Un pro player omosessuale di League of Legends ha criticato l'industria eSport perché troppo poco inclusiva
Il giocatore di eSport Biofrost si è dichiarato gay e tramite Twitter ha criticato l'industria per la sua mancanza di inclusività
di Rosario Grasso pubblicata il 09 Maggio 2022, alle 14:42 nel canale VideogamesLeague of Legends
Vincent Wang, meglio conosciuto come Biofrost, è uno dei maggiori pro player di League of Legends. Di origine cinese ma naturalizzato canadese, attualmente Biofrost milita nei ranghi del team Dignitas. Recentemente ha fatto coming out su Twitter, dichiarando la sua omosessualità, e denunciando la scarsa inclusività del settore gaming e, in particolare, di quello degli eSport.
"Non sto facendo questo annuncio perché mi sento obbligato a rivelare i dettagli della mia vita personale, ma perché voglio che ci sia più consapevolezza sui problemi che la nostra community deve affrontare", ha scritto. "In quasi tutte le squadre in cui sono stato ho sentito commenti omofobici dai miei compagni di squadra o dallo staff e mi sono sentito a disagio, temendo persino di perdere il lavoro se avessi detto la verità".
— Vincent (@Biofrostlol) May 7, 2022
Per i professionisti come Biofrost, l'impegno eSport è un vero e proprio lavoro. Non si tratta, quindi, solo di un problema di discriminazione all'interno di un contesto ludico, ma di qualcosa di più serio.
"Sono a un punto della mia vita in cui ho accettato chi sono e mi ci è voluto molto tempo per arrivarci" scrive ancora Biofrost. "Nell'industria dei videogiochi dilagano sessismo, pregiudizio e omofobia". Secondo Biofrost, ci sono tantissimi casi come il suo: ovvero, di persone che hanno paura a dichiarare la propria sessualità perché temono reazioni aggressive.
"Non credo che ci sia una soluzione rapida, ma bisogna iniziare a pretendere standard più elevati e che tutti siano trattati con dignità. Dobbiamo educare le persone negli eSport a una condotta corretta all'interno del posto di lavoro".
Dopo la pubblicazione del post, in tantissimi hanno supportato Biofrost e lo hanno incoraggiato nelle sue scelte. Il pro player ha commentato: "Non mi aspettavo tutto questo supporto e mi fa sentire fiducioso per il cambiamento che possiamo apportare in questa community". Fra chi sostiene Biofrost, l'altro pro player di League of Legends Søren Bjerg, il pro player di picchiaduro Sonic Fox, il commentatore di partite di eSport Isaac CB e Doublelift, ex pro player dello stesso League of Legends.
Sempre in tema di inclusività, Riot Games, la software house che si occupa di Valorant oltre che di League of Legends, ha recentemente lanciato un programma definito Game Changers allo scopo di supportare la community delle giocatrici dello shooter online all'interno di un settore storicamente maschilista e non sempre inclusivo. Con ogni probabilità l'iniziativa deriva dal caso di molestie sessuali che ha riguardato lo studio di Riot Games. Dopo aver chiuso un'indagine interna lo scorso anno, a gennaio ha concordato un accordo sulla base di una cifra vicina ai 100 milioni di dollari per chiudere il procedimento.
Idee regalo,
perché perdere tempo e rischiare di sbagliare?
REGALA
UN BUONO AMAZON!
59 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNon capisco da cosa è stato coniato il termine.
Inclusività sembra quasi voler dire che devono andare a cercarsi le minoranze e attrarle nel settore.
Concetto sbagliato perchè il settore (qualunque esso sia) dovrebbe essere semplicemente neutrale al 100%.
Tra l'altro voler "educare" sul luogo di lavoro al rispetto delle minoranze sembra far intendere che un troglodita ignorante, ormai adulto, diventa magicamente educato perchè lo mandano ai corsi di inclusività a spese aziendali.
Il problema è sociale, non professionale.
Non capisco da cosa è stato coniato il termine.
Inclusività sembra quasi voler dire che devono andare a cercarsi le minoranze e attrarle nel settore.
Concetto sbagliato perchè il settore (qualunque esso sia) dovrebbe essere semplicemente neutrale al 100%.
Tra l'altro voler "educare" sul luogo di lavoro al rispetto delle minoranze sembra far intendere che un troglodita ignorante, ormai adulto, diventa magicamente educato perchè lo mandano ai corsi di inclusività a spese aziendali.
Il problema è sociale, non professionale.
me lo stavo chiedendo, leggendo il titolo avrei detto "ma una squadra seleziona per merito, che c'entra inclusività", leggendo ho capito che parlava di omofobia che mi sembra tutto un altro problema
Facile immaginare cosa non vola quando sei nella foga della partita, quante madonne tiravo io a fare i lanparty con gli amici.. o piu facilmente frasi tipo:
"ma sto frocio bastardo!!!" e similia..
Ora, sono certo che il 90% degli improperi saranno di certo modi di dire e non cose vermante omofobe ma capisco pure che uno che è gay possa viversela male..
Hai bevuto la trielina??
La competizione c'è nelle gare e nei tornei. Nessuno rende la vita facile a nessuno.
Le offese non sono parte della competizione, che cacchio c'entra?
La competizione c'è nelle gare e nei tornei. Nessuno rende la vita facile a nessuno.
Le offese non sono parte della competizione, che cacchio c'entra?
dipende da che competizione, nell'hokey è fondamentale, ma pure nel calcio ci abbiamo vinto un mondiale a causa di insulto e successiva testata di risposta
Giusto precisare, nelle competizioni da bestie gli insulti fanno parte del gioco.
Mah.. nell'Hokey proprio se menano.. praticamente il gioco fa da contorno.. oda pretesto!
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".