localizzazione italiana, con una scelta di doppiatori abbastanza opinabile. Buona invece l’adrenalinica colonna sonora che impazza soprattutto durante i combattimenti.
Insomma: la carne al fuoco è tanta e ben realizzata. E, soprattutto, nelle sue dinamiche centrali, il nuovo DMC funziona, rivelandosi un hack’n’slash ispirato, stiloso, ben controllabile e innovativo.
DMC Devil May Cry da oggi è disponibile anche nel formato PC.
18 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoC'è da dire che il gioco gira su ue3 in dx9 niente effetti avanzati ma applausi a capcom che come al solito fa dei porting eccellenti, sh con tecnologie simili fanno porting penosi giusto copia-incolla per soldi extra. Soldi meritati e ben spesi bel gioco
Col mio pc non ho mai avuto nessun problema di questo tipo neanche coi precedenti titoli Capcom...
IMO è una cosa scandalosa...
Quoto in toto.. Provata la demo e mi ha fatto rabbrividire... Vaffansedere tu!! No tu!!! No TU!!! Ma che roba eh?! Dante e nero erano spavaldi, non dei bimbiminkia che dicevano solo parolacce... Tutto questo IMHO, forse il gioco alla fine non è neanche tanto male... Ma i dialoghi con il boss mi hanno fatto veramente pena, neanche i bambini di 5 anni litigano così
Io vi seguo da parecchio tempo e non voglio fare il cattivo, per quanto riguarda questa recensione o le altre recensioni che fate, ma qui c'è effettivamente qualcosa che non va.
Premetto che questo gioco dalle varie recensioni lo reputo un buon action, ma lontanissimo da quel capolavoro che era DMC3, anche per alcune scelte stilistiche e sui personaggi che personalmente ritengo completamente errate e di cattivo gusto, oltre che per il gioco in se.
La cosa che mi lascia basito, è il trattamento diverso che avete riservato per questo DMC rispetto a Darksiders 2.
Vorrei che qualcuno mi spiegasse perchè un action che dura circa 10 ore al primo giro, prende una valutazione superiore in longevità rispetto ad uno che ne dura 30 al primo giro. Se consideriamo poi che da quanto ho capito questo DMC è molto più semplice della media degli action e sopratutto molto più semplice rispetto a Darksiders 2, non riesco proprio a spiegarmi questa valutazione. Poi perchè si critica la rigiocabilità di Darksiders 2, mentre non si critica la rigiocabilità di DMC?
Vorrei che qualcuno mi spiegasse perchè questo DMC ha avuto una valutazione migliore in fisica e interazione rispetto a Darksiders 2 (che ha ricevuto solo 2 stelle in entrambi). Mi è stato spiegato che "l'interazione riguarda la capacità del giocatore di muoversi liberamente nel mondo di gioco e di modificarlo", perchè allora questa disparita di trattamento visto che in Darksiders 2 c'è un mondo vasto ed esplorabile, mentre la stessa cosa non mi risulta da nessun DMC, questo incluso?
Vorrei che qualcuno mi spieghi perchè in Darksiders 2 si è contestato la mancanza di multiplayer mentre in DMC no.
Non capisco perchè nella recensione di Darksiders 2, nelle conclusioni si dice:
"Il giudizio sul gameplay offerto da Vigil Games è duplicemente sfaccettato. Da un lato vi è il demerito per non aver inventato nulla di quello che si sperimenta nel gioco: Darksiders II non getta alcuna base originale e non ha pretese di originalità o di innovazione, nemmeno rispetto al suo stesso prequel."
mentre in DMC: "Il reboot di Devil May Cry mi ha convinto. Anzi, oserei dire che ha salvato l’intera saga. Non ci sono vere e proprie rivoluzioni in termini di gameplay ma, adesso, le avventure di Dante si sono dotate di un look più cupo e maturo (senza comunque rinunciare alla proverbiale irriverenza) e avvengono in un contesto maggiormente dinamico e ispirato".
Perchè visto che nessuno dei due propone vere e proprie rivoluzioni (secondo le recensioni, perchè per me Darksiders 2 è cambiato parecchio rispetto al primo), nel primo se ne parla in termini negativi mentre nel secondo la cosa passa in secondo piano? Perchè questa disparità di trattamento?
Detto questo mi rendo conto che le due recensioni sono state fatte da persone diverse che molto probabilmente hanno anche gusti diversi, però questa disparità di trattamento da molto fastidio (per lo meno a me, non so agli altri utenti), anche in virtù di tutto quello che sta succedendo a Vigil in questo momento di certo non felice. Io gradirei ricevere risposte, e vorrei sapere se altri utenti la pensano come me.
Preciso che non è mia intenzione offendere nessuno con quanto ho detto.
aggiungo una cosa: ho appena finito la sesta missione e c'è stato un dialogo volgare fra Dante e boss dello scenario. Si nota subito come siano i boss molto volgari e il protagonista che non fa altro che rispondere con la stessa carta. Secondo me sono proprio i boss che rappresentano la nota dolente, divertenti da sconfiggere si, ma molto poco carismatici e i boss della serie sono sempre stati molto ben caratterizzati.
