Zelda Skyward Sword: dopo 25 anni, si torna alle origini del mito
L’importante anniversario della grande saga ci porta alla base del mito. Per un capitolo ‘atipico’: più ludico che avventuroso. Ma comunque magico.
di Stefano Carnevali pubblicato il 04 Gennaio 2012 nel canale VideogamesLa Leggenda di Zelda
Approcciarsi alla Leggenda di Zelda, in pressoché ogni sua incarnazione, è qualcosa di più che cimentarsi con un videogioco. Tanto per cominciare, ci si relaziona con una saga che, da 25 anni – clamoroso record per il settore –, ha saputo garantire coerenza, magia, fantasia e avventura. Senza discostarsi da una semplicità di fondo, tipica e amabile.
Oltre al ‘mito’ videoludico, c’è l’immersività del mondo di Hyrule (o delle lande a esso attigue e correlate): ogni Zelda, infatti, ci impone una trasferta. Gradita, ma totale e davvero immersiva. Viaggiare con Link richiede dedizione e passione. Le terre da attraversare sono enormi e ricche. Popolate di personaggi indimenticabili, simpatici o ‘scomodi’. Ma, soprattutto, questi meravigliosi immaginari, hanno regole tutte loro. Da imparare e possedere, per potersi avventurare entro i loro confini. Certo: c’è una ‘continuity’ di fondo: ‘strizzate d’occhio’, citazioni e rimandi sono all’ordine del giorno. E rappresentano un gustoso appiglio per il giocatore che, tramite essi, si sentirà ‘coccolato’ e alla presenza di vecchi amici.
Importante, poi, la componente ‘ludica’. Aggirarsi in compagnia di Link, infatti, sarà come gironzolare per un enorme parco giochi. Dove – con innocenza e stupore – potremo tornare bambini per un po’. Curiosando, sperimentando. All’insegna del divertimento e dell’esplorazione. Sempre pronti a lasciarci stupire.