Atari intenzionata a tornare nel mondo dell'hardware

Atari intenzionata a tornare nel mondo dell'hardware

Il CEO di Atari ha condiviso i piani che dovrebbero consentire all'azienda di mettersi alle spalle la recente bancarotta, affermando che gli piacerebbe tornare nel business dell'hardware, anche se questo non corrisponde necessariamente alla produzione di una nuova console.

di pubblicata il , alle 09:01 nel canale Videogames
Atari
 

Atari ha presentato l'istanza di fallimento nel gennaio del 2013, e nel dicembre dello stesso anno ha ricevuto l'approvazione del tribunale fallimentare per l'instaurazione di un piano triennale volto a far riemergere la società dalla bancarotta.

Atari 2600

Ora, cinque mesi dopo, il CEO di Atari, Frederic Chesnais, ha chiarito in un'intervista a GamesBeat in cosa consiste nello specifico tale piano. "Oggi la società non è più in bancarotta. Abbiamo un nuovo modello che può sostenersi con un team di lavoro composto da sole 10 persone. Prestiamo attenzione soprattutto a tre cose: proprietà intellettuali, produzione e distribuzione".

Chesnais ha poi spiegato che nella sua visione "Atari è più di una software house, è un marchio che ha a che fare con il mondo dell'hardware". Tuttavia, ha specificato, che queste affermazioni non sottendono necessariamente un ritorno di Atari nel mercato console.

"Non mi riferisco a una nuova console, piuttosto a una sorta di orologio per il gaming. Non è quello che ci accingiamo a fare, ma vi dico questo per farvi capire su che tipo di prodotti ci stiamo orientando. Atari consente di creare un brand che individua un preciso lifestyle. Società come THQ non potrebbero ragionare in questo modo, a differenza di Atari".

Un altro esempio potrebbe essere una giacca brandizzata Atari, magari capace di ricaricare la batteria del proprio iPhone o dello smartphone Android. La gente è ancora così affezionata al brand Atari da comprare un orologio o una giacca con questo marchio?

Ricordiamo che Atari ha dato il via al mondo console, con l'intramontabile Atari 2600 entrata in commercio nell'ormai lontano 1977 e dismessa solamente nel 1991. È stata una delle società più floride di quel periodo nella Silicon Valley, ospitando al suo interno dei talenti che poi avrebbero cambiato per sempre la storia della tecnologia. Uno su tutti? Steve Jobs.

14 Commenti
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Paganetor20 Maggio 2014, 09:22 #1
10 persone?
OK snellire gli uffici, ma qui mi dà più l'idea di un AD, un paio di segretarie, due in contabilità, un responsabile vendite, l'ufficio marketing e poco altro...
anac20 Maggio 2014, 09:23 #2
ma perché continuano con queste operazioni nostalgia ormai i nuovi utenti non sanno nemmeno cosa sia atari l'hanno solo vista sulle magliette di fix design magari pensano che sia un brand di vestiti :P
piererentolo20 Maggio 2014, 09:35 #3
Quanto ho odiato il mio 2600 con il bordo in radica... Compravi un gioco per l'immagine sulla scatola e quando iniziavi a giocare ti accorgevi che era sempre il solito rettangolo che si muoveva


Originariamente inviato da: anac
ma perché continuano con queste operazioni nostalgia ormai i nuovi utenti non sanno nemmeno cosa sia atari l'hanno solo vista sulle magliette di fix design magari pensano che sia un brand di vestiti :P

Però se come prezzi sparano in alto i 35/40enni che adesso hanno parecchi soldi da spendere secondo me un pensierino ce lo fanno se ad esempio una giacca è bella e di qualità, i vecchi marchi hanno sempre il loro fascino... O meglio, io ce lo farei (ma non ho soldi da spendere )
Glacius9220 Maggio 2014, 09:36 #4
Quanti bei ricordi di Atari!!
Mechano20 Maggio 2014, 09:46 #5

Tristezza

Che tristezza.
Atari ridotta a vendere giacchini ed orologini cinesi.

Come markettari sono in grado di spolpare aziende, ridurle a venditori di orologi cinesi...
Ai miei tempi i marocchini avevano bancarelle molto più assortite di queste cineserie...
KatayamaUkyo20 Maggio 2014, 10:02 #6
se qualcuno può aiutarmi,di che Atari stiamo parlando?
dovrebbero esserci 2\3 società Atari in giro in questo momento,non ci capisco niente
comunque tristezza per la fine che sta facendo.
piererentolo20 Maggio 2014, 10:14 #7
Originariamente inviato da: Mechano
Che tristezza.
Atari ridotta a vendere giacchini ed orologini cinesi.

Come markettari sono in grado di spolpare aziende, ridurle a venditori di orologi cinesi...
Ai miei tempi i marocchini avevano bancarelle molto più assortite di queste cineserie...


Originariamente inviato da: KatayamaUkyo
se qualcuno può aiutarmi,di che Atari stiamo parlando?
dovrebbero esserci 2\3 società Atari in giro in questo momento,non ci capisco niente
comunque tristezza per la fine che sta facendo.


Beh però scusate il marchio secondo me è ancora forte per gli uomini over35, secondo me fanno bene a provarci.
gnappoman20 Maggio 2014, 10:48 #8

che babbacchioni

che babbacchioni questi di Atari.

Oggi potrebbero produrre l'hardware in cina, e con pochissimi soldi fare console basate su ARM e rimettersi in pista alla grande come ha fatto Ouya, che ha preso una paccata di soldi a fondo perduto su kickstarter

https://www.kickstarter.com/project...eo-game-console
Doraneko20 Maggio 2014, 11:25 #9
Atari consente di creare un brand che individua un preciso lifestyle. Società come THQ non potrebbero ragionare in questo modo, a differenza di Atari


A parte il fatto che THQ non può ragionare così perchè semplicemente non esiste più
Quale sarebbe questo lifestyle?Maschio quarantacinquenne single con l'inclinazione per il vintage?
Dai su!Con 10 persone non credo possano fare granchè, al massimo brandizzare prodotti esistenti ma roba nuova la vedo dura!Buon per loro se ci riescono.
Mechano20 Maggio 2014, 11:51 #10
Originariamente inviato da: piererentolo
Beh però scusate il marchio secondo me è ancora forte per gli uomini over35, secondo me fanno bene a provarci.


Si ok, anche a me che ho 41 anni Atari ha lasciato molto nella mia infanzia.

Ma non mi suscitano nessun interesse le idiozie di cui parlano quei markettari inutili che ci sono adesso.

Tutti manager e venditori qui, nessuno che percepisce la componente affettiva e spirituale dietro alle emozioni che questi oggetti hanno suscitato e lasciato indelebili nell'animo degli individui che le hanno provate.

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