Ridge Racer Unbounded: la nuova alba della serie, dagli autori di FlatOut

Ridge Racer Unbounded: la nuova alba della serie, dagli autori di FlatOut

Sono trascorsi quasi vent’anni dal primo capitolo di Ridge Racer. Bugbear Entertainment riporta in pista la serie, discostandola dalla sua tradizionale natura ‘nipponica’ e conducendola verso lidi inesplorati. Il risultato è un racing game veloce e divertente, che strizza l’occhio a FlatOut e ai vecchi capitoli di Burnout.

di pubblicato il nel canale Videogames
 

Introduzione

Ridge Racer è uno dei quei marchi che difficilmente un appassionato del settore può ignorare, sia per la quantità di capitoli che sono stati sfornati in quasi vent’anni, sia per l’ampio successo che ai vecchi tempi eresse la serie come punto di riferimento quando si parlava di racing arcade, di semplicità d’utilizzo e di divertimento ‘tout court’. Era il 1993 quando il primo Ridge Racer fece capolino su Namco System 22, divenendo in breve tempo uno dei coin-op più di successo della sua epoca. Un risultato che convinse Sony ad accaparrarsi l’esclusiva per l’esordio del titolo sulla prima PlayStation.

Da allora sono trascorsi 18 anni e altrettanti episodi, tenendo presente anche i porting e il mercato portatile e mobile. Peraltro negli ultimi anni, complice anche una limitata innovazione, Ridge Racer ha iniziato ad assomigliare sempre più a sé stesso, entrando in una sorta di letale circolo vizioso che non lo rendeva più appetibile per un mercato in continua evoluzione, nel quale si avvicendavano titoli di guida di ottima qualità, particolarmente propositivi e innovativi.

Ecco quindi, dopo alcuni anni di silenzio, il cambio di rotta operato da Namco Bandai, con il fine specifico di offrire nuove prospettive e adeguare il gameplay a rinnovati standard. Per lo sviluppo di Ridge Racer Unbounded il timone è stato affidato a Bugbear Entertainment, team americano già noto per aver creato in passato la serie FlatOut.

“Realisticamente, i giocatori affezionati al classico stile di gioco di Ridge Racer potranno rimanere spiazzati. Ma noi abbiamo sempre detto che questo è un gioco differente. Lo spirito di base rimane sempre quello: si tratta di titoli di guida arcade estremamente semplici, ma nel nostro gioco c’è la distruzione e ai giocatori è richiesto di dover affrontare le gare in maniera aggressiva. Insomma, ci sono tanti punti di continuità”, aveva dichiarato Jonaas Lasko, producer di Bugbear, in occasione del nostro hands on di dicembre.

Il procedimento non è ovviamente stato immediato e indolore, ma ha al contrario investito pesantemente l’intera componente artistica e visiva del gioco, che ha messo definitivamente da parte la sua essenza ‘nipponica’, in funzione di un approccio molto più orientato al mercato occidentale e a numerosi prodotti arcade pubblicati in questi anni, pur conservando la velocità, le derapate estreme e l’adrenalina.

 
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