Atari intenzionata a tornare nel mondo dell'hardware

Il CEO di Atari ha condiviso i piani che dovrebbero consentire all'azienda di mettersi alle spalle la recente bancarotta, affermando che gli piacerebbe tornare nel business dell'hardware, anche se questo non corrisponde necessariamente alla produzione di una nuova console.
di Rosario Grasso pubblicata il 20 Maggio 2014, alle 09:01 nel canale VideogamesAtari
Atari ha presentato l'istanza di fallimento nel gennaio del 2013, e nel dicembre dello stesso anno ha ricevuto l'approvazione del tribunale fallimentare per l'instaurazione di un piano triennale volto a far riemergere la società dalla bancarotta.
Ora, cinque mesi dopo, il CEO di Atari, Frederic Chesnais, ha chiarito in un'intervista a GamesBeat in cosa consiste nello specifico tale piano. "Oggi la società non è più in bancarotta. Abbiamo un nuovo modello che può sostenersi con un team di lavoro composto da sole 10 persone. Prestiamo attenzione soprattutto a tre cose: proprietà intellettuali, produzione e distribuzione".
Chesnais ha poi spiegato che nella sua visione "Atari è più di una software house, è un marchio che ha a che fare con il mondo dell'hardware". Tuttavia, ha specificato, che queste affermazioni non sottendono necessariamente un ritorno di Atari nel mercato console.
"Non mi riferisco a una nuova console, piuttosto a una sorta di orologio per il gaming. Non è quello che ci accingiamo a fare, ma vi dico questo per farvi capire su che tipo di prodotti ci stiamo orientando. Atari consente di creare un brand che individua un preciso lifestyle. Società come THQ non potrebbero ragionare in questo modo, a differenza di Atari".
Un altro esempio potrebbe essere una giacca brandizzata Atari, magari capace di ricaricare la batteria del proprio iPhone o dello smartphone Android. La gente è ancora così affezionata al brand Atari da comprare un orologio o una giacca con questo marchio?
Ricordiamo che Atari ha dato il via al mondo console, con l'intramontabile Atari 2600 entrata in commercio nell'ormai lontano 1977 e dismessa solamente nel 1991. È stata una delle società più floride di quel periodo nella Silicon Valley, ospitando al suo interno dei talenti che poi avrebbero cambiato per sempre la storia della tecnologia. Uno su tutti? Steve Jobs.