Polemica Battlefield 1: gli alpini criticano la missione sul Grappa

Il presidente dell'Associazione Nazionale Alpini ed un consigliere regionale del Veneto hanno espresso forti critiche circa alcune scelte stilistiche fatte dagli autori del nuovo sparatutto Battlefield 1.
di Rosario Grasso pubblicata il 22 Ottobre 2016, alle 09:31 nel canale VideogamesElectronic ArtsBattlefield
Non è certo la prima volta che la stampa generalista italiana si scaglia contro i videogiochi. Stavolta tocca a Battlefield 1, lo sparatutto multiplayer di Electronic Arts e DICE che diventa definitivamente disponibile proprio nella giornata di oggi. Il motivo del contendere sono le tre missioni ambientate in Italia e principalmente quella con lo scenario del Monte Grappa.
L'articolo che sta facendo il giro della rete in questi giorni è pubblicato dal Corriere del Veneto, il quale ha sentito Sebastiano Favero, presidente dell’Associazione Nazionale Alpini, e Sergio Berlato, consigliere regionale del Veneto, a proposito della presenza dell'Italia all'interno di Battlefield 1.
"Ovvio che sono contrario ad una cosa del genere", sono le parole attribuite a Favero dal Corriere del Veneto. "Non ci sembra affatto il caso di trasformare un luogo sacro in un videogioco. Il Monte Grappa dovrebbe essere ricordato per il sacrificio di chi ha combattuto ed è morto lassù, dall’una e dall’altra parte, e non quindi essere riportato d’attualità in questo modo, con gente che spara e uccide, con sangue ovunque. Temi delicati, come quello della guerra, specie di questi tempi, vanno affrontati in maniera diversa e non in modi devianti come questo".
"Un vero e proprio sacrilegio, perché solo chi non ama e non conosce il Grappa può ideare un videogioco di questo tipo, che è una mancanza di rispetto nei confronti di un territorio che ha visto morire decine di migliaia di giovani per difendere la patria", ha aggiunto Berlato.
La presenza dell'Italia in Battlefield 1 riguarda tre mappe: due per la componente multiplayer, la prima delle quali si rifà alle due storiche battaglie finali della prima guerra mondiale sul Monte Grappa sulle Alpi venete e la seconda lungo la costa dell’Adriatico, dove infuria una feroce battaglia per il controllo del territorio, una mappa ha nome Confine dell'Impero. L'Italia figura anche nelle cosiddette Storie di Guerra, ovvero la componente single player di Battlefield 1. Chiamata Avanti Savoia, questa missione riprende lo scontro tra le milizie italiane e quelle dell'Impero austro-ungarico fra i picchi coperti di neve delle Alpi. Qui figura anche un reggimento di truppe scelte montane, gli Arditi italiani, artefice di un assalto imprevisto.
Si possono fare diverse considerazioni su questo fatto, ma due secondo me sono le più impellenti. Il gioco riproduce scenari di guerra che coinvolgono sostanzialmente tutta Europa, come mai questo tipo di polemica ha attecchito solo in Italia? E, in secondo luogo, si ha sempre la sensazione che non si conosca lo spessore artistico e narrativo dei videogiochi moderni, che non badano sicuramente solamente all'azione ma che vogliono anche trasmettere l'enfasi e l'accuratezza storica, come sanno apprezzare molti fan di storia. Probabilmente si usano ritmi narrativi più serrati, ma questo vale ormai per quasi tutte le opere di intrattenimento, cinema d'autore incluso.
È curioso poi andare a verificare come la presenza dei soldati italiani in Battlefield 1 sia stata intesa dagli autori di DICE come un omaggio alla presenza del nostro esercito nel primo conflitto mondiale e alla sofferenza dei nostri soldati in un'occasione talmente spietata e orribile. DICE ha celebrato i soldati italiani anche con la concept art che riportiamo in questa pagina, che esalta proprio un militare con un'uniforme dell'esercito dell'epoca. Il team di sviluppo "ha deciso di celebrare le gesta dei soldati italiani con una keyart, che sottolinei la presenza delle due missioni del gioco ambientate in Italia", scriveva infatti DICE come nota a corredo di questi contenuti.
