DarkSpore: hack and slash a 100 click al minuto

DarkSpore: hack and slash a 100 click al minuto

Ecco il nostro verdetto sull'atteso hack and slash di Maxis che si presenta come uno spin-off del gioco pensato da Will Wright e uscito nel 2008. Impressionante numero di click sul tasto sinistro, come in Diablo.

di pubblicato il nel canale Videogames
Diablo
 

Spore

Nel 2008 l'originale Spore, a mio modo di vedere le cose, si rivelò uno dei videogiochi più originali in assoluto grazie principalmente a due aspetti: l'elevato livello di personalizzazione dell'esperienza di gioco e la struttura multi-genere. Due aspetti che negli anni successivi sarebbero stati ripresi da molti altri titoli, anzi sono probabilmente i due elementi su cui lo sviluppo dei videogiochi degli ultimi anni si è concentrato maggiormente.

La possibilità di poter evolvere la propria specie in funzione delle scelte prese si rivelava un aspetto molto interessante in Spore. Il giocatore poteva toccare con mano i miglioramenti che le proprie creature avevano nel corso dell'evoluzione. Il tutto incastonato all'interno di una struttura di gioco che variava durante la progressione dell'esperienza, pensata dal genio Will Wright che non è certo nuovo a genialate dopo The Sims e Sim City. Certo, a lungo andare Spore perdeva quel quid che ti spinge a giocare ancora, rivelandosi un po' dispersivo nella parte conclusiva. Una struttura social più definita, con il senno di poi, sicuramente avrebbe giovato a Spore, nel tentativo di estendere quelle meccaniche di gioco a un pubblico di videogiocatori più ampio.

DarkSpore si configura come uno spin-off di quel gioco, ma con una struttura decisamente diversa. Si tratta, infatti, di un action rpg, anche se rimane comunque predominante l'aspetto dell'evoluzione. In base alle scelte fatte dal giocatore sul campo di battaglia, infatti, si ha la possibilità di configurare in maniera sempre differente 25 eroi, che assumeranno dunque una configurazione fisica peculiare a seconda di come si gioca e a seconda delle scelte del giocatore.

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Come il predecessore, DarkSpore è sviluppato da Maxis, la storica software house abile nei gestionali che ha sede a Emeryville, nei dintorni di San Francisco. La differenza più grande nello sviluppo dei due giochi, ovviamente, riguarda il fatto che nel frattempo Wright ha lasciato Maxis per fondare una nuova software house, The Stupid Fun Club, una società che si occupa di divertimento a largo spettro. Maxis, per la prima volta, si trova a produrre un gioco di ruolo all'interno di un progetto con caratteristiche diametralmente opposte rispetto ai precedenti.

Il gameplay ricorda Diablo, e con questo spieghiamo il perché del titolo. Si fa tutto o quasi con il tasto sinistro del mouse, che serve sia per attaccare i bersagli nemici sia per spostarsi sulla mappa di gioco. La presenza massiccia di avversari sulle mappe porta a schiacciare il tasto sinistro del mouse per un numero forsennato di volte: ci sono momenti più intensi in cui premi anche dieci volte in un secondo e altri più rilassati. Certo è che disturberete tantissimo chi vi sta intorno per via del ritmo con cui si clicca.

Rispetto al gioco originale, e come suggerisce lo stesso titolo, DarkSpore presenta un'ambientazione differente, con toni più cupi. La storia è raccontata con sequenze pre-renderizzate ma, come vedremo, non è l'elemento più curato del gioco di Maxis. Per molti anni i Crogenitors hanno viaggiato per la galassia usando il loro sistema di trasferimento del DNA per alterare le forme di vita che trovavano sugli altri pianeti alla ricerca dei segreti dell'universo. Collegate al network Helix, tutte le informazioni e gli studi provenienti dalle navi spaziali venivano poi trasferite all'unità centrale di ricerca.

Ci sono cinque metodi di trasferimento del DNA: Bio, Necro, Quantum, Cyber e Plasma Genesis. Ognuno dei metodi è strettamente collegato con le proprietà intrinseche del pianeta sul quale è stato scoperto. Questi metodi di trasferimento nell'ultimo periodo hanno però prodotto quelle che i Crogenitors chiamano Living Weapons, ovvero esseri viventi con specifiche abilità. Alcuni di loro hanno animo nobile, altri sono stati corrotti e fanno una vita da mercenari. Tutti diventano però delle leggende, e sono conosciuti come i più grandi guerrieri della galassia.

L'obiettivo dei Crogenitors a questo punto è rendere le Living Weapons ancora più potenti. Scoprono le caratteristiche dell'E-DNA, ovvero "exponential DNA", che consente di effettuare il trasferimento del DNA su altri tipi di creature. Tuttavia il trasferimento con l'E-DNA è ancora instabile e le creature sulle quali viene applicato diventano degli abomini con terribili poteri. Sono loro i DarkSpore, cresciuti nei laboratori dell'impero Crogenitor ma che ben presto si ribellano ai loro creatori e li uccidono. All'inizio questi incidenti sono sporadici, ma poi diventano sempre più frequenti.

Con il passare del tempo, tutte le creature trasformate con l'E-DNA diventano DarkSpore. Alcuni Crogenitors, comandati da Crogenitor Zelem, sostengono che la riproduzione con l'E-DNA deve essere arrestata, perché rischia di mettere in pericolo l'intera galassia. Altri invece sostengono che le ricerhe devono andare avanti, affermando che la stabilizzazione dell'E-DNA richiede soltanto del tempo e che i DarkSpore possono essere fermati. Alcuni estremisti considerano quest'ultima missione come la missione fondamentale della loro vita, anche se questo vuol dire fare esperimenti sullo stesso DNA dei Crogenitors per velocizzare il processo. Questi estremisti hanno pochi seguaci, e sono costretti ad abbandonare le loro case natali per proseguire gli esperimenti. La situazione non può essere più controllata e rischia di sfociare in una guerra aperta. La civiltà dei Crogenitors diventa sempre più debole e i DarkSpore, invece, acquistano sempre più potere.

 
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