Recensione Call of Duty: Black Ops 6, il COD che stavamo aspettando!

Recensione Call of Duty: Black Ops 6, il COD che stavamo aspettando!

Nelle ultime settimane abbiamo provato Call of Duty: Black Ops 6, ultimo capitolo del franchise FPS più venduto di sempre. Dopo anni di delusioni e produzioni al limite della mediocrità, Treyarch è riuscita a realizzare un prodotto d'eccellenza, complici i quattro anni di sviluppo che si fanno sentire tutti.

di pubblicata il , alle 10:01 nel canale Videogames
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Nelle ultime due settimane abbiamo trascorso circa 50 ore sul nuovo Call of Duty: Black Ops 6. Il titolo di Treyarch e Raven Software, anche se parte di un franchise con cadenza annuale, è carico di responsabilità: Black Ops 6 è un nuovo inizio per Microsoft, Activision e lo stesso brand di Call of Duty.

Si tratta del primo capitolo successivo all'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft e il primo a esordire su Game Pass già dal giorno di lancio. Inoltre, vanta ben quattro anni di sviluppo, un arco di tempo ben superiore a quello concesso, ad esempio, a Sledgehammer Games per il deludente Modern Warfare III dello scorso anno.

Insomma, Call of Duty: Black Ops 6 porta sulle spalle il peso di un'intera parte dell'industria videoludica e un ulteriore fallimento avrebbe segnato un'operazione costata a Microsoft circa 70 miliardi di dollari.

Ebbene, posso anticiparvi che Black Ops 6 rappresenta un capitolo capace di mettere d'accordo tutti, veterani e nuovi giocatori. Certo, non manca qualche piccola pecca, ma quest'anno Treyarch e Raven Software sono riusciti a riscattare un franchise in declino da troppo tempo.

Lo sparatutto più venduto di sempre, con questo nuovo capitolo, mette insieme il patrimonio storico che ha fatto amare la saga con alcune gradite novità. Non stravolge la formula, anzi rimane ancorato a un passato luminoso, una scelta che si è rivelata decisamente efficace. Andiamo a vedere, quindi, perché Call of Duty: Black Ops 6, con mio grande stupore lo ammetto, è il Call of Duty che stavamo aspettando da anni.

Una campagna degna del brand

Tra gli aspetti che più mi avevano deluso lo scorso anno di Call of Duty: Modern Warfare III vi era indubbiamente la campagna. A dirla tutta, risulta perfino difficile definirla una campagna, in quanto si trattava più che altro di un tutorial alle meccaniche di gioco e in particolare a quelle di Warzone.

Con Black Ops 6 la musica cambia completamente: Treyarch propone una campagna all'insegna della varietà con una trama che non sconvolge, ma riesce a tenere alto l'interesse – e talvolta la tensione – per tutte le 10 ore circa di gioco.

La storia si colloca subito dopo Black Ops Cold War, ma ben prima degli eventi narrati in Black Ops II, il quale ci catapultava in un futuro distopico. Lo studio ci riporta tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90 in una storia fatta di intrighi e spionaggio all'interno della CIA.

Per evitare spoiler, ci limiteremo semplicemente a commentare qualche aspetto della campagna, lasciando ai giocatori il piacere di (ri)scoprire la bellezza della modalità per giocatore singolo di Call of Duty.

Partiamo dalla trama che, seppur non appaia come qualcosa di nuovo o sorprendente – i colpi di scena sono per lo più scontati – risulta comunque ben costruita e capace di mantenere alta la volontà del giocatore di proseguire.

A stupirmi è stata indubbiamente la varietà della modalità single-player. Durante il gioco impersoneremo alcuni dei coprotagonisti, oltre che naturalmente il nostro immancabile soldato senza voce.

Il gameplay offre un mix di scenari davvero interessante: si parte dalla guerra contemporanea fino a fasi da gioco da vero horror in prima persona, passando per momenti stealth davvero ben realizzati.

Inoltre, è evidente una cura nello storytelling che ormai da troppo tempo faceva sentire la sua mancanza in Call of Duty. Certo, non siamo ai livelli delle avventure prettamente per giocatore singolo, ma non posso negare che la campagna di Black Ops 6 sia probabilmente una delle migliori nella storia del franchise.