105 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoParecchi giochi di guerra ambientati in campagne sanguinosissime ( Stalingrado, sbarco in Normandia, solo per citare le due più famose ) sono celebrativi della vittoria finale conseguita, dove il cordoglio e il ricordo di centinaia di miglia di vittime è " corroborato " dall'epica dell'eroismo e dell'azione.
Azione che nel primo conflitto mondiale è mancata quasi completamente visto che è stata una guerra di trincea crudele, dove se non si moriva per i gas al cloro, per l'artiglieria pesante e le mitragliatrici ( campagna della Marna, Verdun, Ipres, etc. ), si moriva per macerazione nel fango tra malattie e deperimento.
L'eroismo, e forse da qui deriva la reazione, era nel sopravvivere a condizioni estreme anche e soprattutto quando non si combatteva viso a viso, nel portare pezzi di artiglieria pesante sui ghiacciai e sulle cime delle vette alpine, nello scavare gallerie nella roccia per piazzare enormi mine. Ridurre tutto ciò ad episodi per la trama di un videogame " spara-spara " può aver urtato la sensibilità di chi vuole tramandare la vera storia di determinati eventi.
Sono andato su wikipedia per vedere come si e' evoluto il concetto di sacro e devo dire che sono rimasto sorpreso. Praticamente allargato anche "fuori dall'ambito religioso"*. Spero che i due personaggi in questione lo intendessero in questo "ultimo modo"*, altrimenti siamo messi proprio male.
ovviamente comprando il gioco e dunque finanziando chi usa un pezzo di storia dell'italia per farci i soldi.
Cosi va il mondo nel "civile" e "progredito" XXI secolo.
Se la logica fosse questa non sarebbero mai esistititi videogame di guerra
Penso che parte della critica sia anche in questo, nella mancanza quasi totale del background storico dei fatti accaduti e delle condizioni in cui si doveva combattere... I ragazzini di oggi quando giocheranno a Battlefield penseranno magari che la campagna del Grappa sia stata solamente un susseguirsi di assalti di arditi ( meno dell'1% degli effettivi che hanno combattuto ) che hanno determinato la vittoria della battaglia o della campagna, quando così non è stato.
Soprattutto, ripeto, per la dinamica che ha caratterizzato i combattimenti della prima GM!!
Ci vuole ben più di un disegno o di una animazione digitale per commemorare queste cose... Ma oggi giorno viviamo in una società immemore, dove la storia non ha più valore e non viene più insegnata come si dovrebbe fare.
scritto questo, conosco bene la zona per motivi cicloamatoriali, e non posso dire che passare in certe strade mi lasci indifferente, ma appunto col distinguo di cui sopra
tutto il resto, mi riferisco al 'politico', sono cagate (che fanno perfettamente gioco rispetto ad altre regole, piu' attuali...)
Se la logica fosse questa non sarebbero mai esistititi videogame di guerra
Personalmente, per quanto ho scritto nei mie post, la polemica non la ritengo inutile... Cosa ci sarà di istruttivo, ai fini del contesto di ambientazione, in un fps? Nulla... Di ludico parecchio... Peccato che nei fatti realmente accaduti ci sono stati anche morti reali e tutto il resto... Magari questa polemica è servita a risvegliare qualche stimolo ad informarsi e a risvegliare qualche " curiosità ", chiamiamola così, su come effettivamente sono andate le cose...
scritto questo, conosco bene la zona per motivi cicloamatoriali, e non posso dire che passare in certe strade mi lasci indifferente, ma appunto col distinguo di cui sopra
tutto il resto, mi riferisco al 'politico', sono cagate (che fanno perfettamente gioco rispetto ad altre regole, piu' attuali...)
La crudeltà della guerra è nella sua natura ed è un dato di fatto... Ma la sacralità qui si fonde col rispetto di chi è morto e non nelle ragioni del perchè, ovvero della politica che ha provocato il conflitto.
chiarisco, non e' che non ne comprendo la 'logica', ma non vuol dire che non sia il caso di ragionarci 'fuori di etichetta'. intendo in generale
e ribadisco che oltre ai discorsi sui diciamo 'massimi sistemi', in questo caso si incastrano questioni di natura ben diversa, di mero opportunismo politico. quindi 'rispondo' solo alla polemica politica.
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".