Sony rimuove decine di giochi dal PlayStation Store dopo un'indagine di IGN
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In seguito a un'inchiesta che mette in discussione il controllo qualità delle piattaforme di distribuzione digitale, Sony ha rimosso numerosi giochi dal PlayStation Store. Nessun commento in merito dalla società che non è l'unica coinvolta: l'inchiesta ha investito anche Microsoft, Nintendo e Valve.
di Vittorio Rienzo pubblicata il 11 Febbraio 2025, alle 16:57 nel canale VideogamesSonyMicrosoftNintendoValvePlaystationXboxNintendo SwitchSteam
Numerosi giochi hanno iniziato a sparire dal PlayStation Store in seguito a un'indagine condotta da IGN che ha accusato gli store digitali – non solo quello di Sony – di lasciare troppa libertà nella pubblicazione dei contenuti che, talvolta, si rivelano una vera e propria truffa.
Sony sembra essere semplicemente la prima ad aver reagito alle considerazioni fatte da IGN. A essere messo sotto accusa è stato il controllo qualità, poiché la testata ha individuato alcuni sviluppatori che pubblicano giochi piuttosto discutibili, magari ricchi di contenuti generati con l'intelligenza artificiale.
È emblematico il caso di RandomSpin, sviluppatore di Supermarket Simulator Pro, Bodycam Shooter e Backrooms Inside The Escape, tutti spariti dal PlayStation Store dopo le accuse di aver sfruttato risorse riciclate e/o generate con l'IA. D'altronde, lo sviluppatore in questione ha pubblicato decine di giochi in un solo anno, talvolta rilasciando più di un titolo nello stesso mese.
Un problema che, tuttavia, non affligge esclusivamente Sony. Sul Nintendo eShop spopolano i cloni di opere originali. Qualche anno fa fece scalpore un clone a dir poco evidente di The Last of Us di Naughty Dog, mentre più di recente sono apparsi titoli come Wukong Sun: Black Legend, nel tentativo di illudere i giocatori di acquistare Black Myth: Wukong.
Va comunque sottolineato che quella di Sony è stata solo interpretata come una reazione all'indagine, ma la società non ha ancora rilasciato alcun commento in merito. Lo stesso vale per Nintendo e le altre piattaforme coinvolte che per il momento non hanno condiviso alcuna dichiarazione.
Dal canto loro, Valve e Microsoft avrebbero requisiti molto più restrittivi per la pubblicazione dei giochi. Proprio nelle scorse ore abbiamo parlato dell'aggiornamento dei termini di Steamworks che, oltre a vietare la pubblicità nei giochi, nega anche la pubblicazione di software basati su NFT e criptovalute.
Tuttavia, anche in questi casi non mancherebbero le falle. Secondo una fonte di IGN, le pagine dello store di Steam vengono revisionate prima della loro pubblicazione. Tuttavia, una volta ricevuta l'approvazione, lo sviluppatore può modificare qualsiasi informazione in essa contenuta senza la necessità di approvazione e senza il rischio che lo staff di Valve revisioni nuovamente la pagina.
Insomma, pare che sempre più di frequente alcuni sviluppatori poco trasparenti stiano approfittando dei buchi nel controllo qualità delle piattaforme di distribuzione digitale per vendere software di scarso o nessun valore. Come sempre, non rimane che sperare in contromisure più efficaci per contrastare i furbetti.
2 Commenti
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