Le bambine terribili di Rule of Rose – intervista ai distributori
Intervista esclusiva ai distributori del gioco che ha suscitato tante polemiche e collezionato censure in diversi paesi europei. Rule of Rose merita davvero un trattamento particolare o è vittima di una reazione esagerata? Vince realmente chi seppellisce la bambina?
di Jonathan Russo pubblicato il 05 Dicembre 2006 nel canale VideogamesLe polemiche
Se nè parlato, forse non a lungo, ma di certo in modo incisivo. La sassata è partita da Panorama, il settimanale che a Rule of Rose ha dedicato, il 13 novembre, un articolo e una copertina, con il provocatorio titolo Vince chi seppellisce la bambina. Le accuse nei confronti del gioco, per Panorama, vertevano tutte su tre elementi: il sadismo, lomosessualità e il fatto che oggetto di ambedue le cose fossero ragazzine (Ogni scena è pervasa da sottintesi omosessuali e sadici a cui non si è preparati, visto che i protagonisti non sono adulti ma ragazzine).
Larticolo, consultabile anche a questo indirizzo, ha fatto partire una serie di interventi, soprattutto politici, di chi per tutelare i giovani videogiocatori vorrebbe forme di controllo e censura indirizzate al mondo dei videogames. Dichiarazioni in questo senso sono arrivate dal sindaco di Roma Walter Veltroni, per il quale Rule of Rose non deve entrare nelle case degli italiani, in modo da tutelare i più giovani, che già vivono in unepoca difficile, nella quale la violenza è presente ogni giorno sui media.
I giovani dovrebbero essere protetti dalla violenza. Il Ministro della Giustizia Clemente Mastella, dichiarandosi indignato per il livello di efferatezza di questi giochi dati in mano ai bambini, ha anche caldeggiato la nascita di unauthority nazionale che vigili preventivamente sulla distribuzione di questi prodotti, e a fargli eco si è schierata anche la presidente della Commissione parlamentare bicamerale per linfanzia, Anna Serafini, che ha auspicato la nascita di un codice unico e comunitario che detti a tutti i paesi europei le regole da seguire in materia videoludica.
Dallaltro lato, non sono mancate le reazioni di chi è contrario a forme di censura: in particolare lAesvi, Associazione Editori Software Videoludico Italiana, attraverso il suo presidente Andrea Persegati, si è rammaricato per i ripetuti attacchi pretestuosi, generici e immotivati di cui è oggetto lindustria videoludica da parte dei media italiani. Le critiche rivolte a un singolo prodotto ha detto Persegati - non possono diventare il pretesto per screditare un intero comparto economico che, al contrario, si è caratterizzato in questi ultimi anni per una sempre maggiore attenzione alla qualità dei prodotti immessi nel mercato.
Per chi è appassionato di videogiochi, il vespaio attorno alla release di Rule of Rose non è certo una novità: casi simili si sono verificati in passato, su situazioni più o meno analoghe. Basta pensare alle critiche mosse a Grand Theft Auto per lalto livello di violenza contenuto nel gioco, o, facendo un salto nel passato, si può ricordare il clamore che suscitò Phantasmagoria, avventura grafica horror della Sierra in cui la protagonista (per altro interpretata da unattrice vera, era lepoca dei cosiddetti film interattivi) subiva addirittura uno stupro. Il dibattito, insomma, tende sempre a ripresentarsi: finora lunico dato reale, al di là delle prese di posizione, è che in Italia nessun videogioco ha mai subito provvedimenti di limitazione o blocco della distribuzione.