Batman Arkham Asylum, ecco il cavaliere oscuro
Dopo il successo ottenuto al cinema, Batman arriva anche nel settore videogiochi. Abbiamo avuto modo di provare una versione non ultimata di Batman Arkham Asylum, action/adventure con elementi stealth sviluppato da Rocksteady. Ecco qualche prima considerazione.
di Stefano Carnevali pubblicato il 19 Maggio 2009 nel canale VideogamesAmbientazione
Batman Arkham Asylum prova fin da subito a mettere le cose in chiaro. Tanto per cominciare è dotato di un copione scritto ad hoc, non riporta eventi già visti al cinema o letti in qualche volume a fumetti. E non dovrebbe trattarsi di una storia di poco conto, visto che è stata scritta da Paul Dini, già autore di numerose avventure del cavaliere oscuro, vincitore di cinque Emmy Award e coautore della prima stagione di Lost.
L'incipit della vicenda, visionabile in questa press-relase, vede Batman ed il commissario Gordon recarsi sull’isola del manicomio di Arkham, per assicurare alle cure della casa di detenzione il Joker. Dopo pochi istanti, però, il super criminale si libera dei secondini che lo stavano scortando, e prende immediatamente il controllo dell’intero manicomio, dimostrando a Batman come l’arresto sia stato solo il primo passo di un piano da lui ideato per vendicarsi dell’uomo pipistrello. Il cavaliere oscuro, quindi, dovrà infiltrarsi nel manicomio, ormai sotto il completo controllo degli sgherri del Joker, per porre fine alle macchinazioni del folle criminale.
Trama strutturata ed incipit sorprendente vengono supportati da un comparto grafico molto solido. I modelli dei personaggi principali sono, a tratti – specie nella rappresentazione dei volti – stupefacenti. I giochi di luce e le scelte cromatiche, poi, restituiscono appieno l’atmosfera cupa dell’universo dell’uomo pipistrello. Il buon livello visivo si mantiene anche nelle fasi di gioco incluse in questo codice preliminare, laddove si è chiamati ad un combattimento serrato con numerosi adepti del Joker, per poi doversi infiltrare in un’ampia area pattugliata da criminali armati di armi da fuoco. In entrambe le situazioni, infatti, personaggi ed ambienti fanno pienamente il proprio dovere. Magari senza raggiungere il fiorire di dettagli delle cut-scene, ma riuscendo comunque, nel complesso, a stupire.
Queste componenti positive, però, si possono trovare in un buon numero di titoli realizzati su licenza. Spesso dove anche i tie-in più costosi falliscono è a livello di giocabilità, risultando poco interessanti oppure non riuscendo a catturare, nelle loro dinamiche, lo spirito del personaggio.