Treyarch è riuscita a mescolare una serie di elementi, estratti anche da altri generi, per un risultato semplicemente eccellente. Non posso che fare i complimenti agli sviluppatori per un prodotto che è riuscito a riportarmi indietro di quasi 15 anni, trasmettendomi le stesse emozioni che provai con il primo capitolo di Black Ops.

Un multiplayer come Black Ops comanda

La modalità multiplayer di Call of Duty: Black Ops 6 è un vero e proprio tuffo nel passato. Si taglia (quasi) del tutto con accessori e potenziamenti futuristici per tornare al più tradizionale scontro nelle arene compatte che da sempre caratterizzano la saga di Treyarch.

La varietà degli scenari è soddisfacente: complessivamente sono 16 le ambientazioni completamente nuove di cui quattro dedicate agli scontri 2 vs 2 e dodici indirizzate alle tradizionali modalità 6 vs 6. È possibile combattere tra le aree aperte del deserto di Scud (presente anche nella Beta) o tra gli strettissimi ambienti domestici di Stakeout, passando per le ambientazioni urbane di Lowtown o Rewind.

Insomma, ce n'è per tutti i gusti con la premessa, però, che si tratta di arene decisamente più piccole rispetto a quelle proposte da Infinity Ward. Tuttavia, in quasi tutte le mappe 6v6, c'è spazio anche per qualche sana sessione con i fucili di precisione.

Il feedback delle armi, come da tradizione per Treyarch, è d'eccellenza. Ogni proiettile andato a segno è una soddisfazione, anche se il time-to-kill è stato leggermente esteso. Una scelta che personalmente non ho apprezzato, ma che neanche inficia in maniera significativa sull'esperienza complessiva che rimane di altissimo livello.

Le modalità di gioco sono pressoché le stesse di sempre: Deathmatch a squadre, Cerca e distruggi, Uccisione confermata, Dominio, Postazione, Quartier Generale, Controllo e Tutti contro tutti a cui si aggiunge Scontro (2v2).

La novità risiede in Esecuzione, una modalità in cui, a turno, un giocatore per ogni squadra diventa il bersaglio VIP e gode delle tre piastre di protezione aggiuntive. L'obiettivo è dare la caccia al VIP avversario, la cui uccisione assegnerà 5 punti al posto del punto singolo di un tradizionale Deathmatch.

In generale, comunque, il multiplayer centra perfettamente l'obiettivo: divertire. Le modalità sono variegate così come le ambientazioni, per una formula che non innova, ma ritorna al passato offrendo tante ore di gioco senza mai annoiare.

Zombie: ritorna la modalità a round, più divertente che mai

Lo ammetto, durante la prova ho trascorso la maggior parte del tempo nella modalità Zombi. Dopo l'esperimento open world in Modern Warfare III, che aveva comunque il suo fascino, tornare alla modalità a round è stata una vera gioia. Non solo per le meccaniche in sé, ma per la cura con cui Treyarch è riuscita a perfezionare una formula che funzionava già bene.

Zombi torna in tutto il suo splendore e il suo divertimento in Black Ops 6 che propone due nuovi scenari: Liberty Falls e Terminus. In realtà, Liberty Falls ha un sapore piuttosto nostalgico e ricorda molto "Town" di Black Ops II, certo stavolta ampliata e con tante parti esplorabili, ma una volta all'interno le sensazioni sono davvero simili.

Terminus, invece, risulta una proposta più nuova. Come sempre, anche in questo caso il primo impatto trasmette la sensazione di già visto, si tratta di ambientazioni simili a quanto si può vedere su Warzone, ad esempio, seppur con un abito diverso.

Ad ogni modo, non si tratta di un aspetto negativo, anzi Treyarch ha utilizzato gli asset in modo sapiente per realizzare due scenari curati, divertenti e molto ben strutturati per un ritorno di fiamma della modalità a round con due missioni "segrete" che è un vero piacere completare.

Le missioni segrete (o più comunemente "easter egg") consentono di affrontare un boss per ogni scenario che darà filo da torcere ai giocatori. Certo, online sin dall'uscita è possibile trovare valanghe di tutorial su come affrontare al meglio le due bestie, ma anche in quel caso è probabile che vi sarà richiesto più di un tentativo per completare l'impresa.

