Tekken Tag Tournament 2: ritorno al Tag Team per Namco

Tekken Tag Tournament 2: ritorno al Tag Team per Namco

Namco cerca il riscatto e ripropone la formula dei combattimenti di coppia, che venne offerta per la prima volta su PlayStation 2 nell’ormai lontano 2000. Il parziale ritorno alle origini giova a questo capitolo, che riesce a risollevare il brand dopo il ‘tonfo’ determinato da Tekken 6.

di pubblicato il nel canale Videogames
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Conclusioni

Tekken Tag Tournament 2 è stato una lieta sorpresa e ha contribuito a riaccendere l’interesse del sottoscritto per la serie, inevitabilmente colato a picco dopo l’esperienza di Tekken 6. Le meccaniche di coppia riescono a esaltare le caratteristiche di questo gioco e darne un’interpretazione ancora più veloce, immediata e dinamica.

Il roster è nettamente sopra le righe e racchiude in un colpo solo praticamente l’intero universo di Tekken. Le nuove scelte di gameplay, dettate dalla modalità Rabbia e dalle combo di coppia, espandono quanto di buono era stato fatto dodici anni fa, dando anche modo di provare un po’ di nostalgia ai giocatori più “anziani”.

Non mancano alcune critiche da muovere, soprattutto per quanto riguarda la modalità Laboratorio, che non riesce ad entusiasmare e si limita alla proposizione di missioni fini a sé stesse, nelle quali bisogna seguire in maniera pedissequa le istruzioni che compaiono a schermo. Per assurdo, in questi casi a tratti sembra di trovarsi in un rhythm game (ovviamente senza la necessità di andare a tempo di musica!) piuttosto che in un picchiaduro. Si poteva fare di più anche sul versante multiplayer, che rimane ancorato alla tradizione senza tentare in alcun modo di percorrere nuove strade.

Se amate il genere l’acquisto è consigliato, ne sono stati evidenziati i difetti ma il gioco rimane di buona qualità e, soprattutto, sa divertire. Gli interrogativi veri sono altri e si ricollegano a quanto ho espresso in apertura. I picchiaduro sono già stati esplorati in ogni modo possibile. Qualche nuova idea peraltro si è mossa, basti pensare alla ‘combo’ Street Fighter X Tekken (cui seguirà Tekken X Street Fighter) o a Injustice: Gods Among Us di NetherRealms, previsto per il 2013.

In fin dei conti però, la sensazione è che la quantità di novità davvero sostanziali sia sempre limitata. Fino a quando sarà possibile fare affidamento sulla passione dei fedelissimi? Difficile dirlo, nel frattempo però se volete passare qualche ora in allegria menando le mani, Tekken Tag Tournament 2 può essere l’ideale soluzione.

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3 Commenti
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Parappaman03 Ottobre 2012, 03:24 #1
Un appunto a pag 3: Prototype Jack è presente fin dal primo Tekken, mentre sia Forest Law che Tiger Jackson lo sono dal terzo.
Necroticism03 Ottobre 2012, 11:45 #2
Anche la parte sulle personalizzazioni è del tutto sbagliata, mi chiedo se l'autore non si sia confuso con un altro gioco. Non è affatto vero che ogni personaggio ha solo 5 costumi, ogni personaggio ha 2-3 costumi di default e 10 slot in cui salvare le proprie creazioni, ci sono decine di abiti, pettinature, cappelli e oggetti da mettere sulla schiena o sulle braccia, e altri oggetti ancora che hanno delle mosse collegate (tipo la torta in faccia!). E meno male che non era degna di nota... più di questo c'è solo Soul Calibur V e il suo editor di personaggi.

Oltre a questo, gli stereotipi sono duri a morire, eh?

