Video Games Europe risponde a Stop Killing Games: “Necessario poter spegnere i server”

Il dibattito sulla chiusura dei giochi online si accende: Video Games Europe, che rappresenta i principali editori del settore, risponde alle crescenti pressioni del movimento Stop Killing Games, sollevando questioni legali, di sicurezza e sostenibilità economica
di Andrea Bai pubblicata il 07 Luglio 2025, alle 16:41 nel canale Videogames
23 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoCerto che forse in questo caso potrebbero rilasciare una patch o simile per "passare" attraverso server o servizi terzi, magari scegliendo tra i principali fornitori...
E' già così, basta usare Home Assistant installato su un Raspberry e utilizzi di tutto senza appoggiarti a cloud proprietari.
grazie
Eccolo
https://www.gog.com/en/game/cyberpunk_2077
Puoi metterlo su un dvd, una chiavetta, un disco esterno... dove vuoi.
perché non sono stati salvati in alcun modo, bloccati per copyright e chissà per altri motivi (tipo "Marco Polo" , e son passati anni prima di riavere la serie per intero, cercate online se vi interessa.)
Qua ci troviamo per assurdo al passo successivi, ti ritrovi a non poter giocare più a qualcosa che hai anche acquistato.
Quindi non quoto qualche post sopra, anzi, son d'accordo per chi dice:
"non posso più usarlo? rimborsami"
Senza contare la oramai constata follia di trovare giochi in Digitale che paghi quanto quelli fisici.
A meno che tu non sappia dove sia scritto il contrario.
La sentenza C 128/2011 della Corte di Giustizia dell'Unione Europea ad esempio
...ora queste stesse aziende mi vengono a dire che server privati, che in quanto tali sono accessibili solo ad un numero limitato di persone, (la miglior forma di protezione possibile: fai entrare solo gente selezionata), sono una via difficilmente praticabile proprio per queste problematiche? Seriamente?
E ancora:
Se oramai tutti i giochi richiedono una connessione online non è perchè ne hanno bisogno, ma proprio perchè devono obbligare il giocatore ad accedere ai loro servizi e per dare all'utente sempre meno controllo, oltre per acquisire (e si torna al punto sopra) quanti più dati possibili su di loro.
Perchè finchè gioco ad un MMORPG, che per definizione si basa su una comunità di giocatori che interagisce, è chiaro che si deve essere connessi. Ma quando avvio, ad esempio, AC: Shadows che mi richiede forzatamente UPlay e l'accesso con l'account Ubisoft, a che mi serve la connessione?
Questo, se poi vogliamo allargare il tiro, su tutta una serie di giochi che anche se creati per giocare online potrebbero essere riconvertiti senza patemi per essere giocati solo in locale. Si prenda il succitato Anthem, che è un Coop per 4 giocatori: basterebbe rendere possibile fare da hosting per un giocatore con gli altri 3 che si collegano a lui. Per esempio. Mai immagino che EA non abbia a cuore i giocatori così come stanno cercando di dimostrare in risposta a questa iniziativa di raccolta firme.
Ovviamente questi publisher hanno a cuore le sorti dei giocatori (o meglio: dei loro acquirenti, quindi di coloro che li foraggiano) solo a giornate alterne o quando gli fa più comodo.
È in momenti come questi che vorrei avere un fucile a canne mozze
A meno che tu non sappia dove sia scritto il contrario.
Io non ho idea a cosa si riferisce di preciso Cfranco, ma proprio per questo evito di commentare su cose che non so, e al limite mi informo prima di sparare un commento solo per fare la voce grossa sul forum per affermare che ho ragione a prescindere.
Se poi proprio vogliamo allargare il tiro e fare un discorso di più ampio respiro: l'attuale concessione della licenza e, soprattutto, come viene "sfruttata", pone l'acquirente in una situazione troppo svantaggiosa su cui le istituzioni (l'Europa in questo caso) non stanno ponendo rimedio.
Perchè se da un lato posso capire e accettare che quel dato software non lo possiedo ma ne ho solo il diritto d'utilizzo, quel diritto l'ho comunque ottenuto pagando, e non mi pare propriamente corretto che poi tale diritto mi venga ritirato senza alcuna motivazione valida; in pratica si sono intascati i miei soldi e poi mi tolgono quello che ho avuto proprio con quei soldi. Il caso di The Crew di Ubisoft è il caso più emblematico, ma non è il solo.