Io vi seguo da parecchio tempo e non voglio fare il cattivo, per quanto riguarda questa recensione o le altre recensioni che fate, ma qui c'è effettivamente qualcosa che non va.
Premetto che questo gioco dalle varie recensioni lo reputo un buon action, ma lontanissimo da quel capolavoro che era DMC3, anche per alcune scelte stilistiche e sui personaggi che personalmente ritengo completamente errate e di cattivo gusto, oltre che per il gioco in se.
Questione di gusti. Per quanto riguarda l'affermazione sul gameplay sono totalmente d'accordo.
Sono 2 giochi molto diversi: DS è un action adventure, DMC action puro nudo e crudo e molto tecnico (direi quasi un hack&slash). Hanno ritmi di gioco completamente differenti e la valutazione ne risente di conseguenza. Mentre nel primo la fase esplorativa è iportante tanto quanto il combattimento (se non di piu), nel secondo invece il battlesystem è l'elemento principale su cui basare una valutazione. Mi pare quindi palese che a livello "innovazione" NT ha cmq fatto molto piu' di Virgil. Che poi sia nel bene o nel male questo è un altro discorso.
Che sia piu' semplice della media è vero. Lo è. Ma è il trend di questa generazione, niente di piu' e niente di meno. Il mercato è diventato di massa esattamente come l'industria cinematografica. La gente (i casual) vuole godersi la storia e la spettacolarità senza troppi sbattimenti, rilassandosi pad alla mano dopo una giornata di lavoro. E' questo il gamer "tipo" che prendono in considerazione la maggior parte le SH quando si parla di titolo tripla A da milioni di dollari. Fermo restando che le difficolta selezionabili sono ben 7 cmq eh ... gia la 4a è tutt'altro che semplice.
La fisica e l'interazione ambientale sono ai minimi termini in entrambi i titoli... la differenza sta sempre nel GENERE di gioco a cui appartengono. La risposta a questa domanda è quindi sempre la stessa. DMC è un action, la sua forza sono le combo, le animazioni, la difficoltà di esecuzione. DS2 ha invece altre prerogative che vanno valutate in altra maniera.
Su queste ti quoto. Non ha molto senso biasimare un titolo come DS2 per il multi. Il primo action con multiplayer sarà God Of War in uscita tra 1 mese ...
"Il giudizio sul gameplay offerto da Vigil Games è duplicemente sfaccettato. Da un lato vi è il demerito per non aver inventato nulla di quello che si sperimenta nel gioco: Darksiders II non getta alcuna base originale e non ha pretese di originalità o di innovazione, nemmeno rispetto al suo stesso prequel."
mentre in DMC: "Il reboot di Devil May Cry mi ha convinto. Anzi, oserei dire che ha salvato l’intera saga. Non ci sono vere e proprie rivoluzioni in termini di gameplay ma, adesso, le avventure di Dante si sono dotate di un look più cupo e maturo (senza comunque rinunciare alla proverbiale irriverenza) e avvengono in un contesto maggiormente dinamico e ispirato".
Perchè visto che nessuno dei due propone vere e proprie rivoluzioni (secondo le recensioni, perchè per me Darksiders 2 è cambiato parecchio rispetto al primo), nel primo se ne parla in termini negativi mentre nel secondo la cosa passa in secondo piano? Perchè questa disparità di trattamento?
Detto questo mi rendo conto che le due recensioni sono state fatte da persone diverse che molto probabilmente hanno anche gusti diversi, però questa disparità di trattamento da molto fastidio (per lo meno a me, non so agli altri utenti), anche in virtù di tutto quello che sta succedendo a Vigil in questo momento di certo non felice. Io gradirei ricevere risposte, e vorrei sapere se altri utenti la pensano come me.
Preciso che non è mia intenzione offendere nessuno con quanto ho detto.
Il discorso è sempre lo stesso ... in soldoni vai a comprare 2 giochi che hanno veramente poco da spartire. DS2 ha elementi action ma NON E' un action nel senso stretto del termine. E' un ibrido. DMC invece lo è e i metri di giudizio sono necessariamente diversi.
P.s.
Mi scuso per eventuali errori di battitura ma sono al lavoro: ho scritto questo post in 2 ore tra una cosa e l'altra e non ho tempo di rileggerlo.
Lo scontro del primo DMC con Nero Angelo pero' è a tutt'oggi IMBATTIBILE. Questo corsa alla spettacolarizzazione ha fatto perdere molto ai VG secondo me ... questo DMC è un compitino ben fatto niente da dire. Ma l'ispirazione che ha portato al primo capitolo è assente.
Non sono daccordo soltanto con la frase "scelta dei doppiatori opinabile". A mio giudizio invece il doppiaggio spacca, forse solo Kat è un po' "weak", ma Dante, Vergil, e i demoni sono doppiati benissimo.
Poi colonna sonora dei Combichrist... la ciliegina sulla torta!!!
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