KoA Reckoning: matrimonio tra azione e roleplay?
Kingdoms of Amalur: Reckoning è l’ultimo tentativo di sposare l’impianto classico dei giochi di ruolo tradizionali con un sistema di combattimento frenetico, sulla scia dei più famosi hack’n’slash come Ninja Gaiden, God of War o Bayonetta.
di Jonathan Russo pubblicato il 23 Marzo 2012 nel canale VideogamesConclusioni
Come detto in premessa, KoA va considerato più che altro un esperimento nella fusione tra due generi. Va da sé che se questa fusione non vi interessa, il titolo non fa per voi. Commettereste però una leggerezza, perché le premesse per raggiungere qualcosa di buono, anzi buonissimo, ci sono tutte: a mancare, in questo titolo, è forse l’esperienza complessiva necessaria per compiere un passo così delicato, unita a qualche leggerezza di troppo come ad esempio la fastidiosa telecamera, sul fronte gameplay, e sul fronte narrativo un’ambientazione che sembra troppo marcatamente uscita da un fantasy di bassissimo livello per preadolescenti.
Nonostante questi difetti KoA riesce ad essere un’esperienza di gioco godibile, principalmente grazie al suo sistema di combattimento: semplice, immediato ma al tempo stesso profondo grazie all’ibridazione ben riuscita con quegli aspetti da Rpg classico che permettono di personalizzare l’eroe del gioco e adattarlo così ai nostri gusti. Mago, guerriero, ladro o un mix di queste tre classi? La scelta è sempre aperta.
L’unico problema, in definitiva, è che dopo l’entusiasmo iniziale, che può verosimilmente estendersi anche fino a una quindicina-ventina di ore, sarà difficile trovare motivazioni per rimanere attaccati a Kingdoms of Amalur: il numero immenso di quest di sicuro favorisce la longevità, ma a lungo andare non risolve il problema della ripetitività, del già visto e del già fatto. Per un gioco che può contare su oltre cinquanta ore di avventure costanti, le conseguenze non sono positive: si rischia insomma di lasciarlo a metà, o nella migliore delle ipotesi di saltare tutto il saltabile per arrivare alla fine della storia principale e poter così archiviare senza troppi rimpianti l’esperienza.
C’è però, ovviamente, una terza opzione ed è quella di godersi KoA in pillole, senza avere la fretta di finirlo: in questo modo il gioco può rimanere a lungo vicino alla nostra console o al nostro computer, pronto per essere rispolverato di tanto in tanto, quando si ha voglia di un titolo leggero ma senza grossi difetti. Un gioco che non soddisfa l’ambizione di fare da pietra miliare per un nuovo genere, ma che riesce ad essere divertente e appagante grazie a delle novità ben introdotte.
7 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIn pratica un action CRPG adatto anche ai bambini
p.s.: voglio i diritti per il paragone con WoW
(http://mmoaddict.altervista.org/wow...ld-of-warcraft/)
vabbè, decisamente più action che rpg...
Soprattutto le quest che prendono 20 minuti per arrivare al posto in cui si svolge la quest, e finiscono in 3 minuti... Dio quanto ho odiato questa gestione del fast travel...
eh? ma se è proprio grazie al fast-travel che si raggiunge il posto dove fare la quest in pochi secondi (almeno per le zone già scoperte, poi per il resto quasi tutti gli rpg "open world" funzionano così.
Poi ci sono quest che durano poco tempo come altre che invece ti impegnano più a lungo.
KoA preso ogni tanto a piccole dosi diverte, è un action-rpg molto facile da padroneggiare e l'unica grossa pecca è una storia anonima e poco coinvolgente.
L'impronta forse troppo "infantile" e qualche piccolo limite, per chi ama la filosofia open-world...
Un seguito più maturo e meglio articolato potrebbe essere vincente.
- Immaginario di bassissimo livello ,R.A. Salvatore E' l'immaginario fantasy moderno.solo perche' non e' un lore da bimbiminchia non vuol dire che sia di bassissimo livello.
-sfida 1 stella.a livello hard si morira' una decina di volte in tutto.
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