Da cui si capisce che quanto dice coschizza è senza senso:
Ma poi ci sarebbe da discutere quanto sia lecito quel che riporta tale contratto: ad esempio l'EULA Blizzard dice chiaramente che ti possono revocare la licenza in qualunque momento anche se non c'è alcun motivo e senza che ti sia detto nulla a riguardo. Per come la vedo io, le cose sono due: o c'è qualcosa che contrasta quanto meno con le normative europee, o se non c'è già da anni le istituzioni si sarebbero dovute muovere per porre un limite a queste "clausole" che non fanno altro che danneggiare gli acquirenti finali (che non possono farci nulla).
È lapalissiano che se mi limito ad usare quel software negli ambiti previsti per il suo utilizzo (in questo caso: lo installo e lo avvio per giocarci, fine), venire privato di tale licenza e quindi "sottrarmelo" è una palese violazione dei diritti di base dei cittadini. Per cui come dice Cfranco: spegnete i server? Bene, ridatemi i soldi.
Questo poi parlando solo dei software; che dovremmo dire di Nintendo che, dopo avergli elargito 500 euro, si riserva il diritto di brikkare da remoto la Switch 2? Siamo seri?
Siamo in un'epoca (e mi limito a parlare dell'ambito videoludico, sebbene credo che il discorso sia esportabile in altri campi) dove le grosse aziende si fanno sempre meno scrupoli nel cercare di inculare gli utenti finali. Al netto che si parla appunto di aziende, quindi di entità il cui scopo è guadagnare, si è passati da un tempo in cui cercavi di farlo proponendo un buon prodotto e che quindi vendesse perchè soddisfava il cliente, agli ultimi lustri in cui si cerca solo di inculare il cliente in ogni modo possibile, fregandosene del prodotto stesso che dovrebbe essere il motivo per cui queste aziende guadagnano.
E ce ne sarebbero molte da dire a riguardo, sulle numerose pratiche adottate da tali aziende: tra conflitti di interesse, informazioni false, informazioni nascoste, embarghi, frammentazione del prodotto per fartelo pagare il doppio, assoggettamento della stampa "specializzata" e degli stessi influencer...
Quindi le cose per come la vedo io sono due: o continuare ad ignorare la situazione, anche continuando a giustificare queste pratiche, oppure quanto meno combattere con i mezzi a nostra disposizione, che al momento sono essenzialmente due: fare in modo che questa raccolta firme porti a qualche risultato concreto e NON acquistare.
Ricordo che l' Eula non ha alcuna validità per le copie fisiche e in generale in tutti i casi in cui viene mostrato dopo il pagamento ( le clausole vanno mostrate e firmate [I][U]prima[/U][/I] di pagare, tutto quello che dici dopo aver preso i $$ non ha alcun valore )
E anche nel caso in cui fosse mostrata prima del pagamento tutte le clausole cosiddette "vessatorie" ( e l' EULA ne è strapiena ) devono essere firmate separatamente due volte, per il tribunale di Catanzaro oltretutto vanno firmate digitalmente o autografate, non vale il click sulla clausola.
Inoltre alcune clausole ( ad esempio l' esclusione di responsabilità o la possibilità di revocare la licenza ) non sono valide in nessun caso, neanche se firmate
Andrebbe poi detto che il discorso del fisico oramai lascia il tempo che trova. Se si escludono collector edition, di fatto oggi tutto il mercato videoludico si basa sull'acquisto in digitale.
Sulle clausole vessatorie... vero, ce ne sono una marea, ma lo è da almeno 30 anni e nessuno ci ha mai fatto nulla. E finchè chi di dovere non prende provvedimento (l'utenza segnalando, le istituzioni prendendo provvedimenti) nei fatti si continua a permettere ai publisher di fare il bello e cattivo tempo.
L'esempio di cui sopra che facevo della Blizzard non me lo sono inventato per far capire un concetto. Ed è una cosa che sta li da anni, è chiaramente una clausola che non dovrebbe avere alcun valore legale. Ma non mi risulta che qualcuno sia mai entrato in causa con la Blizzard per questo autentico abuso di potere, così come pressochè nessuno si è mai lamentato della cosa.
Per cui siamo al punto in cui Blizzard continua a fare quello che vuole e si può permettere di revocare le licenze come e quando vuole senza che nessuno lo impedisca.
Le parole, che siano scritte o meno, servono a poco se poi non vi si fanno corrispondere dei fatti concreti.
Ni
Il fatto è che quando sono andati in tribunale per quelle clausole l' EULA ha sempre perso male
I publisher ci giocano col fatto che quasi nessuno va in causa per un gioco e quindi ripropongono sempre le stesse cose basandosi sul fatto che solo uno su 1000 si sbatterà per i suoi diritti
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