In particolar modo, se non avrete completato le ricerche per i potenziamenti. In Black Ops 6, infatti, sia alle bevande speciali che ai potenziatori per l'arma saranno assegnabili alcuni bonus aggiuntivi. Tuttavia, questi andranno sbloccati utilizzando, all'interno del gioco, le bibite e i potenziatori di riferimento, con la premessa che sarà attivabile una sola ricerca per volta, quindi, sarà necessaria un bel po' di attività per sbloccare tutto.

Alle bibite e ai potenziatori si aggiungono le Gobblegum, un metodo per l'assegnazione casuale di abilità temporanee già visto in Black Ops III. Le Gobblegum hanno diversi livelli di rarità e vengono assegnate ad ogni partita al raggiungimento di determinati round. È possibile configurare il proprio set di 6 Gobblegum dal menu dell'equipaggiamento, ma una volta in gioco saranno fornite in maniera casuale – tra quelle del set – dalle macchinette sparse per la mappa.

Un aspetto interessante riguarda proprio l'equipaggiamento. Oltre a generare una classe, così come in multiplayer, avremo le "build permanenti". In buona sostanza, una volta configurata un'arma, anche se non presente in uno degli equipaggiamenti personalizzati, la configurazione rimarrà salvata. In zombie, quindi, le armi acquistate dai muri saranno fornite con tutti gli accessori installati dal giocatore.

Per il resto non c'è molto da dire su Zombi, le meccaniche sono le stesse con cui Treyarch ci ha abituato per anni: una successione di round in cui la resistenza e la quantità di zombi aumentano progressivamente portando la difficoltà a livelli sempre più alti. Insomma, c'è tutto il divertimento di massacrare orde di non morti.

Conclusioni

Con Black Ops 6, Call of Duty fa tanti piccoli passi indietro per farne uno enorme in avanti. Non rappresenta un gioco completamente nuovo, non offre una nuova esperienza, ma perfeziona tutto ciò che già funzionava fornendo una formula rodata che riesce perfettamente a centrare l'obiettivo: divertire per tante ore di gameplay e accontentare praticamente ogni appassionato di FPS.

Il multiplayer non cambia le carte in tavola, ma aggiunge il Movimento assoluto (Omnimovement) che consente di muoversi, lanciarsi, scivolare e saltare a 360 gradi, utile per schivare qualche proiettile o sorprendere i nemici – in Zombi riesce ad essere perfino un salvavita.

Non manca qualche momento di sano divertimento, guardando i personaggi muoversi come in una produzione cinematografica cinese, così come qualche scatto di rabbia quando un'acrobazia improbabile consente agli avversari di passare dal nostro mirino alle nostre spalle.

In ogni caso, se siete appassionati di FPS, Black Ops 6 è un gioco che possiamo suggerire senza troppe remore. I quattro anni di sviluppo sono serviti e si fanno sentire, perché il nuovo sparatutto di Activision, forse per la prima volta nell'ultimo decennio, riesce a garantire un'esperienza di altissimo livello sin dal Day 1.

Peraltro, il publisher ha condiviso la roadmap del titolo che appare davvero ricchissima di contenuti, sia a pagamento che gratuiti. Questa settimana, infatti, è iniziata la Stagione 1 che aggiunge 6 mappe gratuite (di cui quattro 6v6 e due 2v2), una nuova mappa per Zombi (Citadelle Des Morts), nuove armi e l'integrazione completa con Warzone. In conclusione, se cercate un nuovo sparatutto in prima persona di qualità, Call of Duty: Black Ops 6 fa al caso vostro.

3 Commenti
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al13515 Novembre 2024, 11:31 #1
zombie e campagna divertenti. multiplayer osceno come da anni a questa parte
Titanox215 Novembre 2024, 11:32 #2
lol
EarendilSI15 Novembre 2024, 12:00 #3
Ci sto giocando parecchio ed è ben fatto!
Però qualche mappa grande con modalità invasione o guerra totale, più tattica, meno frenetica ed adatta anche agli sniper la potevano inserire...

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