Sotto una diversa luce è infatti altrettanto innegabile che nell’attuale generazione il panorama per questi titoli sia stato particolarmente ricco di alternative valide, appetibili sia per un pubblico più estremo (vedi Street Fighter e Virtua Fighter), che per giocatori meno propensi all’elevato tasso tecnico. Tekken ha sempre costituito – nei suoi momenti più floridi – l’apice di questa seconda categoria, permettendo a chiunque di avvicinarsi ad un gioco di lotta, anche senza disporre di grandi basi, grazie ad una curva di apprendimento inferiore rispetto ad altri prodotti della stessa categoria.


...ma quando mai?? forse nel'94, perchè ora Tekken è di gran lunga il gioco più difficile da approcciare per un novizio. Certo, si può pestare sui tasti e divertirsi, ma appena uno cerca di capire che diavolo sta succedendo sullo schermo va a sbattere contro un muro di centinaia di mosse, frame, 55+ matchup da imparare e via dicendo. Per non parlare di roba come backdash cancelling, wavedashing, EWGF ecc.
Virtua Fighter ha una reputazione di "gioco difficile" che gli ha fatto più male che bene, mentre in realtà è molto più noob-friendly rispetto a Tekken. Il che non significa che sia più semplice o meno profondo, beninteso, solo che è meno scoraggiante per i principianti.
michelgaetano03 Ottobre 2012, 14:00 #3
Originariamente inviato da: Necroticism
Anche la parte sulle personalizzazioni è del tutto sbagliata, mi chiedo se l'autore non si sia confuso con un altro gioco. Non è affatto vero che ogni personaggio ha solo 5 costumi, ogni personaggio ha 2-3 costumi di default e 10 slot in cui salvare le proprie creazioni, ci sono decine di abiti, pettinature, cappelli e oggetti da mettere sulla schiena o sulle braccia, e altri oggetti ancora che hanno delle mosse collegate (tipo la torta in faccia!). E meno male che non era degna di nota... più di questo c'è solo Soul Calibur V e il suo editor di personaggi.

Oltre a questo, gli stereotipi sono duri a morire, eh?


Peraltro manca qualsiasi accenno alla cosa (che è uno dei punti di forza e di solito selling point per chi lo compra solo per mashare tasti) e ai DLC tutti gratuiti, cosa che ha fatto felice gli appassionati visti gli scempi di Capcom (SFxT e MvC3, praticamente due beta con contenuti tagliati/lockati messe fuori a prezzo pieno, con espansione uscita nello stesso anno e svariate patch per fixare i vari glitch - quando lo fanno, la versione SFxT per PC è ingiocabile e Capcom è convinta per oscuri motivi di aver sistemato).

Originariamente inviato da: Necroticism
...ma quando mai?? forse nel'94, perchè ora Tekken è di gran lunga il gioco più difficile da approcciare per un novizio. Certo, si può pestare sui tasti e divertirsi, ma appena uno cerca di capire che diavolo sta succedendo sullo schermo va a sbattere contro un muro di centinaia di mosse, frame, 55+ matchup da imparare e via dicendo. Per non parlare di roba come backdash cancelling, wavedashing, EWGF ecc.
Virtua Fighter ha una reputazione di "gioco difficile" che gli ha fatto più male che bene, mentre in realtà è molto più noob-friendly rispetto a Tekken. Il che non significa che sia più semplice o meno profondo, beninteso, solo che è meno scoraggiante per i principianti.


Mi ha lasciato abbastanza a bocca aperta quella parte, ormai l'equazione pare essere "sono un recensore = ne so a palate e devo dire per forza la mia", addirittura l'"apice della categoria".

E dire che uno si aspetta che recensioni del genere non vadano davvero in-depth e tocchino l'ambito competitivo...

Con l'uscita di TTT2, di gran lunga il picchiaduro migliore di quest'anno per contenuti single player, online e feedback dai fan (e gamemag ha dato un voto superiore all'orrendo Street Fighter X Tekken e lo ha citato nella conclusione come alternativa da cui prendere, penso basti questo a capire quanto la recensione è pertinente), tantissime persone che vengono da background Capcom hanno iniziato a giocare a Tekken, con forti mal di testa per tutte le varie dinamiche da assorbire.

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