Resident Evil 6: tornano paura e survival horror
Il Resident Evil “più grande della storia”. E’ questa affermazione che accompagna tutta la presentazione del sesto capitolo della celebre saga di Capcom, con sviluppatori e programmatori tutti tesi a certificare la ‘quantità’ abbondante dell’offerta di Resident Evil 6.
di Stefano Carnevali pubblicato il 18 Settembre 2012 nel canale VideogamesResident EvilCapcom
Copione per sei. Anzi...sette!
I ragazzi di Capcom non hanno tutti i torti: il nuovo capitolo dell’action (ormai è così) / survival horror a base di zombie e virus biochimici si presenta, infatti, come titolo ricco di protagonisti differenti, caratterizzato da un plot complesso e articolato e da differenti soluzioni ludiche. Nel tentativo di incollare al pad il giocatore e di soddisfare sia il fan di vecchia data, sia il giocatore meno esperto.
Le vicende della saga di RE ci hanno sempre messi alle prese con situazioni di contagio virale piuttosto circoscritto. In una costante escalation, certo, ma senza mai raggiungere davvero l’emergenza su ampia scala. Dall’indimenticabile villa/laboratorio del primo Resident, si è passati per Raccoon City e dintorni, attraverso svariate installazioni scientifico-militari targate Umbrella Inc. (persino ai poli!), per un villaggio dell’Europa ispanica e per alcuni sobborghi dell’Africa nera.
Insomma, un bel ‘giro del mondo’, ma praticamente in ogni occasione, l’infezione non aveva mai causato panico su scala mondiale.
Con Resident Evil 6, invece, le cose cambieranno in modo drammatico: bioterroristi, infatti, scateneranno (solitamente attraverso il lancio di missili) il devastante Virus C in svariate zone del mondo, seminando morte e distruzione a livello globale. Caratteristica peculiare del nuovo agente patogeno è, piuttosto che ‘zombieficare’, quella di provocare orride mutazioni alle proprie vittime (un po’ come quanto visto in Gears of War 3, con le Locuste esposte – e mutate – dall’Imulsion).
Nella fattispecie, le zone d’emergenza si concentreranno nell’estremo oriente, nell’Europa dell’Est e in Nord America.
La globalità della crisi sarà garantita dalla stretta connessione di tutte le vicende: i fatti che accadono in ciascun settore, infatti, saranno decisamente legati alle vicende che avvengono altrove.
In questi scenari, si muoveranno i 7 protagonisti. A eccezione di Ada Wong, gli eroi di quest’ultimo RE, si muoveranno in coppia. Ecco allora che avremo 3 campagne ‘di squadra’ e una – quella della Wong, da sbloccare – meno orientata alla cooperazione (anche se, da quanto visto, anche la letale Ada incrocerà sempre i propri destini con altri protagonisti).
L’interconnessione rimarrà costante anche nella narrazione, coi personaggi che si incroceranno e che – più o meno direttamente – coopereranno per avere ragione del Virus C.
Detto di Ada Wong, avremo la coppia costituita da Leon Kennedy e la new entry Helena Harper, quella formata da Jake Muller (altra new entry) e Sherry Birkin (notevolmente cresciuta, come inevitabile, rispetto a Resident Evil 2) e quella composta da Chris Redfield e Pier Nivans.
Capcom promette anche grande differenziazione di atmosfera e tipologia di gameplay, tra le differenti campagne. La missione di Leon, infatti, dovrebbe essere quella maggiormente in grado di catturare lo spirito ‘classico’ di RE, presentando situazioni maggiormente horror e di difficile sopravvivenza. I segmenti deputati a Chris, invece, hanno sapore bellico: il nostro, infatti, si troverà calato in zone di guerriglia urbana (per quanto con il costante coinvolgimento delle aberrazioni partorite dal Virus C). Per quanto riguarda Jake, invece, le idee non sono ancora molto chiare: in sede di presentazione, abbiamo assistito all’incipit della sua campagna, in cui dovrà fuggire da un futuristico laboratorio/carcere, facendosi strada a mani nude. Poi però, durante l’hands-on, abbiamo testato una sezione di gioco più avanzato, in cui le cose si facevano molto più ‘classiche’: in una metropoli orientale, infatti, Jake e Sherry erano chiamati a farsi largo – sparando – tra mutazioni da Virus C e ‘semplici’ sgherri dalla mente obnubilata dal contagio.
Quanto ci sarà di sicuramente interessante, in queste campagne, sarà l’evidente possibilità di giocarle in cooperativa con un amico. Tanto online, quanto in locale tramite split-screen. Sarà possibile settare il livello di difficoltà in modo personalizzato per ciascun utente, così da creare la sfida perfetta. In più, ogni campagna potrà essere interrotta in ogni momento, per passare al gioco di un’altra storyline. Da ultima, bisogna parlare anche dell’interessante opzione rigiocabilità, visto che in ogni campagna i due protagonisti saranno spesso chiamati a effettuare compiti differenti, esplorando i livelli anche separatamente.
L’offerta di gioco, infine, sarà arricchita settimanalmente da challenge scaricabili, per mettere alla prova i nostri record.