Fifa 13, anteprima: a grandi passi verso il realismo
Non era possibile aspettarsi una rivoluzione come quella avvenuta nel 2012, ma era lecito aspettarsi limature e rifiniture. In questo senso, EA non delude, andando nella giusta direzione.
di Stefano Carnevali pubblicato il 30 Maggio 2012 nel canale VideogamesLa parola d'ordine è imprevedibilità
I ragazzi di EA hanno cominciato a lavorare al nuovo Fifa in prossimità dello scorso Natale. E la prima esigenza, mostrata da tutti i programmatori, è stata quella di rendere le partite del loro simulatore maggiormente imprevedibili.
“Una delle grandi cose del calcio – avrebbe detto Josè Mourinho, durante le settimane in cui si giocavano le semifinali di Champions – è che è imprevedibile”. E in effetti la stagione calcistica appena conclusa, ha riservato una serie di risultati sconvolgenti e imponderabili (dal Chelsea vincitore della Champions, agli ultimi minuti della Premier, passando per il fallimento del PSG degli sceicchi).
Il calcio è certamente incertezza, fantasia e improvvisazione. E ‘replicare’ queste qualità è fondamentale, soprattutto in un videogioco. Troppo spesso, infatti – anche se moooolto meno rispetto al glorioso passato delle simulazioni calcistiche -, uno dei principali limiti dei giochi di calcio, risiede proprio in delle ‘scorciatoie’, delle ‘tipologie di azione’ efficaci per fare gol. Nella realtà, invece, non ci sono ‘ricette’ per segnare con regolarità: ogni azione è sottoposta a un numero di variabili così alto che, per quanto si possano conoscere pregi e difetti di tutti i 22 in campo, l’esito di una singola manovra sarà sempre non pronosticabile.
In questo senso, gli ultimi capitoli di Fifa, avevano già mostrato un deciso impegno degli sviluppatori: non esistono ‘strade’ sicure per fare gol. Anche se – va detto – ci sono manovre più ‘facili’ da eseguire per andare in porta con buona continuità. E, più in generale, si può rilevare che lo sviluppo dell’azione, per quanto in Fifa si possa realizzare praticamente ogni colpo possibile, segue sempre un numero molto ridotto di ‘strade’. Quando si vuole segnare per davvero – insomma -, si cercando sempre 2 o 3 soluzioni.
Imprevedibilità e variabili più numerose: ecco la strada che Ea ha deciso di battere.
Ma come?